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Napoli, “la bimba di 9 anni con gambe e braccia spezzate sta bene e ha sorriso per la prima volta”

Marco Caramanna, presidente di Casa di Matteo a Fanpage.it: “Ha gli arti atrofizzati e i legamenti accorciati. Ma la stiamo curando. Ora mangia e dorme regolarmente”
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Elsa, la bimba di 9 anni con gambe e braccia spezzate e fratture mai curate ora sta bene. Accolta tra le carezze amorevoli dagli operatori della Casa di Matteo. Era stata vittima fin dalla nascita di abbandono e maltrattamenti. Ma in questi giorni sta dando riscontri positivi. Non parla, ma ha cominciato a sorridere. Dorme e mangia regolarmente”. Non nasconde l'emozione Marco Caramanna, presidente della Casa di Matteo, che racconta a Fanpage.it i primi giorni della bimba nella struttura di via Pigna al Vomero.

La storia della bimba che non può stendersi perché non ha mai dormito in un letto e ha la spina dorsale deformata, diffusa dall'assessore alle Politiche Sociali di Napoli, Luca Trapanese, ha commosso negli scorsi giorni tutto il Paese.

Come sta procedendo il recupero della bimba?

Sta dando dei segnali di miglioramento. Poco a poco ha cominciato anche a sorridere. L'abbiamo chiamata Elsa, perché ad ogni bimbo diamo un nome legato al mondo dei cartoni animati. Elsa è la principessa di Frozen. Non nascondo che la sua situazione è molto difficile. Non è mai stata seguita. Abbandonata fin da piccola, ha gli arti atrofizzati e i legamenti accorciati e alcuni movimenti non riesce a farli. A settembre inizieremo un percorso sanitario dedicato all'Ospedale pediatrico Santobono dove dovrà fare una serie di valutazioni con gli specialisti. Mano a mano capiremo come possiamo recuperare.

Elsa è stata salvata dagli assistenti sociali, come è possibile che nessuno se ne sia accorto prima?

Da quello che abbiamo appreso, c'è stata una segnalazione di questo caso agli assistenti sociali, che hanno provveduto ad allontanarla dalla famiglia. È triste che nessuno abbia segnalato prima questo caso. La bimba, che vive in provincia di Napoli, è rimasta un fantasma per la scuola e la sanità per molti anni. Il problema è che molti comuni non riescono a far fronte alle tantissime segnalazioni, perché gli assistenti sociali sono pochi o non ci sono proprio.

Avete ricevuto messaggi di affetto?

Abbiamo ricevuto tantissime mail arrivate alla nostra associazione. Tante persone leggono quello che facciamo e ci vogliono aiutare. La storia di Elsa è una delle tante storie che abbiamo alla casa di Matteo. Qui abbiamo bimbi che sono al limite dello stato vegetativo, ma che riescono a comunicare col corpo e con i sensi. C'è un bimbo che ha avuto danni neurologici a causa dell'assunzione di droga da parte della mamma durante la gravidanza. Tutti i bambini che arrivano da noi iniziano poi un percorso di affido, che purtroppo a volte non si concretizza perché hanno disabilità molto gravi.

Che lavoro fanno gli operatori alla Casa di Matteo?

La Casa di Matteo è un'associazione di promozione sociale, la struttura è aperta h24. Siamo l'unica in tutto il Sud Italia che si occupa dei bimbi con gravi disabilità e abbandonati sia per l'aspetto sanitario che per quello socio-educativo, attraverso gli educatori, che fanno musicoterapia, sensibilizzazione, affiancamento. Non ci sono altre strutture di questo tipo per i minori. L'alternativa sono le Rsa per anziani che a volte accolgono anche bimbi. Ma hanno pochi infermieri e non sono specializzati in pediatria, e non curano l'aspetto educativo ed emotivo. Noi accogliamo bimbi anche da altre regioni.

Quanti posti avete nella sede del Vomero?

A via Pigna ospitiamo 6 bimbi più uno. Ora siamo pieni. A settembre arriverà il settimo. Abbiamo accolto Elsa per emergenza. Come personale abbiamo 6 educatori, 6 infermiere, le psicologhe che supportano genitori ed educatori. Un coordinatore e il presidente. C'è anche un ex primario del Santobono, il professor Antonio Correra, che ci aiuta come volontario gratuitamente. Prima del Covid avevamo anche una 30ina di volontarie selezionate, che facevano le veci di una zia o di una nonna dei bimbi, raccontavano storie, cucinavano. Abbiamo dovuto interrompere il volontariato a causa della pandemia perché i bimbi sono molto delicati, ma ripartiremo al più presto.

Cosa si fa, invece, nella struttura di Bacoli?

La sede di Bacoli ospita bambini con i genitori. Ha una grande struttura, con ludoteca, 8 camere da letto indipendenti e spazi comuni. Accogliamo adesso solo bimbi e genitori ucraini fuggiti dalla guerra con gravi malformazioni o disabilità. Uno di questi bimbi è stato operato al Santobono. È stato vittima dell'esplosione di una bomba che gli aveva deturpato il volto. È arrivato in Italia con la madre attraverso una associazione.

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