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Comunali Milano, Mauro Festa è il candidato sindaco del partito gay

Il partito gay di Milano si candida alle elezioni comunali del prossimo autunno. Il nome del candidato sindaco è Mauro Festa, attivista e avvocato: “Il nostro programma – ha spiegato – si concentrerà principalmente su tre obiettivi: parità di genere, riduzione delle diseguaglianze e puntare ad avere una città ecosostenibile”
A cura di Ilaria Quattrone
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È Mauro Festa il candidato sindaco del partito gay di Milano: la notizia è stata annunciata nella mattinata di oggi, venerdì 14 maggio, durante una conferenza stampa. "Mi candido perché credo nel progetto, nel partito e perché voglio perseguire degli ideali che ritengo fondamentali per una società civile. Mai come in questo momento c'è bisogno di un'entità che si faccia carico di esigenze. Non mi riferisco solo a quelle della comunità Lgbtq+, ma di tutte le categorie che non vengono tutelate". Oltre al nome di chi concorrerà per Palazzo Marino, sono state date le linee guida del programma politico.

In cosa consisterà il programma

Festa ha voluto chiarire che il partito non vuole escludere nessuno, ma è aperto a tutti. Il nome è stato scelto per dare una forte identità di partito così da far capire in che cosa consiste il progetto: "Il nostro programma – ha spiegato l'avvocato e attivista – si concentrerà principalmente su tre obiettivi: parità di genere, riduzione delle diseguaglianze e puntare ad avere una città ecosostenibile". In riferimento alla parità di genere, per il partito, è fondamentale che l'amministrazione ponga una maggiore attenzione sul tema: "È necessario che le azioni intraprese non siano solo delle azioni di marketing, ma bisogna portare avanti una campagna di sensibilizzazione costante e periodica. Bisogna pensare a fondi stanziati su progetti dedicati. Una regia costante che si occupi di continua formazione sia nelle scuole che nella pubblica amministrazione e soprattutto una campagna di comunicazione che attiri il turismo Lgbt".

Per quanto riguarda la riduzione delle diseguaglianze, è necessario che la città diventi veramente accessibile: "Bisogna fare molto di più per esempio con gli ingressi dei negozi, gli accessi alle metro e anche ai marciapiedi. Non solo. Bisogna pensare – ha continuato Festa – anche alle diseguaglianze create dalla pandemia come per i ristoratori e il mondo dello spettacolo. Per questo abbiamo organizzato incontri con alcuni rappresentanti per condividere problematiche e ritrovare soluzioni". A tal proposito un esempio è quello di premiare i ristoratori che sono virtuosi dal punto di vista dell'impatto ambientale.

Oltre al candidato sindaco, era presente anche la candidata Valentina Geminiani che ha spiegato come ancora non siano state chiuse le liste: "Vogliamo dare possibilità alle persone di unirsi. Anche il nostro programma è ancora aperto perché siamo felici di accogliere le proposte di candidati e candidate. Tra pochi giorni avvieremo anche alcune campagne social per ascoltare le proposte, chiedendo ai cittadini milanesi, quali sono i disagi riscontrati nei quartieri e nei municipi". Per Geminiani è necessario appianare le diseguaglianze tra centro città e periferie: "Basti pensare ai trasporti o i controlli delle forze dell'ordine o ancora l'abbandono dei lavori di ammodernamento di alcune aeree periferiche. Non esistono zone di Milano serie A o serie B".

Anche nel caso della parità di genere è necessario mirare a far sì che le donne occupino più cariche all'interno del comune: "Sono ancora poche le donne che ricoprono ruoli di rilievo all'interno dell'amministrazione comunale – spiega ancora la candidata – si tratta della stessa formamentis che crede che la donna sia atta alla procreazione. Questi steoritipi non sono tollerabili e ci impegneremo, ovviamente in base al merito, di ricoprire il 50 per cento delle quotazioni di partecipazione in aziende". A questo problema si aggiunge quello della violenza: "Il Comune dovrebbe costituirsi sempre parte civile. Vogliamo che le donne si sentano sicure e tutelare. Il nostro obiettivo – conclude – è incrementare i servizi, ma anche studiare nuovi progetti di sensibilizzazione che durino tutto l'anno e che educhino soprattutto i più giovani così da evitare che la donna venga considerata una cittadina di serie B".

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