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Metodo Stamina, stop alla sperimentazione: “È pericoloso”

Il Ministero della Salute ha fermato ufficialmente la sperimentazione del metodo Stamina: “Purtroppo l’epilogo di questa vicenda non è stato positivo. Il metodo è pericoloso per la salute dei pazienti”.
A cura di Susanna Picone
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Stop definitivo alla sperimentazione del metodo Stamina. Per il Ministero il metodo di Davide Vannoni che si basa sulle cellule staminali mesenchimali è pericoloso per la salute dei pazienti. I test clinici, si legge in un documento di “presa d’atto” del Ministero della Salute, “non possono essere ulteriormente proseguiti”. È stata resa ufficiale così una decisione che appariva probabile già all’indomani del parere contrario espresso dal comitato scientifico. Gli esperti scelti dal Ministero della Salute avevano parlato di “potenziali rischi, inadeguata descrizione del metodo e insufficiente definizione del prodotto”. Beatrice Lorenzin, titolare del Ministero, in conferenza stampa ha parlato di un epilogo purtroppo non positivo della vicenda: “La sperimentazione del metodo Stamina non può essere proseguita perché il metodo è pericoloso per la salute dei pazienti”.

Il metodo non è sicuro – La Lorenzin ha detto di aver voluto prendere tempo dopo il parere contrario del Comitato scientifico: “Abbiamo chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, la quale il 26 settembre ha stabilito che la sperimentazione non può essere proseguita perché non vengono garantiti i livelli minimi di sicurezza in base alla normativa vigente”. Il ministro Lorenzin ha affermato che non avrebbe voluto fare questa conferenza stampa perché sarebbe stata felice se la vicenda avesse avuto un epilogo diverso. Un epilogo diverso “per dare risposte a tantissime famiglie che si sono aggrappate alla possibilità di avere una cura che purtroppo non c’è”. Non è possibile – secondo Lorenzin – “spinti dall’istinto o dalla compassione prendere decisioni che vanno contro il metodo scientifico e del rigore che esso ha a tutela della salute delle persone e della verità scientifica”.

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