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Matteo Salvini: “Non chiederò poltrone in più dopo il 26 maggio, ma pretendo la flat tax”

Matteo Salvini commenta lo scenario previsto dopo il voto del 26 maggio: “Se la Lega sarà il primo partito in Italia non chiedo mezza poltrona in più, c’è un contratto”, assicura il ministro dell’Interno, sottolineando che però dovranno essere concordate le priorità dell’agenda, che vede la flat tax al primo posto.
A cura di Annalisa Girardi
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"Se la Lega sarà il primo partito in Italia non chiedo mezza poltrona in più, c’è un contratto": così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ospite a ‘Radio anch'io' questa mattina, rassicura nuovamente sulla tenuta del governo dopo il voto del prossimo 26 maggio. "Se saremo primi anche in Europa avremo più forza per difendere gli interessi italiani e ovviamente le tematiche italiane, la riduzione fiscale sarà la priorità", riafferma il leader del Carroccio, sottolineando che l'abbassamento delle tasse è una clausola nel contratto di governo. "Una tassa unica per le famiglie e le imprese per far correre l’Italia", continua Salvini.

Il vicepresidente del Consiglio interviene su Radio 1 nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci, in cui perse la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Diretto a Palermo, commenta l'assenza di alcune istituzioni e associazioni alla cerimonia prevista per questa mattina presso l'aula bunker dell'Ucciardone: in particolare, non ci sarà Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia dell’assemblea regionale siciliana, in segno di protesta. "Il mio problema non è che invitino Salvini. Il mio problema è che chiedano a lui di dire e a noi di ascoltare. Fossi io la sorella di Giovanni Falcone avrei chiesto a Salvini di venire e di tacere. Di ascoltare e di prendere appunti. Di avere l’umiltà, per un giorno, un solo giorno, di capire che nella vita ci sono cose più grandi delle campagne elettorali e delle dirette televisive. Commemorare (utilmente, non con i fuochi d’artificio) la morte di Falcone e degli altri caduti con lui pretende rigore di ragionamenti, condivisione di esperienze, domande e risposte sulla lotta alle mafie e sulle antimafie di cartapesta, pretende verità e rispetto, non ridicole passerelle in cui un manipolo di signori venuti da Roma, che capiscono di mafia quanto io capisco di canasta, ci verranno a spiegare, ad istruire, ad ammonire, a rassicurare. E noi zitti", aveva scritto Fava in un post su Facebook per spiegare la sua decisione, scatenando le polemiche.

Il ministro dell'Interno risponde dalla diretta radio: "Chi si divide sulla lotta alla mafia sbaglia, chiunque usi una giornata come quella di oggi per la sua piccola lotta politica fa un torto all’Italia, alla memoria di Giovanni Falcone, ai tanti poliziotti, magistrati e giornalisti caduti", aggiungendo che se c'è una cosa che dovrebbe unire gli italiani, è proprio la lotta contro camorra, mafie e ‘ndrangheta.

La discussione si sposta poi sulla questione dell'abuso d'ufficio, motivo di recenti discussioni con l'alleato di governo Luigi Di Maio: "Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto, allora mettiamo il cartello affittasi ai confini dell'Italia e offriamoci alla prima multinazionale cinese che arriva. Se uno ruba e lo becco, lo metto in galera e se ruba da pubblico ufficiale paga il doppio. Ma non possiamo bloccare tutto per presunzione di colpevolezza". Sul decreto sicurezza bis, la cui approvazione non è avvenuta nel Consiglio dei ministri di lunedì, Salvini afferma: "Il decreto è pronto. Potrebbe essere approvato durante questa diretta telefonica, e non per fare un favore a Salvini, ma perché è qualcosa che serve all'Italia". Riguardo alle aspettative di Silvio Berlusconi, su una riunificazione del centrodestra, il ministro leghista risponde: "La mia parola vale più dei sondaggi. Mi sono impegnato per cinque anni a lavorare per il mio Paese con questa squadra e questo programma, e questo farò".

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