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Boom contagi a Brescia, Ats: “Tutti i positivi trattati come varianti Covid, allungata quarantena”

Boom di contagi Covid a Brescia: da tre giorni sono stati segnalati oltre 700 casi. Questi sono strettamente correlati alla circolazione della variante inglese. Il sistema di tracciamento di Ats è al momento sotto stress e, per far fronte all’incremento di positivi e alla contagiosità della variante, è stato cambiato il metodo di lavoro e le disposizioni: “Tutti i casi vengono trattati come se avessero la variante e per questo motivo abbiamo allungato l’isolamento a 14 giorni”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Negli ultimi tre giorni la provincia di Brescia ha segnalato oltre settecento casi di Covid-19. Un numero elevato che ha visto il territorio superare, nel bollettino di ieri domenica 21 febbraio, anche la provincia di Milano. Ad aumentare sono stati anche i ricoveri tanto che ieri sono stati trasferiti alcuni pazienti a Milano, Pavia, Bergamo e Cremona. Il numero di casi è strettamente correlato alla circolazione della variante inglese. Nel territorio bresciano si sono avuti infatti due focolai. Il primo a Corzano a inizio febbraio e il secondo a Castrezzato che, insieme ad altri tre comuni, è diventata zona rossa: "A causa della  contagiosità della variante, abbiamo avuto un rapido aumento di persone positive", spiega a Fanpage.it il dottor Giovanni Marazza, direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria Direttore della Agenzia per la tutela della Salute di Brescia.

Dottore, la variante inglese ha in qualche modo cambiato il modo di lavorare di Ats? 

Sì. In caso di focolai, come quello di Corzano prima e Castrezzato adesso, bisogna tracciare immediatamente casi e contatti. E quando si tratta di situazioni del genere, dove esiste una correlazione spazio-temporale tra i positivi, e dopo aver individuato il primo caso di variante, iniziamo a trattare tutti i casi come se fossero tali. Questo perché tra l'accertamento della positività e il sequenziamento per la variante intercorre un intervallo di tempo importante e per noi è fondamentale arrivare il più in fretta possibile.

Cosa significa trattare un positivo come se avesse la variante inglese? 

Significa che per i positivi scatta l'isolamento e una quarantena di quattordici giorni. Al momento infatti nel nostro caso non è previsto che l'isolamento si concluda dopo dieci giorni e dopo aver eseguito un tampone, come si faceva prima. Per noi questa metodologia è anche una logica lavorativa: più è semplice il modo di lavorare più arriviamo in fretta. Se dovessimo aspettare invece di scoprire se si tratti di variante o meno perderemmo troppo tempo. Il fatto che le varianti siano molto infettive ci costringe ad allungare gli isolamento.

Il contact tracing al momento è sotto stress?

Sì, è molto in sofferenza. Negli ultimi tre giorni infatti non riusciamo a essere puntuali. Per facilitare inviamo un sms e tutti i casi che riusciamo a evidenziare vengono messi immediatamente in isolamento.

Cosa ne pensa della richiesta di alcuni sindaci di effettuare tamponi a tappeto? 

Il tampone è uno strumento mirato. Farlo, senza avere persona sintomatica o un collegamento con un caso, è eccessivo. L’utilizzo del tampone va governato anche perché ti offre un quadro dell’immediato. Questo significa che gli screening possono essere pensati, ma devono avere una logica e una loro specificità.

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