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Omicidio di Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello: “Ho ucciso Giulia Tramontano ma non so il perché. Il numero di coltellate mi soffocherà sempre”

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Nella giornata di lunedì 27 maggio si è tenuta l'udienza nei confronti di Alessandro Impagnatiello, il barman trentenne che è accusato dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi del piccolo Thiago avvenuto a Senago (Milano). Prima di ucciderla con 37 coltellate, le ha somministrato per mesi utilizzando veleno per topi. A dimostrazione di questo, ci sono le diverse ricerche su Internet fatte nei mesi precedenti il femminicidio. Subito dopo il delitto, ha anche cercato i risultati di Inter-Atalanta sul cellulare. Durante la sua testimonianza, ha affermato di voler dire "la vera verità". Il barman ha raccontato inoltre la dinamica dell'omicidio, come è avvenuto e perché.

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17:38

La presidente della Corte sospende l'udienza e rinvia al 10 giugno

La presidente della Corte d'Assise di Milano, nell'ambito del processo sul femminicidio di Giulia Tramontano, ha chiesto di interrompere l'udienza in cui è stato ascoltato Alessandro Impagnatiello, accusata di aver ucciso la compagna incinta di sette mesi a Senago (Milano). Il processo riprenderà il 10 giugno quando saranno sentiti entrambi i consulenti.

A cura di Ilaria Quattrone
17:14

La mamma di Giulia Tramontano: "Oggi è il giorno di mia figlia, parlate di lei e dite chi era"

"Oggi è il giorno di Giulia, parlate solo di Giulia, dite chi era Giulia": a dirlo a margine dell'udienza ad Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi del piccolo Thiago, è Loredana Fimiano, la madre della 29enne.

A cura di Ilaria Quattrone
17:04

Il contro interrogatorio dell'avvocata di Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello, interrogato dalla sua avvocata Giulia Geradini, ha raccontato come ha iniziato a lavorare all'Armani bar a Milano: "Nel 2017, riuscii a instaurare da subito un ottimo lavoro con i colleghi e sono sempre cresciuto nel tempo. Naturalmente tranne che nel periodo covid. Passato il covid fui uno dei pochi con contratto indeterminato che quindi non era stato costretto a lasciare il posto di lavoro. Certo non c’erano certezze visto il periodo, ma anche grazie alla mia tenacia in quel periodo sono riuscito a ottenere sempre maggior stima da parte del direttore dell’hotel. Ci tenevo molto perché stavano puntando su di me, anche come immagine del bar. Spesso venivano realizzati brevi spot video e chiedevano sempre della mia presenza". 

"Successivamente arrivarono le promozioni. In un momento rifiutai un’ottima promozione dal grande risvolto economico e di comodità, rifiutai perché affrontando questo discorso con Giulia, avrei dovuto assentarmi ancora di più da casa e Giulia non accettava questa idea. Poi si ripresentò l’occasione quando se ne andò il manager. Questa volta cercai di poterla cogliere senza togliere tempo a Giulia, avrei avuto il contratto nero su bianco a gennaio 2024. Andavo d’accordo con tutti ed ero stimato da tutti". 

Sull'incontro con A., la donna con la quale ha avuto una relazione parallela, ha detto: "Iniziammo a conoscerci a luglio agosto e in breve tempo si è creata quell’attrazione tra noi. Era appena arrivata e da subito era stata l’oggetto di desiderio di tutti i miei colleghi. Ma lei si è avvicinata a me sempre di più. E questa cosa per me era una forma di appagamento. Ma poi subentrò un senso di impotenza. Mi sentivo come stregato da questa ragazza. Cercai di allontanarmi da lei. Lei era cosciente della mia relazione con Giulia e io di lei col suo ragazzo. Cercavo di allontanarla ma lei come un elastico tornava a me". 

Sulla gravidanza di Giulia Tramontano ha detto: "All’inizio avevo un doppio atteggiamento verso il bambino: da una parte il desiderio di famiglia con Giulia, dall'altro le preoccupazioni economiche e di opportunità lavorativa. Dissi a Giulia: ‘aspettiamo un anno' perché dopo un anno io avrei avuto quella promozione e le avrei garantito maggiore presenza in casa". 

"È stata la mia famiglia a volersi confrontare con noi, chiaramente era la mia famiglia, mia mamma ci avrebbe dato ogni tipo di aiuto, c’era l’entusiasmo di tutti. Solo la compagna di mio fratello mi mise in guardia. La compagna di mio fratello mi disse appunto che questo problema non si sarebbe risolto. Io nel vedere le facce felici di tutti mi sono fatto convincere e ho detto loro di fermarsi a cena e festeggiare. Io ero una persona che doveva solo apparire, questo ha plasmato il mio carattere". 

A cura di Ilaria Quattrone
16:36

Alessandro Impagnatiello: "Per curiosità ho cercato in caserma come ripulire macchie di sangue"

"Erano ricerche informative sugli effetti che il veleno poteva provocare in Giulia", ha detto Alessandro Impagnatiello rispondendo alle domande sul veleno per topi dell'avvocato Giovanni Cacciapuoti, che assiste la famiglia di Giulia Tramontano. Il legale ha inoltre chiesto come mai avesse aperto la bottiglia di cloroformio e come mai ne mancasse una piccola quantità: "L'avevo aperta senza usarla e forse ne era uscita una piccola quantità". Alla domanda sul perché avesse cercato informazioni sul sapore del cloroformio, ha risposto: "Era per curiosità, esattamente come per curiosità ho cercato, in caserma, come ripulire macchie di sangue e in maniera correlata macchie di sudore".

Sull'odore di benzina in auto, ha spiegato che si sentiva "perché quella che avevo comprato la notte in cui ho ucciso Giulia l’avevo messa nel baule". L'avvocato Cacciapuoti ha chiesto: "Come si spiega che le telecamere non abbiano ripreso la sua macchina per andare a prendere la benzina?". Impagnatiello ha quindi risposto: "Perché uscii da un'altra strada. Potevano essere le 11 di sera. Poi la macchina è stata sequestrata". 

Infine relativamente all'aver ripulito la superficie del divano, ha spiegato che "è stata pulita consapevolmente con un prodotto adatto a tutte le superfici e un panno umido". 

Il legale della famiglia ha poi chiesto se è stato sincero durante i colloqui in carcere con gli psicologi: "No, nei primi mesi non lo ero, ma più che non essere sincero continuavo a essere immerso in una fase mentale non equilibrata, continuavo a fantasticare. Finalmente nell’ultimo periodo posso dire di essere tornato a una realtà vera e propria".

L'avvocato ha poi chiesto: "È stato sincero nell’incontro con i suoi consulenti?". Impagnatiello ha risposto: "Sì, perché se quelle due figure potessero aiutarmi a capire le cose c’è da dare la mia più completa collaborazione". 

E nei momenti successivi il delitto, dopo aver denunciato la sparizione della compagna, ha spiegato che ai vicini che gli chiedevano notizie "rispondevo che ero alla ricerca di Giulia quando mi chiedevano. Mostravo paura, perché una parte di me era terrorizzata da quello che stava accadendo, mentre l’altra era consapevole". 

A cura di Ilaria Quattrone
16:19

La lettera di Alessandro Impagnatiello a Giulia Tramontano: "Non ti farei mai nulla"

"Io e A. non stavamo insieme, la nostra era solo una relazione carnale e mentale, partendo avrebbe riportato ordine nella mia vita. Io e Giulia non ci saremmo lasciati, Giulia non sarebbe tornata dalla sua famiglia a Napoli. Lo diceva solo per mettermi paura Il 27 mattino stavamo parlando di passeggini; c’erano momenti di rabbia, ma poi tutto si affievoliva, tant’è che appunto dopo la lite del 25 il 27 mattina parlavamo del colore del passeggino", ha detto ancora Alessandro Impagnatiello.

Durante l'udienza è stata anche letta una lettera, datata al 2022, sequestrata nel corso della perquisizione del 27 giugno: "Ciao Juliet, sono in balcone, tra poco inizierò a cucinare. Juliet, io non ti farei mai nulla, forse ora mi consideri falso, non credi alle mie parole, eppure ti ho sempre dimostrato quanto tengo a te. Purtroppo o per fortuna non si è ancora presentata l’occasione per dimostrarti che darei la vita per te. A questo punto spero ce ne sia l’occasione, almeno capiresti quanto ti amo". 

A cura di Ilaria Quattrone
16:13

Alessandro Impagnatiello: "Ho ucciso Giulia Tramontano senza un reale motivo"

"Quando Giulia, era il 5 gennaio, mi svegliò dicendomi che aveva già fissato l'appuntamento per abortire, perché vedeva in me l'indecisione, la rincorsi fin nel box e le dissi che il bambino lo volevo. Da un lato perché in quel momento era così e volevo rimboccarmi le maniche, dall’altro perché non sarei riuscito a prendermi la responsabilità di accompagnarla a un aborto", ha detto ancora Alessandro Impagnatiello durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024.

La pubblico ministero ha quindi affermato: "Lei partecipa al baby shower e cerca notizie sull'aborto". E il barman ha risposto: "A volte avevo questi attimi e poi tornavo sulla terra ferma. Che io sappia, Giulia ha tentato di interrompere la gravidanza una volta, il 5 gennaio".

"Lei si ricorda cosa stava cercando mentre aspettava Giulia di ritorno da Napoli con il corredino?", ha chiesto la magistrata. "Non me lo ricordo, ma da quello che si è detto prima stavo cercando cloroformio e questo corrisponde con il progetto che in quel periodo stavo pensando sull’acquario. Poco prima che Giulia rientrasse cercai ceramica bruciata vasca da bagno perché la ceramica della nostra vasca si era bruciata con una candela. Stavo cercando un modo per togliere le macchie". 

La pm ha quindi chiesto: "Il suo consulente, a seguito del suo colloquio, riporta che in un vostro colloquio lei dice che Giulia era una donna cattiva, fonte dei miei mali". L’altra consulente: "La vedeva come una nemica, che distruggeva la sua quotidianità". Impagnatiello ha precisato: "Giulia per me era una persona che doveva essere difesa e protetta da me, avere una maggiore attenzione da me, non ho mai covato odio e rancore nei suoi confronti". La pm ha poi chiesto: "Perché ha ucciso Giulia?" "È una domanda che mi sono fatto e continuerò a farmi miliardi di volte. E non avrò mai una risposta", ha affermato Impagnatiello.

La magistrata ha sottolineato: "Ma nell’interrogatorio disse "la situazione era stressante, l’ho fatto senza un reale motivo". L'imputato ha risposto: "Esatto non c’era un motivo. Giulia era una persona che tutto il mondo meritava. Certo, c’era lo stress di vivere due vite, una sul lavoro e una vera a casa". 

A cura di Ilaria Quattrone
16:03

Alessandro Impagnatiello: "Il cloroformio era per l'acquario. Cercavo anche bombe carta"

Il giudice della Corte d'Assise di Milano, durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, dove è imputato Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio della compagna Giulia Tramontano ha fatto notare al trentenne che "quello che lei oggi ha riferito sulla somministrazione a Giulia Tramontano è in conflitto con le indagini autoptiche e tossicologiche, che parlano di più somministrazioni a basse dosi o poche ad alte dosi. Si può però affermare che nell'ultimo mese e mezzo, queste somministrazioni si siano intensificate".

La pubblico ministero Alessia Menegazzo ha quindi chiesto: "Ma se Giulia voleva lasciarla a maggio, dopo il rossetto, che bisogno c'era di somministrarle il veleno?". Impagnatiello ha risposto: "I suoi dubbi erano legittimi, ma io e Giulia non ci saremmo mai lasciati". E di nuovo la magistrata: "Allora perché non lasciare andare A?". E il trentenne: "Giulia era l’amore della mia vita, ma il bambino avrebbe portato discussioni tra noi e interrotto la relazione".

La pubblico ministero ha quindi chiesto: "Però lei ha anche dichiarato amore eterno ad A". L'imputato ha affermato: "Ad A. ho continuato a dire menzogne". "Ma siccome entrambe le ragazze erano disponibili a fare un passo indietro, lei poteva scegliere. Perché il veleno?", ha precisato. Impagnatiello ha spiegato: "A. era una persona che si sarebbe tolta da sola da questa situazione, se Giulia avesse abortito noi avremmo continuato a stare insieme. In quel momento non mi ero posto il problema di cosa potesse poi dover affrontare Giulia con l'aborto, oggi è tutto molto più chiaro". 

Per quanto riguarda invece il nome di fantasia utilizzato per l'acquisto del cloroformio, Impagnatiello ha spiegato: "Un mio desidero era quello di avere in casa un acquario, deriva dalla mia passione per il film “7 anni”. Su alcuni forum avevo letto che le lastre di plexiglass per l’acquario potevano essere unite con il cloroformio, che però avevo letto essere illegale. Non volendo legare il mio nome all’account di quell’acquisto ho usato nome falso".

"Sa cosa non riesco a capire? Che in tutte le ricerche che ha fatto la parola cloroformio non viene mai associata alla parola acquario, bensì a quelle fazzoletto e sonnolenza", ha detto Menegazzo. "Con i miei avvocati è emersa parola acquario nelle ricerche. Le parole fazzoletto e sonnolenza perché lo vedevo nei film, ma era solo per curiosità. Ho cercato anche bombe a carta ma non per questo le ho mai costruite o lanciate. Sull’ammoniaca perché Giulia sentiva sapori strani, per esempio voleva buttare cassa d’acqua e le avevo detto che l’avrei bevuta io. Andai a cercare ammoniaca feto senza un motivo specifico". 

A cura di Ilaria Quattrone
15:53

Alessandro Impagnatiello: "Le ricerche sul veleno per topi durante i momenti di noia"

"Anche quando mi ero convinto di tenere il bambino capitavano questi momenti di totale noia, come quando ero in metropolitana, e allora facevo queste ricerche. Poi a maggio ricaddi in quello stato, impaurito dall’imminente arrivo del bambino. Così in un momento di fortissima debolezza agii per la prima volta", ha detto ancora Alessandro Impagnatiello durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio, dove è imputato per il femminicidio di Giulia Tramontano.

La magistrata ha nuovamente chiesto: "Ma i 5 veleno più pericolosi?". E Impagnatiello: "Non era una mia ricerca, era la stringa automatica di ricerca". E ancora la pm: "Dalle indagini risulta che lei abbia cercato veleni mortali fatti in casa". "Non lo escludo, ma erano ricerche fatte per il feto", ha risposto l'imputato.

A cura di Ilaria Quattrone
15:38

Alessandro Impagnatiello: "Facevo ricerche sul veleno per l’esclusivo scopo di interrompere la gravidanza di Giulia Tramontano"

Durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, Alessandro Impagnatiello – accusato del femminicidio della compagna Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio 2023 a Senago (Milano) – ha risposte alle domande della pubblico ministero Alessia Menegazzo di fronte ai giudici della Corte d'Assise di Milano. Durante la sua testimonianza, è stato mostrato il contenuto dello zaino di sua proprietà sequestrato dagli investigatori durante le indagini. La magistrata gli ha chiesto di poterne descrivere il contenuto: "Uniforme da lavoro, soldi contanti, documenti, portafoglio, penne", ha detto il trentenne.

"Vede il topicida?", ha chiesto la pm. "Da qui no, ho problemi di vista da lontano". Per questo motivo, l'imputato ha potuto alzarsi e avvicinarsi allo schermo. In questo modo, è riuscito a individuarlo: "I granuli di topicida erano quelli che avevo nello zaino. Ho acquistato questo prodotto l’estate prima, perché nel locale pattumiera vicino al box un topolino mi era passato sopra il piede e avevo solo le ciabatte. Io ho un'enorme fobia dei topi. L’avevo acquistato per spargerlo in quel locale. Avevo riferito la sera dell’interrogatorio che il topicida l’avevo acquistato per usarlo in piazza Croce Rossa, vicino al lavoro, dove mi fermavo dopo il lavoro a fumare cannabis".

"Passavano grossi roditori e io, che ero uno di quelli che aveva più fobia, avevo proposto di usare quel veleno che già avevo. Le somministrazioni del veleno a Giulia Tramontano sono state fate a uno due giorni di distanza. Le ricerche datate da dicembre erano dovute al fatto che ero sconvolto per l’arrivo di un bambino, avevo il timore che l’arrivo di quel bambino potesse farmi interrompere la relazione con Giulia, visto che già senza bambino mal tollerava i miei orari di lavoro. Quelle ricerche avevano l’esclusivo scopo di interrompere la gravidanza di Giulia, non di fare del male a lei".

La pubblico ministero ha quindi chiesto: "Come mai poi cerca i veleni più pericolosi al mondo?". "Perché volevo capire che danno potesse subire Giulia se gli avessi somministrato il topicida", ha risposto Impagnatiello. Menegazzo ha quindi domandato: "Ma la ricerca era su quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona". Impagnatiello ha affermato: "Io non volevo colpire Giulia, volevo colpire il bambino. Ero in uno stato di totale annebbiamento. Dopo aver fatto quelle ricerche mi rendevo conto di essere staccato dalla realtà ed era come se mi dessi dei pizzicotti per svegliarmi".

A cura di Ilaria Quattrone
15:25

I giudici: "La famiglia potrà riavere le cose di Giulia Tramontano"

La pubblico ministero Alessia Menegazzo ha detto che all'esito dell'istruttoria valuteranno l'ipotesi di "un esperimento giudiziale sul tappeto e la lavatrice perché noi riteniamo che il tappeto non sia stato lavato". La Corte d'Assise ha poi dato il via al dissequestro dell'immobile di via Novella a Senago (Milano) con la restituzione del medesimo ai proprietari: i locali dovranno essere liberi da persone e cose entro due mesi. I parenti della persona offesa, inoltre, potranno procedere all'asporto dei beni di proprietà della vittima. Sarà mantenuto il sequestro del tappeto e della lavatrice.

A cura di Ilaria Quattrone
15:00

La mamma di Giulia Tramontano: "Se si parla di mia figlia voglio essere in aula, anche se è difficile"

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L'udienza in cui è stato ascoltato Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, è stata sospesa e riprenderà alle ore 15. Nel frattempo la madre della vittima ha raccontato che "se si parla di mia figlia voglio rimanere in udienza, anche se è difficile sento che è mio dovere farlo".

A cura di Ilaria Quattrone
13:56

La recita di Impagnatiello in aula: "Dalla cella continuavo a chiedermi dove fosse Giulia Tramontano"

"Anche dopo l’arresto io ho portato avanti per tanto tempo la versione falsa dell’allontanamento volontario, dalla cella guardando la tv mi chiedevo dove fosse Giulia Tramontano", ha detto Alessandro Impagnatiello durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, dove sta testimoniando davanti alla Corte d'Assise. Il trentenne è accusato del femminicidio di Giulia Tramontano, avvenuto il 27 maggio 2023 a Senago.

A cura di Ilaria Quattrone
13:53

Alessandro Impagnatiello: "A Giulia Tramontano ho somministrato il veleno per topi mentre dormiva"

Alessandro Impagnatiello, durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio, ha ammesso di aver somministrato veleno per topi a Giulia Tramontano: "Ma solo nella prima parte di maggio". La pubblico ministero ha quindi chiesto: "Come si spiega le difformità rispetto agli esiti dell'autopsia?". Il barman ha risposto: "È avvenuto in due occasioni, ma non è qualcosa che si può portare indietro nel tempo. Non è stata una cosa continuativa, è avvenuto a maggio in due occasioni e basta. Gliel'ho somministrato, un singolo grano di topicida nel sonno, mentre Giulia dormiva. Giulia andava a letto molto presto, mai dopo le 21:45. Era grande come un chicco di riso e lo depositavo nella sua bocca leggermente aperta durante il sonno". 

"Non volevo farle del male, ma in alcuni momenti usciva nella mia testa l’intenzionalità di volerle provocare un aborto", ha poi aggiunto.

A cura di Ilaria Quattrone
13:43

Alessandro Impagnatiello: "Volevo far credere a tutti a un allontanamento volontario di Giulia o a un suicidio"

Durante l'udienza in cui la Corte d'Assise di Milano sta ascoltando Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio della compagna Giulia Tramontano, la pubblico ministero ha ricordato come "Parallelamente a questa profonda scissione ha denunciato la scomparsa di Tramontano fornendo agli inquirenti dettagli per sviare le indagini verso l’allontanamento volontario, tanto che il primo fascicolo aperto è stato per istigazione al suicidio".

"La mia idea non era far credere a tutti a un allontanamento volontario o a un suicidio", ha detto il barman trentenne. "Fra le tante e innumerevoli bugie che dissi ad A., sono venuto a conoscenza dalle scorse testimonianze che le dissi che poteva essersi allontanata per la sua instabilità. Una persona non è un fazzoletto che si può far sparire, ma io continuavo ad alimentare questa atroce follia che il mio corpo ha commesso e allo stesso tempo continuavo a cercare Giulia".

La pubblico ministero ha poi ricordato che "Il 31 maggio, quando gli viene notificato avviso di garanzia, negli stessi uffici del Sis, un operatore si avvicina alla sua macchina che profuma di violetta. Intanto lei cerca su Internet come eliminare macchie di sangue". Impagnatiello ha risposto: "Anche dopo l’arresto io ho portato avanti per tanto tempo la versione falsa dell’allontanamento volontario, dalla cella guardando la tv mi chiedevo dove fosse Giulia. È un processo ancora in fase di evoluzione. Andai testualmente dai carabinieri non per la notifica di garanzia ma perché sentivo il bisogno di liberarmi".

A cura di Ilaria Quattrone
13:36

Alessandro Impagnatiello: "Nessuno mi ha aiutato a occultare il cadavere"

"Cercai di spostare in più occasioni di nuovo il corpo di Giulia dalla cantina al box, ma non ci riuscii perché c’era sempre qualcosa che me lo impediva. Lo feci nella giornata del 30 maggio, appunto per metterlo in macchina. Durante quella giornata, in cui sono stato a pranzo da mia mamma, il cadavere è rimasto nel bagagliaio della macchina. Nella notte tra il 30 e il 31 maggio, con il cadavere ormai da un giorno nel bagagliaio, decisi di spostarlo nel luogo del ritrovamento, che non era stato precedentemente individuato, era un luogo da cui passavo spesso", ha detto Alessandro Impagnatiello durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, davanti alla Corte d'Assise di Milano.

"Nessuno mi ha aiutato a occultare il cadavere". In aula è stato fatto sentire un audio in cui Impagnatiello diceva che mancavano alcune cose di Tramontano. Per la precisione: una valigia, le ciabatte, il caricabatterie e i documento. E infine affermava: "Non so dove c* sia".

Al termine dell'ascolto dell'audio, ha detto: "In quei momenti era come se avessi una lotta interna. Una parte sapeva dove fosse Giulia, un’altra parte la cercava, non credeva a cosa fosse successo. Infatti chiamavo parenti e suoi amici per avere sue notizie".

A cura di Ilaria Quattrone
13:32

Alessandro Impagnatiello: "Il corpo di Giulia è rimasto nel box per due giorni"

Alessandro Impagnatiello ha affermato durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, per il femminicidio della compagna Giulia Tramontano che "ha gettato benzina, alcol, qualsiasi tipo di materiale sul corpo di Giulia, a caso, senza voler colpire una specifica parte o le coltellate. Non ero in me. Il corpo di Giulia è stato portato dal salotto in bagno e dal bagno al box, dove rimase fino al 29 maggio, da cui poi lo portai in cantina. Avevo detto alla mia famiglia di non dire del box, perché li coltivavo cannabis, mio fratello mi disse quindi di sbarazzarmi delle piantine. Lui voleva scendere con me ad aiutarmi a toglierle, ma cercai di dissuaderlo".

"Quindi la mattina del 29 maggio eliminai le piantine e spostai il cadavere in cantina. Ho acquistato io il carrello per sbarazzarmi del corpo il 30 maggio. Avevo intenzione di utilizzarlo per spostare il corpo di Giulia, cosa però non fatta perché è impossibile spostare un cadavere su un carrellino. Ho acquistato io il carrello per sbarazzarmi del corpo il 30 maggio. Avevo intenzione di utilizzarlo per spostare il corpo di Giulia, cosa però non fatta perché è impossibile spostare un cadavere su un carrellino. Cercai di spostare in più occasioni di nuovo il corpo di Giulia dalla cantina al box ma non ci riuscii perché c’era sempre qualcosa che me lo impediva. Lo feci nella giornata del 30, appunto per metterlo in macchina. Durante quella giornata, in cui sono stato a pranzo da mia mamma, il cadavere è rimasto nel bagagliaio della macchina".

A cura di Ilaria Quattrone
13:24

Alessandro Impagnatiello: "Non è vero che ho portato le brioche ai colleghi il giorno dopo l'omicidio di Giulia Tramontano"

"Ho ripulito l’appartamento e la mattina presto rimesso il tappeto", ha spiegato ancora Alessandro Impagnatiello. "Quella notte sono venuto a conoscenza che c'è stata una pioggia torrenziale". Alla domanda della pubblico ministero: "In che senso?", ha risposto: "Durante una scorsa testimonianza venne fuori che ero stato visto sotto la pioggia senza ombrello, senza quella testimonianza non me ne sarei mai ricordato". Il pubblico ministero ha domandato: "E non si era nemmeno accorto che il tappeto steso fuori per la pioggia era fradicio?".

Il trentenne ha risposto: "Non era fradicio, perché il balcone è semi coperto, semmai poteva essere umido". La magistrata ha poi chiesto: "Il cellulare di Giulia Tramontano non è mai stato ritrovato. Dove l'ha messo?". L'uomo ha affermato: "L'ho buttato in un tombino, quello vicino al Mc Donald’s dove parcheggiavo e poi prendevo la metro, insieme ai documenti. La sera stessa dell’omicidio ho buttato nei sacchi gli stracci e materiale per pulire. Era un sacchetto semi trasparente. Il lenzuolo serviva per oscurare la trasparenza di questi sacchetti da cui si vedevano macchie di sangue. Con quel lenzuolo io non ho coperto nulla".

"Il divano o altre parti di arredo non sono mai state coperte. Il divano poteva anche essere stato macchiato, ma ho pulito tutto l’appartamento, divano compreso, utilizzando prodotti non invadenti. I sacchetti che invece ho portato via la domenica mattina contenevano materiale di cui mi dovevo liberare, da stracci a vestiti che indossavo quella sera".

Durante le scorse udienza, un collega di Impagnatiello ha raccontato ai giudici che il trentenne aveva portato alcune brioche il giorno dopo il delitto: "Non ho mai portato alcuna brioche calda in tutta la mia vita ai miei colleghi, men che meno la mattina del 28 maggio, quello che ha detto il teste che l’ha dichiarato è falso. E non è vero che quella mattina mi sono cimentato in nuovi cocktails da proporre".

A cura di Ilaria Quattrone
13:13

Alessandro Impagnatiello: "Ho usato il telefono di Giulia Tramontano per rispondere alle persone che la stavano contattando"

Alessandro Impagnatiello ha detto di aver fatto una videochiamata con A., la giovane con cui aveva una relazione parallela: "Dopo queste azioni A., che cercava di mettersi in contatto, mi fa una videochiamata alle 23:29 ero in balcone a fumare, avevo già pulito tutto dal sangue. Tranne il bagno, che infatti non le mostrai nella video chiamata. Dopo quella video chiamata chiesi ad A. di vederci, avevo bisogno di parlarle, ma lei si negò. Cercavo di insistere dicendole: ‘Poi non ti ostacolerò mai più, poi non sentirai più nulla da me'. La attesi per parecchio tempo sotto casa finché non rientrò ma io non me ne resi conto".

"A quel punto poi fu lei a dirmi di essere già a casa e le proposi di parlare attraverso la finestra. Mi fece entrare nel palazzo e mi parlò dalle inferriate. Volevo che sentisse le ultime mie parole. Non è vero che dissi ad A. ‘non ci sono più ostacoli al nostro amore', io volevo sparire da lei e da tutto. Non c’era un argomento di cui le volevo parlare, avevo solo bisogno di una persona davanti con cui avere un contatto. E lei era l’unica che volevo vedere, anche perché anche lei vittima di questa situazione".

La pubblico ministero ha sottolineato che l'1 giugno 2023 alle ore 3.14 disse però "che aveva detto ad A. che Giulia non era più un ostacolo alla vostra relazione". Impagnatiello ha risposto: "Non me lo ricordo, ero totalmente annebbiato".

"Tornato dalla casa di A. sono entrato in casa, non ricordo cosa ho fatto dalle 3 alle 5:30". La magistrata ha ricordato la deposizione in cui il trentenne ha detto: "Sono tornato a casa e dovevo far sparire definitivamente il corpo. Dopo averlo cosparso con la benzina le ho fato fuoco con l’accendino ma anche in questo caso non sono riuscito a renderla cenere". Il barman ha risposto: "Sì, ma il secondo tentativo di dare fuoco a Giulia fu immediatamente dopo il primo, prima di andare da A. Quando andai da A. il corpo di Giulia era già nel box dopo il secondo tentativo di combustione".

"Andai a prendere la benzina in un distributore vicino alla scuola di Senago". La pubblico ministero ha chiesto: "È sicuro? Perché dalle immagini delle telecamere analizzate dagli inquirenti non c’è evidenza di questo". Impagnatiello ha risposto: "Andai a piedi, uscendo dall’ingresso principale e attraversando il parchetto di fronte alla casa". 

Dopo che gli sono state mostrate le foto del salotto dopo il delitto, ha detto: "Il tappeto non era presente perché il giorno prima Giulia aveva lavato il tappeto in lavatrice e l’aveva steso sul balcone. Il divano è sempre stato lì, l’ho spostato dopo la morte di Giulia per pulire il pavimento. Quando l’ho uccisa il divano non era coperto, ma non si è sporcato. Dopo le pulizie dell’appartamento ho rimesso il tappeto. Ho usato il coltello piccolo per ucciderla. Alle 20:30 ho mandato messaggi utilizzando il telefono di Giulia per rispondere alle persone che la stavano contattando, cercando di continuare a nascondermi e nascondere. Con la mamma ho usato un termine che Giulia utilizzava, madre per la mamma, zia per l’amica. Zia perché era visibile il messaggio prima in cui si chiamavano così. Poi risposi anche ad A. dicendole di smettere di intromettersi in questa storia. Nella notte tra il 27 e il 28 non ho dormito. Ho ripulito l’appartamento e la mattina presto rimesso il tappeto".

A cura di Ilaria Quattrone
12:43

Alessandro Impagnatiello: "Ho cercato di dare fuoco al corpo prima nella vasca poi nel box"

La pubblico ministero, durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio, nel processo sul femminicidio di Giulia Tramontano, ha chiesto all'imputato Alessandro Impagnatiello se la giovane abbia tentato di difendersi: "Non ce n'è stata l'occasione", ha affermato.

"Tutto quello che ho dichiarato nella prima versione è completamente falso, nella seconda parzialmente. Avevo ancora una realtà alterata delle cose. Mi ci sono voluti parecchi mesi per arrivare oggi a poter dire tutta la verità. Dopo averla accoltellata era come se cercassi di nascondermi e nascondere tutto ciò che era successo quella sera. Ero avvolto in uno strato di follia, di pazzia totale. Cercai di fare letteralmente sparire il corpo di Giulia dandole fuoco".

"Ho trascinato il corpo dalla sala alla vasca da bagno poi l’ho cosparso di prodotti infiammabili. Saranno state le 20.30-21. Tentai nuovamente di dare fuoco al suo corpo, spostandolo nel box. Questo verso le 21-21.30. Ma in mezzo a tutte queste azioni confusionarie e illogiche era come se una minuscola parte di me cercasse aiuto, cercasse di essere vista da qualcuno. Perché cercare di spostare un cadavere su quattro rampe di scale in un condominio e in una giornata, esattamente un anno fa, dove il sole tramonta più tardi. Una parte di me sperava che passasse un vicino, qualcuno con il cane, che chiamasse la polizia e interrompesse tutto".

A cura di Ilaria Quattrone
12:29

Alessandro Impagnatiello: "L’ho accoltellata mentre si è alzata per tornare in cucina"

Alessandro Impagnatiello ha raccontato che il 27 maggio 2023 Giulia Tramontano è tornata a casa verso le 19: "Dai messaggi e da tutto immaginavo quale fosse la sua intenzione, di lasciarmi. Entra in casa in un clima freddo. Avemmo una discussione molto breve, senza toni accesi. In quel momento cercai di esprimere a Giulia la mia totale vergogna ai suoi occhi. Giulia è quel bambino erano il mio futuro. Lei disse che se ne sarebbe andata di casa e sarebbe tornata a Napoli. E che io di quel bambino non avrei mai avuto notizie. Tirando fuori l’evidenza dei fatti, il confermarmi la fine della relazione e che quel bambino io non avrei avuto modo di conoscerlo ha definitivamente distrutto ogni ancora di salvataggio".

"Magari col tempo ci saremmo potuti ritrovare, ci avrei provato. Andai nuovamente in doccia per cercare di ripulirmi da quella distruzione di certezze. Verso le 19.25 mi faccio questa seconda doccia, Io e Giulia eravamo separati in casa. Cercai di mangiare ancora qualcosa, di distrarmi con un panino, per tenermi occupato ma non avevo appetito. Mi sono quindi distratto per qualche minuto in cucina per poi lasciare spazio a Giulia in cucina, che invece era intanto in camera da letto. Siamo alle 19.35".

"Lei entra in cucina e io esco, giro per la casa, per poi stabilizzarmi in sala, che è opposta alla cucina. Giulia stava preparando qualcosa per sé quando sentii un piccolo lamento, si era fatta male tagliando i pomodori. Sotto alla tv in un cassetto c’era una scatola con i medicinali e i cerotti. Andai in cucina e chiesi che cosa fosse successo ma senza risposta. Chiesi di nuovo ma continuava a non rispondere come se non esistessi. E fu lì che mentre lei era abbassata con questo sacchetto, io ero in piedi. Giulia viene in sala a prendere i cerotti e il disinfettante".

"Io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c’era questo coltello con cui Giulia stava preparando verdure, mi posiziono immobile alle spalle di Giulia in attesa che si rialzi per tornare in cucina e la colpisco all’altezza del collo. Non so quanti fendenti, ne sono venuto a conoscenza dalla tv. Ero in cella con un altro detenuto quando uscì il servizio su di me, che avevo dato 37 coltellate a Giulia".

"Sarò sempre soffocato da quel numero. L’ho accoltellata proprio mentre si è alzata per tornare in cucina. Eravamo in salotto, di fronte alla tv. Quando l’ho colpita era proprio di fronte a me. Era prima delle 20″.

A cura di Ilaria Quattrone
12:09

Alessandro Impagnatiello: "Non volevo che ci incontrassimo sul luogo di lavoro"

Alessandro Impagnatiello ha spiegato ai magistrati che il 27 maggio 2023, giorno in cui ha ucciso Giulia Tramontano, non voleva incontrare la compagna e la ragazza in cui aveva una relazione parallela: "Non volevo che ci incontrassimo sul luogo di lavoro. Ci tenevo particolarmente all’immagine e alla stima che i miei colleghi avevano di me. Non volevo essere umiliato. Avevo proposto di vederci tutti e tre l’indomani da un’altra parte. Invece Giulia e A. insistono, io mi sottraggo. Loro lo fanno lo stesso, lo fanno davanti a persone importanti, di un certo livello, tra cui il direttore dell’hotel. Torno a Senago alle 17.30. Sono sceso giù a camminare in un parchetto, fumavo cannabinoidi per placare quel trauma: la mia immagine distrutta davanti ai miei colleghi di lavoro e alla mia famiglia e a quella di Giulia, perdere Giulia. In quei momenti facevo tutto e nulla. Entravo e uscivo da casa fumando, mi sono fatto una doccia, cercavo di mangiare ma non avevo appetito".

La pubblico ministero ha poi domandato: "Ha spostato gli arredi?". Lui ha risposto: "No, non ho spostato nulla". Ha poi spiegato che il rossetto trovato nella sua automobile "Non era di Giulia, ma non mi sembrava nemmeno di A., non era nel suo stile". 

A cura di Ilaria Quattrone
11:57

Alessandro Impagnatiello: "Ho costruito un immenso castello di bugie"

Alessandro Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello

"Non ho mai fatto credere a Giulia di essere pazza, mi sono reso conto di aver costruito un immenso castello di bugie in cui io stesso sono annegato": a dirlo durante l'udienza di oggi, lunedì 27 maggio 2024, è Alessandro Impagnatiello, il barman trentenne accusato del femminicidio della compagna Giulia Tramontano avvenuto il 27 maggio 2024.

L'uomo ha affermato: "A. sapeva della presenza di Giulia fin dal primo incontro fisico, così come tutti i miei colleghi. A inizio 2023 dissi ad A. che la relazione con Giulia si stava interrompendo anche se mantenevamo contatti per la casa. Era una bugia. Era una bugia anche quella che dissi ad A. sul viaggio a Ibiza. Sulla gravidanza di Giulia dissi ad A. che io non ero il padre del bambino, ma lo era una persona a me sconosciuta, non ricordo i particolari che le avevo raccontato. Forte della gravidanza di Giulia, per continuare a mantenere le due strade aperte, dissi ad A. che continuavo a stare vicino a Giulia per il suo stato psicologico instabile. Riferivo ad A. che Giulia aveva difficoltà".

La pubblico ministero ha quindi chiesto e precisato: "Sa che questo ha confuso le indagini almeno per le prime ore?". Il trentenne ha risposto: "Sì, ma non era mia intenzione".

A cura di Ilaria Quattrone
11:39

La testimonianza di Alessandro Impagnatiello: "Questo processo mi ha molto cambiato"

Alessandro Impagnatiello ha iniziato a rispondere alle domande della pubblico ministero nell'ambito del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano: "La persona che ero io allora non è la stessa che sono oggi. Io sono qui oggi per esprimere la più vera verità, perché oggi sono una persona più lucida e consapevole di allora. Questa processo mi ha molto cambiato".

"Conobbi Giulia Tramontano nel gennaio 2021, era periodo Covid-19 e zone rosse. Ero a casa dal lavoro perché il mio settore era colpito dal covid. Ci conoscemmo via social. Non avevamo amicizie in comune. Fu un fulmine a ciel sereno. Cominciammo a parlare via chat e fu Giulia qualche settimana dopo a chiedermi di uscire. La relazione sentimentale iniziò a marzo 2021, la convivenza a novembre 2021. Ma anche prima, avendo case indipendenti, passavamo ogni settimana, diverse notti insieme".

"Poi anche per un discorso economico verso fine dell’anno abbiamo deciso di andare a convivere. L'incontro con A. nell’estate 2022. Giulia inizia a sospettare alla fine del 2022, ottobre-novembre. Le due donne hanno però avuto la certezza che mentivo a entrambe il 27 maggio 2023. Giulia mi dice di essere incinta a fine novembre 2022. A. gennaio 2023. Quando Giulia mi disse di aspettare un bambino iniziò l'altalena emotiva. Da un lato ho provato la gioia di costruire famiglia con Giulia. Dall’altro elementi personali e di coppia che ostacolavano".

"Del tipo che io e Giulia da qualche mese parlavamo di comprare casa, c’era poi questione del mio lavoro. Giulia alla fine del 2022 iniziava a lamentare la mia forte presenza sul luogo di lavoro, io tenevo alla carriera. In passato sono andato incontro alle esigenze di Giulia, potendo decidere io gli orari. Giulia mi contestava assenza nel weekend o le sere. Questo non proprio i primi mesi, ma poco dopo. Io e A. avevamo orari diversi, i suoi erano sempre fissi serali, quindi i nostri orari coincidevano al massimo 3 giorni a settimana".

"Il rapporto con A. non è mai stato una frequentazione, ci vedevamo solo al lavoro e prima e dopo di esso. Prima di entrare al lavoro, quando avevamo lo stesso turno pomeridiano, andavo a casa sua prima di iniziare".

A cura di Ilaria Quattrone
11:23

Il vice brigadiere dei carabinieri: "Impagnatiello ha cercato come ucciderla quando era tardi per aborto"

Alessandro Impagantiello avrebbe cercato di ucciderla quando ormai era troppo tardi per l'aborto. A confermarlo è il vice brigadiere dei carabinieri Emilio Torani del nucleo investigativo seconda sezione squadra omicidi: "La mattina alle 7.01 Alessandro Impagnatiello esce di casa, posa prima in macchina uno zaino marrone, poi rientra in casa e torna verso la macchina con due sacchi della spazzatura. Arriva al lavoro alle 7.52. Nel frattempo la signora Femiano è preoccupata, continua a chiamare Giulia, ma Giulia non risponde. Chiama quindi la signora Paolis, che va a casa a Senago e comunica che Giulia a casa non c’è. Il 28 maggio sera scatta la denuncia alle 19.10. La signora Paolis il giorno prima aveva tentato di chiedere a Impagnatiello del litigio e lui le dice di lasciarli in pace. Anche il giorno dopo, la mattina, la rassicura che va tutto bene. Impagnatiello inizia già alle 00.21, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, a mandare messaggi a Giulia, che sapeva benissimo essere morta. Lo fa anche nei giorni successivi".

L'investigatore poi afferma: "I genitori di Giulia la sera del 28 partono da Sant’Antimo e per tutto il tragitto continuano a scrivere e a chiamare la figlia, che ovviamente non risponde. La macchina di Impagnatiello viene portata fuori dal box alle 12.53 del 30 maggio, non farà più ritorno al suo interno. Vista però alle 20.53 all’angolo di via della liberazione. Alle 2.37 del 31 maggio viene vista poco lontano da dove in qualche minuti abbandona il corpo di Giulia dietro al box di via Monte Santo".

"In seguito all’occultamento del cadavere fa ricerca: ‘quali possono essere gli odori che danno fastidio ai cani'. Alcune ricerche coincidono con gli orari in cui si trovava in caserma, quindi poteva avere anche uno dei nostri colleghi a fianco. Sicuramente la sera del 28 il cadavere non è in casa né in cantina, dove entrano i carabinieri, che però non vanno nel box perché non è stato detto loro che era di sua pertinenza. Quindi prima il cadavere è nel nel box, poi il 29 viene spostato in cantina, già ispezionata dai carabinieri. Anche se poi verrà riportato nel box per essere messo nel baule".

Relativamente alla scena del crimine, il carabiniere ha detto che "È ovvio e certo che tappeto non c’era durante l'omicidio e divano era coperto da qualcosa. Non sappiamo cosa, ma sappiamo che Impagnatiello la mattina del 28 esce con due sacchi dell’immondizia. È stato usato un materiale, potrebbe essere un cuscino o un panno, che è stato messo sul corpo di Giulia e ha aiutato a ripulire la lama del coltello mente veniva estratta dal corpo. A febbraio-marzo Impagnatiello era consapevole che ormai Giulia non poteva più interrompere la gravidanza ed è da lì che le ricerche si spostano dal veleno per topi ai veleni letali, dall’uccidere il feto all’uccidere la persona". 

A cura di Ilaria Quattrone
11:12

Un anno fa Alessandro Impagnatiello uccideva la compagna Giulia Tramontano

È trascorso un anno dal 27 maggio 2023, giorno in cui Alessandro Impagnatiello, barman trentenne di un noto locale di Milano, uccideva la compagna Giulia Tramontano nel loro appartamento di Senago (Milano). La donna di 29 anni, agente immobiliare, era incinta del loro bambino Thiago. La giovane dopo aver incontrato la ragazza con cui il compagno aveva una relazione parallela, è rientrata a casa dove ad attenderla c'era proprio Impagnatiello. Il trentenne l'ha uccisa con 37 coltellate, ha provato a bruciarne il cadavere e lo ha poi nascosto in alcuni sacchi neri per poi abbandonarlo in un'intercapedine tra due box. Ha poi denunciato la scomparsa della compagna. I carabinieri dopo due giorni dall'omicidio, lo hanno arrestato. Dalle indagini è emerso che, per mesi, ha provato ad avvelenarla. Oggi, lunedì 27 maggio 2024, testimonierà davanti ai giudici della Corte d'Assise nel processo dove è imputato per l'omicidio.

A un anno da quel terribile delitto, a Fanpage.it ha parlato la madre di Giulia Tramontano: "Con lei un rapporto speciale, sono ferma a quel 27 maggio”

A cura di Ilaria Quattrone
11:01

Dopo l'omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello ha cercato i risultati di "Atalanta - Inter"

"Successivamente Giulia rientra a casa, sono le 19.06 quando scende dalla macchina della signora Paolis. Alle 19, Impagnatiello cerca su Google: ‘ceramica bruciata vasca da bagno'. Dalle 19.06 noi non abbiamo messaggistica di Giulia fino alle 20.30 circa. A quell'ora A. le scrive per chiederle se è tutto ok e il tono di Giulia sembra cambiare. Chiede di essere lasciata in pace e dice di non essere stata totalmente sincera. Alle 20.59 Loredana scrive alla figlia: ‘gioia, tutto bene'. E lei risponde: ‘sì, madre', ma quel termine (che Loredana aveva raccontato che Giulia usava spesso nei suoi confronti) di fatto nei precedenti cinque mesi non era mai stato usato così, per iscritto. Fino alle 22:25 il telefono di Giulia rimane acceso. A. le scrive: ‘va bene, non ti disturbo più', ma il messaggio non arriverà mai sul cel di Giulia, perché si trova in un posto in cui non è possibile scaricare dati", ha raccontato il vice brigadiere Emilio Torani del nucleo investigativo seconda sezione squadra omicidi.

"Nel frattempo Impagnatiello messaggia con A., che vuole vedere Giulia, ma Impagnatiello dice che sta dormendo. A. proverà a chiamarlo, lui risponderà solo alla terza videochiamata, che durerà 9 minuti. All' 1.57 Impagnatiello è in viale Certosa e aspetta cerea col telefono in mano Le ricerche che fa: ‘orari dell’autobus e risultati di Atlanta-Inter'".

A cura di Ilaria Quattrone
10:57

Il vice brigadiere dei carabinieri racconta l'incontro tra Giulia e la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione

"Il 27 maggio c'è stato un primo contatto tra Giulia e A. Alle 14.27 A. chiama Giulia al telefono. La conversazione dura otto minuti e poi inizia la chat tra le due. A. confida di avere una relazione con Impagnatiello e Giulia chiede spiegazioni. Tra le prove portate da A., anche la foto del falso test di paternità presentato da Impagnatiello. Da questa chat poi scaturiscono chat incrociate. Giulia scrive arrabbiata a Impagnatiello, che a sua volta scrive ad A. per lamentarsi per aver avvertito Giulia. A. e Giulia vogliono un incontro a tre per chiarirsi, Alessandro dice di no, per questioni lavorative. Giulia, ripresa dalle telecamere, esce di casa alle 16.20 e si fa accompagnare dalla signora Paolis alla metro Comasina. Impagnatiello prende il motorino e torna a casa. Giulia e A. si incontrano. Giulia fa foto al telefono di A. Fotografa una chat in cui c'è la foto di Impagnatiello e A. a cena. E gli dice: ‘Voglio vedere adesso cosa ti inventerai. Successivamente Giulia rientra a casa, sono le 19.06 quando scende dalla macchina della signora Paolis", ha detto il vice brigadiere Emilio Torani del nucleo investigativo seconda sezione squadra omicidi.

A cura di Ilaria Quattrone
10:41

Le ricerche sul web, i profili falsi e l'acquisto di cloroformio: cosa emerge dai tabulati di Alessandro Impagnatiello

"Il 5 febbraio Alessandro Impagnatiello ha cercato informazioni sul cloroformio. Il 2 maggio ha fatto una ricerca su aborto spontaneo al settimo mese, il 13 maggio ha letto la notizia ‘avvelena il compagno con veleno per topi'. Tra i reperti più importanti, c'è il nastro adesivo con cui poi è stato chiuso nei sacchi il corpo di Giulia Tramontano e la bottiglia di cloroformio, che non è facilmente acquistabile, perché devi avere la Partita Iva. E infatti lui cerca: ‘cloroformio sapore', poi va su sito di ricerca forense e cerca come metterlo sul fazzoletto. La bottiglia trovata era aperta", ha detto il vice brigadiere Emilio Torani del nucleo investigativo seconda sezione squadra omicidi.

Ha poi aggiunto: "Il 16 febbraio ha acquistato una bottiglia al costo di 58 euro. Lo acquista online su un sito spagnolo con profilo falso: costa 23 euro, più 25 di spedizione e 10 di imposta. Lo fa recapitare al falso nome Andrea Valdi, con utenza telefonica falsa di una ditta di Ferrara che produce cosmetici per parrucchieri, ma all’indirizzo di via novella a Senago, senza però il numero civico. Chiediamo a questo punto al corriere gls, che racconta di non aver consegnato il prodotto perché l'utente era sconosciuto, il plico è quindi stato trattenuto e ritirato il 6 marzo in via Amendola da una persona che si firmava Alessandro Impagnatiello. La cella del cellulare di Impagnatiello è stata agganciata proprio in quella zona quel giorno all’ora del ritiro".

A cura di Ilaria Quattrone
10:33

La dedica della mamma di Giulia Tramontano alla figlia e al nipote morti un anno fa

Loredana Fimiano, mamma di Giulia Tramontano, ha pubblicato sulle proprie storie Instagram una foto di una candela con un fiocco nero, simbolo di lutto. Ha solo scritto: Giulia e Thiago Tramontano, 27 maggio 2023 – 27 maggio 2024.

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A cura di Ilaria Quattrone
10:28

Alessandro Impagnatiello ha cercato sul web i "veleni mortali da poter fare in casa"

Alessandro Impagnatiello ha cercato su Internet i veleni mortali da poter fare in casa. Come spiegato dal vice brigadiere Emilio Torani del nucleo investigativo seconda sezione squadra omicidi: "Il 7 gennaio ha cercato ‘quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona', ‘Veleno calore perde efficacia' che era una ricerca mirata a comprendere se poteva somministrarlo per esempio con una tisana, sciogliendolo. Non poteva farlo nel cibo cucinato perché ha grani rossi e blu e si sarebbe visto. Cercava anche, il 17 gennaio, notizie sul sapore, per paura che Giulia potesse accorgersene. Il 5 marzo ricerca i 5 veleni vietati e i veleni mortali da poter fare in casa".

A cura di Ilaria Quattrone
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