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Il Presidente del Municipio V: “Sala non si è neanche confrontato con noi prima di chiudere l’anagrafe”

Intervistato da Fanpage.it, il Presidente di Municipio V Natale Carapellese spiega come la chiusura dell’ufficio anagrafe di via Boifava sia avvenuta senza un confronto. “Solo una telefonata, poi la chiusura. Questa modalità non ci va bene, perché poi siamo noi che dobbiamo confrontarci con i cittadini ogni giorno”.
A cura di Enrico Spaccini
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L'anagrafe di via Boifava e il Presidente di Municipio 5 Natale Carapellese
L'anagrafe di via Boifava e il Presidente di Municipio 5 Natale Carapellese

Dal prossimo lunedì 23 gennaio, le due sedi dell'anagrafe in via Passerini (zona Niguarda) e in via Boifava (Chiesa Rossa) verranno chiuse. Una decisione presa dal sindaco di Milano, Beppe Sala, e dall'assessora ai Servizi civici e generali, Gaia Romani, che non è piaciuta a molti. Soprattutto a chi, come il Presidente del Municipio 5 Natale Carapellese, conosce i problemi del suo quartiere e non è stato interpellato: "Inizialmente mi avevano prospettato un discorso in divenire, non che sarebbe avvenuto dall'oggi al domani", spiega a Fanpage.it, "ma comunque non bastava comunicarlo per telefono, bisognava valutare l'impatto della chiusura degli uffici di via Boifava".

Le condizioni degli uffici in via Boifava

Tutti i residenti del Municipio 5 conoscono la situazione di degrado di via Boifava. Gli uffici sono presidiati quotidianamente perché alcune persone tendono a occuparlo per passarci le notti. Inoltre, la struttura è rimasta chiusa per diverse settimane per lavori di ristrutturazione. Questo ha portato a un minore numero di pratiche svolte nell'arco dell'anno. "Certo", commenta Carapellese, "se spalmi su 365 giorno il lavoro che hai fatto con mesi di chiusura, è ovvio che la media giornaliera si riduce".

In quegli uffici lavorano quattro persone e in parte, dopo il 23 gennaio, saranno trasferiti negli uffici di viale Tibaldi, sempre nel Municipio 5. "Tanti appuntamenti che arrivavano formalmente agli uffici di Tibaldi venivano spostati su Boifava, e questi non sono stati considerati", continua il presidente che aggiunge come ora, con il governo che ha impedito a tabaccherie, edicole e cartolibrerie di rilasciare i certificati, questo tipo di pratiche ricadranno ancora di più sulle anagrafi.

"Solo una telefonata, senza il tempo di discutere"

"Quello che non torna è anche il fatto che si spendono soldi e tempo per ristrutturare una sede, e poi la chiudi". Il vero problema, sottolineato ancora da Carapellese, è che non c'è stato un confronto: "Solo una telefonata e la chiusura poco dopo, senza il tempo di discutere. E questa modalità non ci va bene, perché poi siamo noi che dobbiamo confrontarci con i cittadini ogni giorno".

Sommando tutti questi fattori, in una realtà che è in stato di semi-abbandono e che si combatte ogni giorno per tenerla in piedi, chiuderla senza un progetto vorrebbe dire solo peggiorare la situazione. "Ci batteremo per tenere aperto quegli uffici", assicura il presidente del Municipio 5, "ma nel caso non dovessimo riuscirci faremo in modo di ottenere una presenza in periferia per i più fragili, per chi non riesce ad arrivare in Tibaldi, magari con un'anagrafe itinerante".

La nota dei consiglieri comunali: "Apriamo un tavolo per trovare una soluzione"

La questione della chiusura degli uffici nei municipi 5 e 9 è stata sollevata anche da alcuni consiglieri comunali del Partito Democratico. "Auspichiamo che l'assessorato ai Servizi civici garantisca le sedi aperte, non procedendo con le chiusure annunciate e aprendo un tavolo con i rappresentanti del personale affinché si trovi una soluzione che dia continuità ai servizi in essere", si legge nella nota firmata da Michele Albiani, Luca Costamagna, Simonetta D'Amico, Alessandro Giungi, Daniele Nahum, Valerio Pedroni, Natascia Tosoni, Angelo Turco, Beatrice Uguccioni, Angelica Vasile e Alice Arienta.

"Questa potrebbe essere l'occasione per iniziare a ripensare alla dimensione dei servizi civici nel suo complesso", concludono i consiglieri che invitano alla creazione di "un sistema decentrato e più efficiente che eviti la creazione di grandi hub contrapposti a piccole sedi e garantisca un accesso di prossimità in un'ottica di città a 15 minuti".

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