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Milano, sit-in sotto Palazzo della Regione di studenti e docenti: “Fuori i soldi per la scuola”

“Fuori i soldi per la scuola. La Regione rinuncia, noi no”. Con questi slogan si sono presentati nella mattinata di oggi, martedì 27 ottobre, una trentina tra docenti e studenti sotto Palazzo Lombardia, a Milano, per protestare contro l’introduzione della didattica a distanza sia nell’ultima ordinanza firmata dal governatore Fontana che nel Dpcm del Governo Conte.
A cura di Filippo M. Capra
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Continuano le proteste a Milano delle categorie maggiormente penalizzate dal nuovo Dpcm del Governo Conte e dalle ordinanze della Regione. Dopo le violenze di ieri notte, operate da qualche decina di ragazzi, per cui in 28 sono stati fermati, e il corteo improvvisato dei ristoratori che si sono radunati prima sotto la sede della Regione per poi spostarsi in stazione Centrale, nella mattinata di oggi – martedì 27 ottobre – una trentina tra docenti e studenti hanno organizzato un sit-in sotto Palazzo Lombardia per protestare contro l'introduzione della didattica a distanza. I manifestanti, dotati di striscioni che recitavano: "La Regione rinuncia, noi no. Fuori i soldi per la scuola" e "Il futuro non è a distanza", si sono dati appuntamento alle 9.30.

Guerriglia nella notte tra manifestanti e forze dell'ordine a Milano

Nella notte di proteste che ha visto Milano teatro di una guerriglia tra manifestanti e forze dell'ordine, con lancio di molotov verso una pattuglia della polizia locale e devastazione urbana, un centinaio di cittadini si è recato in strada per protestare contro le nuove limitazioni imposte dal Governo Conte per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus dopo l'impennata di casi dell'ultimo mese. Inoltre, sempre mentre si cercava di contenere l'avanzata di manifestanti, in un video pubblicato da Fanpage.it, si sente un dirigente della polizia dire: "Porca pu…, se si avvicinano un'altra volta, avanziamo tutti quanti, spariamo (lacrimogeni, ndr) e cerchiamo di ammazzarli col fumo". Dei 28 fermati e portati in questura, 13 sono risultati essere cittadini minorenni.

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