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Mina, morta dopo che il marito le ha dato fuoco: reperti inviati al Ris di Parma

Saranno le indagini dei carabinieri del Ris di Parma a contribuire a fare chiarezza sulla morte di Mina Safine, la donna di 45 anni morta in ospedale a causa di ustioni gravissime riportate su tutto il corpo dopo che, stando all’ipotesi degli inquirenti, il marito le ha gettato del liquido infiammabile sul corpo e le ha dato fuoco. L’uomo nega ogni coinvolgimento.
A cura di Simone Gorla
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Continuano le indagini sulla morte di Mina Safine, la donna di 45 anni morta in ospedale a causa di ustioni gravissime riportate su tutto il corpo dopo che, stando all'ipotesi degli inquirenti, il marito le ha gettato del liquido infiammabile sul corpo e le ha dato fuoco. Tracce e reperti sono stati inviati ai Ris di Parma, il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri.

L'autopsia disposta dalla Procura di Brescia ha confermato che il decesso è stato provocato dalle ustioni. Resta però da chiarire a pieno la dinamica di quanto accaduto. Per i pm bresciani non ci sono dubbi: la responsabilità sarebbe del marito della donna, Abderrahim Senbel, 55 anni, di omicidio. Senbel nega però ogni coinvolgimento e sostiene che la moglie si sia data fuoco da sola.

È stata la stessa vittima fornire i dettagli dell'accaduto ai soccorritori del 118 giunti nell'appartamento di Urago Mella a Brescia poco dopo la chiamata fatta dallo stesso marito: "Ha riferito ai paramedici quanto accaduto – ha spiegato a Fanpage.it il colonnello Giuseppe Tuccio, comandante provinciale dei carabinieri di Breccia – ha fatto subito presente che era stata bruciata dal marito nei pochi momenti in cui è riuscita a proferire parola".

Mina era stata trasferita da Brescia al reparto grandi ustionati del Gaslini di Genova, dove è deceduta una settimana dopo i fatti.

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