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Caos vaccini in Lombardia, Natale alle porte ma mancano ancora centinaia di migliaia di dosi

Prosegue con difficoltà la campagna di vaccinazione antinfluenzale in Lombardia. Il Natale è alle porte, ma mancano ancora centinaia di migliaia di dosi. Dopo ben 13 gare, tenendo conto di quelle andate deserte e quelle sui cui ci sono gli occhi della Procura, il risultato minimo di 2,8 milioni di dosi è ancora lontano.
A cura di Giulio Cavalli
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L’obiettivo era stato declamato in conferenza stampa: Regione Lombardia puntava a un minimo di 2,8 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale che era il target minimo fissato dal Governo. Niente di che, sia chiaro, per una regione che si ritrova a essere l’epicentro della pandemia fin dalla sua esplosione mondiale ma almeno con quella cifra le carte sarebbero state a posto, si sarebbe potuto parlare di un risultato striminzito ma almeno era un risultato. E invece? E invece i numeri dicono che dopo ben 13 gare (tenendo conto di quelle andate deserte e quelle sui cui ci sono gli occhi della Procura) il risultato è ancora lontano.

L’ultima gara per circa 50mila dosi di Vaxigrip Tetra è stata vinta (a 15,90 euro per ogni dose) dalla società Solstar Italia che risulta costituita lo scorso 4 giugno (e ha iniziato a operare il 5 agosto) e ha un capitale sociale di 10mila euro: cifre che tengono in apprensione la centrale acquisti regionale Aria su una commessa da ben 9 milioni di euro. Ad oggi (sempre che l’ultima gara venne confermata) siamo a 2,5 milioni di dosi, ben lontani dal risultato minimo. Ballano altre 515mila dosi che sarebbero disponibili ma su cui Regione Lombardia sta riflettendo poiché arriverebbero a metà gennaio, presumibilmente l’influenza avrà già iniziato a diffondersi largamente.

Una fornitura da 150mila dosi è saltata

L’ultima gara tra l’altro arriva dopo che è saltata la fornitura di 150mila dosi da uno studio dentistico di Bolzano che non aveva le necessarie autorizzazioni per partecipare al bando. In mezzo c’è anche il tentativo del presidente Fontana di ottenere il via libera dalla Procura per una trattativa privata su 350mila dosi da una società svizzera: al presidente di Regione Lombardia aveva risposto piccato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli che ha precisato che “la Procura non ha alcun ruolo al riguardo. Non è la magistratura che blocca l’azione amministrativa”. E non è un caso che anche la maggioranza, riconoscendo il proprio fallimento, abbia votato la mozione del consigliere PD Samuele Astuti che impegna la giunta a rimborsare chi, avendo diritto al vaccino, è stato costretto a rivolgersi ai privati.

I lombardi cercano il vaccino in Svizzera

Negli ultimi giorni poi sono iniziate le trasferte verso il Canton Ticino per la rincorsa ai vaccini: “La Provincia di Como” racconta che nelle farmacie di Chiasso arrivavano telefonate dalla Lombardia fin da ottobre e novembre con una media di 200 richieste al giorno. Richieste che inizialmente non sono state soddisfatte perché le autorità ticinesi hanno stabilito che prima si debba terminare la vaccinazione del Cantone, già terminata addirittura novembre. "Dopo il disastro sui vaccini e nella medicina territoriale  – dice a Fanpage.it Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd – vorremmo che il Presidente della nostra Regione si occupasse di far funzionare la società acquisti Aria cambiandone assetti e governance e gli assessori che si sono dimostrati distratti o inadeguati. Invece è in costante polemica con Governo e Procure facendo il male della nostra regione”.

Gregorio Mammì, consigliere regionale del M5S e memoro della Commissione Sanità precisa che “chiedere l’obbligatorietà al vaccino antinfluenzale era un modo per impegnare la giunta a provvedere alle adeguate forniture e ad organizzare la distribuzione. Oggi ci giunge notizia che la campagna antinfluenzale potrebbe essere a rischio nel periodo pre natalizio, – aggiunge Mammì – e centinaia di cittadini passano giornate al telefono per cercare di prenotare il vaccino in altre Ats. Abbiamo chiesto di rimborsare ai cittadini fragili il costo del vaccino effettuato presso le strutture private, questo non deve essere un incentivo per il pubblico a non dare risposte, la situazione è vergognosa".

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