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Perché la Regione non rilascia l’acqua dai serbatoi alpini (che sono pieni) contro la siccità in Lombardia?

Mentre la Pianura Padana si prosciuga sempre di più, i bacini a monte del lago di Como accumulano continue riserve d’acqua. Perché la Regione non li fa scendere?
A cura di Francesca Del Boca
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La Pianura Padana ha sete, sete da morire. L'acqua sta finendo, prosciugata da una siccità con pochi precedenti. O forse no? Un grido di allarme si leva da più parti, ormai da intere settimane.

"La tragica verità è che di acqua ce n'è sempre meno e la siccità colpisce tutti. Tutti ad esclusione degli invasi idroelettrici alpini, che continuano a riempirsi d'acqua", denuncia il presidente di WWF Lombardia Gianni Del Pero. "Acqua che serve oggi per limitare l'abbassamento dei laghi, dissetare la pianura, rimpinguare falde e acquedotti, sostenere i delicati cicli irrigui agricoli ma anche per riattivare le centrali termoelettriche chiuse. Ad oggi il termoelettrico funziona a un terzo delle sue capacità, visto che non può più pescare l'acqua dal Po".

Insomma, a monte del lago di Como si sta accumulando sempre più acqua. Mentre la pianura si secca sempre di più. "Gli invasi idroelettrici alpini sopra il lago di Como hanno aumentato le loro riserve di quasi 30 milioni di metri cubi nelle ultime due settimane". Cosa aspetta dunque la Regione? "Una situazione disgustosa. Un'attesa senza senso. Mentre chi ha bisogno chiede aiuto in ginocchio, questi bacini traboccano d'acqua. A chi conviene questa situazione?"

Intanto il presidente lombardo Attilio Fontana ha ottenuto dal Consiglio dei ministri l'attuazione dello stato di emergenza per la siccità. "La Regione si prende i milioni dallo Stato, che finiscono dritti nelle casse regionali, e intanto non ordina il rilascio immediato delle acque alpine stoccate. È assurdo", commenta il Presidente del WWF Lombardia.

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I dati

I numeri parlano. O meglio, gridano. "Al 3 luglio, in questi invasi erano disponibili 191 metri cubi di acqua. Pronti per essere rilasciati ad abbeverare la pianura in sofferenza", conclude Gianni Del Pero.

Gli invasi dei serbatori alpini a monte del lago di Como contengono risorse idriche in percentuale superiore di circa tre volte rispetto allo scorso aprile (35 per cento al 26 giugno 2022 contro il 13,9 per cento del 24 aprile 2022). Questo per effetto dello scioglimento delle nevi, che durante la stagione estiva ha incidenza superiore.

"Incomprensibile il perché queste risorse vengano impiegate timidamente, quando da più parti è richiesto un intervento deciso. Serve fare chiarezza", ha commentato anche Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle.

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