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Parcheggio sotterraneo nello stadio Maradona: “Chiuso perché manca il sistema antincendio”

Per i tecnici del Comune il parcheggio sotterraneo dello stadio napoletano non sarebbe mai stato aperto per “carenza dei requisiti minimi antincendio”. Simeone: “Ora subito l’adeguamento e i lavori per aprirlo”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Lo stadio Diego Armando Maradona di Napoli
Lo stadio Diego Armando Maradona di Napoli

Il parcheggio sotterraneo dello stadio "Diego Armando Maradona" non è mai stato aperto per "carenza dei requisiti minimi antincendio". Questo il motivo, secondo i tecnici comunali, della mancata inaugurazione della struttura di proprietà comunale che conta 180 posti auto sotto l'ex stadio San Paolo di Fuorigrotta, realizzata per Italia 90, ma mai entrata in funzione in 33anni. Si tratta, però, solo di una supposizione, perché su quel parcheggio, che pure esiste, negli archivi del Servizio Tecnico Impianti Sportivi non c'è nulla, eccettuati un paio di grafici.

"Non esistono atti su quel parcheggio"

I tecnici, a quanto appreso da Fanpage.it, hanno cercato negli schedari dove sono conservati i documenti relativi a tutti i palazzetti dello sport della città, ma senza alcun successo. Insomma, il parcheggio fisicamente esiste, ma nelle carte del Comune, che ne è proprietario, non c'è: è un fantasma. L'indagine era stata sollecitata dalla commissione comunale Opere Pubbliche, presieduta da Nino Simeone, che aveva fatto una richiesta di accesso agli atti. Per gli uffici tecnici, quindi, la "mancata agibilità" del parcheggio sotterraneo sarebbe da attribuire "alla carenza dei requisiti minimi antincendio". La relazione è stata portata all'attenzione della commissione venerdì scorso.

Il parcheggio dello Stadio c'è, ma non è mai stato inaugurato

A quanto appreso da Fanpage.it negli scorsi giorni da fonti qualificate, il parcheggio sotterraneo è di proprietà comunale e risulta fare parte del complesso dello Stadio Maradona. Non è mai stato aperto al pubblico perché mai collaudato, in quanto nel 1994, a parcheggio già realizzato, cambiò la normativa nazionale sulla sicurezza, con il Decreto legislativo 626 del 1994 che fissò l’altezza a 2,4 metri, con la possibilità di portarla fino a 2 metri. Il parcheggio dell’ex San Paolo era più basso di pochi centimetri. Anche se la norma era successiva alla realizzazione dell’opera, non si poté andare in deroga perché si trattava di una struttura ad uso pubblico e non privata.

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Bloccati sul nascere anche eventuali lavori di adeguamento, fermati dalla situazione di dissesto economico del Comune di Napoli, dichiarato dall’allora sindaco Francesco Tagliamonte, nel 1993. Negli anni successivi, il parcheggio, al quale si accede dal sottopasso Claudio, fu abbandonato, oggetto di riti satanici e vandali. A causa dei raid subì importanti danneggiamenti. E ancora oggi è chiuso al pubblico. Negli scorsi giorni a Fanpage.it era intervenuto l'ex assessore all'Urbanistica, Luigi De Falco, che aveva stigmatizzato la mancata apertura del parcheggio sotterraneo: "È assurdo tenerlo ancora chiuso e non fare i lavori di adeguamento".

Simeone: "Subito i lavori per aprirlo"

Per il presidente della commissione Opere Pubbliche, Nino Simeone,

se i motivi della chiusura sono legati alla mancanza del sistema antincendio, sarebbe auspicabile che l'amministrazione comunale provvedesse subito a fare i lavori di adeguamento, perché è assurdo tenere chiusa una struttura pubblica dopo 33 anni per questo motivo.
Il parcheggio poteva essere inserito nei lavori delle Universiadi, ma non è stato fatto.  Ci auguriamo che non venga persa un'altra occasione.

I lavori potrebbero essere appaltati dall'Anm, che è un'azienda pubblica, oppure si potrebbe pensare ad un project financing con un bando pubblico, considerato che quei posti auto potrebbero essere utilizzati anche durante la settimana dai fruitori delle palestre dello stadio e da tutti gli altri cittadini.

E conclude:

Potrebbe esserci anche il coinvolgimento diretto della SSC Napoli. Ma abbiamo bisogno di avere dei riscontri oggettivi dalla società di De Laurentis, proprio per non ripetere la telenovela della ormai famosa "storia dei tornelli".

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