Buoni pasto bloccati ai 5mila dipendenti, il Comune di Napoli diffida la ditta: vanno pagati subito

Dopo il blocco dei pagamenti dei buoni pasto ai 5mila dipendenti del Comune di Napoli da parte della ditta che distribuisce i ticket, arriva la diffida di Palazzo San Giacomo. L'avvocatura comunale ha intimato alla società di cessare “il comportamento illegittimo” e di ripristinare “la fruizione dei buoni pasto regolarmente erogati”. In ballo c'è una commessa da quasi mezzo milione di euro. La società creditrice che eroga i ticket mensa, a seguito della legge Salva-Napoli, incasserebbe circa 100mila euro in meno, visto che ai creditori non può andare più dell'80% del credito e non meno del 40%, a seconda dell'età del debito, in base all'emendamento contenuto nell'ultima legge finanziaria. L'accordo, poi, va trovato con una transazione. Le domande vanno presentate entro aprile, altrimenti si perde il diritto a tutto l'importo.
L'azzeramento dei ticket mensa da circa 7 euro l'uno era avvenuto a sorpresa negli scorsi giorni. I dipendenti comunali, infatti, non avevano ricevuto alcun avviso. Molti l'hanno scoperto, con grande imbarazzo, una volta arrivati alle casse dei supermercati, dopo aver fatto gli acquisti, quando la card magnetica, dove sono caricati i buoni, è risultata vuota. Da qui, le denunce dei sindacati Cisl Fp, Csa e Cgil Fp, che hanno chiesto l'intervento del Comune. Intervento che non si è fatto attendere.
Gli avvocati del Comune: "Atto illegittimo"
Palazzo San Giacomo, infatti, ha subito attivato gli avvocati. “La società ex aggiudicataria della Convenzione Consip per il Servizio sostitutivo di mensa, secondo quanto ricostruito dal Municipio, ha fornito i buoni pasto per i dipendenti del Comune di Napoli maturati fino al mese di novembre 2021 ed è stata sempre regolarmente pagata”.
Nello specifico, “le ultime due fatture emesse del 16 dicembre 2011 sono state regolarmene liquidate dagli uffici il 23 dicembre, ma, per effetto della legge 234/2021, cosiddetta legge Salva Napoli, non è stato materialmente pagato il relativo importo trattandosi di crediti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2021. In questo caso la legge prevede che i creditori vengano pagati all'80% del credito. Pertanto il credito della società pari a 490.089,30 euro verrebbe pagato per 392.071,44 euro”.
Secondo il Comune, “la società nel tentativo di evitare un danno economico senza dover eccepire la rescissione del contratto” avrebbe “azzerato i buoni pasto ancora presenti sulle schede dei dipendenti”. Una procedura però, sostiene il Municipio, “illegittima”, perché l'obbligo di procedere a transazione per i crediti anteriori al 31 dicembre 2021 è sancito da una legge dello Stato. I servizi pubblici, quindi, vanno erogati a prescindere, salvi poi i diritti dei creditori di rivalersi, eventualmente, secondo le norme.