Incendio alla Rsa Casa per Coniugi di Milano: in 5 rischiano il processo per la morte di 6 ospiti

La Procura di Milano ha chiuso le indagini sull'incendio che nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 2023 aveva colpito la Rsa ‘Casa per Coniugi‘ di via dei Cinquecento e che aveva portato al decesso sei ospiti. Gli inquirenti hanno stralciato le posizioni di due dirigenti comunali per i quali arriverà la richiesta di archiviazione, mentre il rinvio a giudizio verrà chiesto per altri cinque soggetti: i vertici della cooperativa Proges che gestiva la struttura, la cooperativa stessa e la direttrice dell'epoca della Rsa. Le accuse sono di omicidio e incendio colposi, omissione colposa di cautele contro disastri o infortuni sul lavoro. A Proges viene contestata la responsabilità amministrativa.
L'impianto di rilevazione fumi non funzionava "dall'agosto 2020"
Stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dai pm del pool guidato dall'aggiunta Tiziana Siciliano, il rogo si era generato all'interno di una stanza a causa di una sigaretta accesa da una ospite della struttura mentre era in ossigenoterapia. Secondo gli ingegneri Davide Luraschi e Giovanni Cocchi, che a marzo hanno depositato l'esito della consulenza che gli era stata affidata, l'impianto di rilevazione fumi della struttura era guasto da quasi tre anni "almeno dall'agosto 2020", era completamente rotto "dal novembre 2021" e non era mai stato riparato. Al suo posto, come "misure compensative", erano state collocate "trombette da azionare a mano come allarme sonoro".
Quell'impianto avrebbe potuto evitare il decesso di cinque dei sei anziani, tranne appunto quello della donna che fece partire l'incendio. Se il rilevatore di incendi "fosse stato funzionante", avevano scritto gli ingegneri, "l'allarme antincendio si sarebbe attivato in circa un minuto e mezzo dall'inizio della combustione" e "nei primi 4 minuti vi era possibilità di intervenire in relativa sicurezza". Tuttavia, la donna che si trovava nella stanza dove erano partite le fiamme aveva effettuato "l'ultima chiamata" di aiuto "sette minuti dopo la prima". Perciò per gli inquirenti ci sarebbe stato il tempo effettivo per poter salvare gli ospiti.
La chiusura delle indagini
L'avviso di conclusione delle indagini è stato firmato dalla pm Maura Ripamonti e notificato, in attesa della richiesta di rinvio a giudizio, a cinque indagati: la presidente della cooperativa Proges Michela Bolondi, la vicepresidente Francesca Corotti e il direttore generale Giancarlo Anghinolfi, la direttrice della Rsa Claudia Zerletti e la cooperativa stessa. Le accuse sono di omicidio colposo aggravato dalla violazione di norme per la prevenzione, incendio colposo e omissione colposa di cautele contro disastri o infortuni.
Stralciate le posizioni di Michele Petrelli, direttore del Welfare di Palazzo Marino, e Guido Gandino, responsabile dell'area residenzialità, anziani e persone con disabilità del Comune, in vista dell'archiviazione.