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Siccità, il presidente di WWF Lombardia Gianni Del Pero a Fanpage.it: “Commissariare subito la Regione”

L’intervista di Fanpage.it a Gianni Del Pero, presidente di WWF Lombardia, sull’emergenza idrica che sta interessando la Lombardia.
Intervista a Gianni Del Pero
Presidente WWF Lombardia
A cura di Francesca Del Boca
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"La notizia è di oggi, ma il disastro siccità è annunciato da tempo. Abbiamo già superato la soglia dell'emergenza ambientale, ormai". A parlare a Fanpage.it è il presidente di WWF Lombardia (ed ex responsabile del Consorzio di Depurazione Sud Seveso Comasco e del Consorzio dell’Adda) Gianni Del Pero. La notizia a cui si riferisce invece è quella della richiesta da parte di Regione Lombardia, attraverso il presidente Attilio Fontana, dello stato di emergenza. "Allarme ormai conclamato, da anni. Senz'altro ci troviamo davanti a un cambiamento climatico ormai irreversibile, ma le risorse ancora ci sono. Meno, ma ci sono. Andrebbero utilizzate meglio, gestite con più criterio. E in questo la Regione ha enormi responsabilità".

Quali sono queste responsabilità della Regione Lombardia, nell'emergenza siccità?

Faccio un esempio concreto. Mentre la valle è in sofferenza, nei bacini idroelettrici alpini sopra Como sono stoccati centinaia di milioni di metri cubi d'acqua. Se rilasciati immediatamente, potrebbero dissetare la Pianura e mitigare la crisi idrica. Invece giacciono lì, inutilizzati. Questo accade perché dall'alto non c'è un coordinamento. La Regione adesso chiede lo stato di calamità, ma finora non ha mai voluto esercitare il suo ruolo di controllo.

Cosa dovrebbe fare, oggi, chi gestisce queste risorse?

Cosa deve fare, non dovrebbe. Deve, perché non c'è più tempo. Deve assolutamente intervenire e richiedere di far scendere acqua da monte a valle: quelle acque non sono di proprietà dei singoli enti, ma lo Stato, attraverso la Regione, ne ha concesso l'uso e ne deve governare l'utilizzo in maniera condivisa. Serve acqua, ora. Serve a tutti. Già tredici anni fa il tentativo era stato fatto, per dire che già anni e anni fa il problema si era posto, eccome. Già nel 2009 infatti era stato sottoscritto un patto per l'acqua, con tutti i soggetti coinvolti nella gestione e negli utilizzi delle risorse idriche territoriali. Sarà durato un giorno, sì e no.

Il patto per l'acqua vale ancora?

La Regione applichi questo patto ed eserciti i suoi poteri di vigilanza sulle concessioni, che devono operare in regime di sussidiarietà. Obblighi a rilasciare le acque a monte, per le esigenze delle categorie più colpite dalla crisi. Acquedotti, irrigazioni agricole, e non ultime anche le produzioni termoelettriche: la società di energia elettrica, luce e gas A2A, ad esempio, ha chiuso le sue centrali sul Po anche perché dagli invasi alpini non scende l'acqua.

E se la Regione non dovesse portare a termine questi interventi, cosa si può fare?

Bisogna commissariare Regione Lombardia per ordinare il rilascio immediato delle acque stoccate in montagna.

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