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Mario Monti sulla Tav: “Opera indispensabile per l’Italia, non si torna indietro”

A Bruxelles un vertice straordinario sugli scontri a Val di Susa. “La linea del governo sulla Tav non cambia, è un’opera indispensabile per l’Italia”, spiega il premier Monti. Condannate le contestazioni violente, il progetto va avanti in quanto mezzo ideologico per avvicinare il Paese all’Europa.
A cura di Carmine Della Pia
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Mario Monti

E' in corso in queste ore il vertice d'emergenza a Bruxelles per la questione No Tav. Il premier Mario Monti ha deciso di prendere la parola su quanto accaduto recentemente in Val di Susa, sui violenti scontri che nell'ultima settimana hanno caratterizzato la protesta contro la costruzione del Treno Alta Velocità Torino-Lione. Per il Presidente del consiglio la costruzione di tale opera è "indispensabile per l'Italia", soprattutto alla luce del legame con l'Europa. "Vogliamo noi perdere un accancio, anche fisico, all'Europa lasciando il Paese alla deriva, anche economicamente? Non credo", ha detto Monti, che, riferendosi ai manifestanti aggiunge: "Coloro che vedono quest'opera con timore o astio dal punto di vista di modo di vivere tengano presente che questi progetti sono necessari, purchè ecologicamente sostenibili, per consentire ai giovani italiani una prospettiva migliore". Sulla piega violenta che prende la contestazione No tav, il premier ha aggiunto: "Il nostro governo è impegnato per contrastare i blocchi e le contestazioni violente che provengono da categorie particolari. Non tolleriamo la violenza, e non vediamo motivi per non andare avanti".

La riunione a Bruxelles per la questione No tav era stata convocata ieri per "verificare lo stato di avanzamento nelle necessarie misure di sicurezza sui lavori della Torino-Lione". All'incontro hanno preso parte il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, il ministro dello sviluppo economico, trasporti e infrastrutture, Corrado Passera, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà e il commissario straordinario del governo Mario Virano. Quest'ultimo aveva preso la parola prima del premier Monti: "La determinazione del governo a procedere è quasi un fatto ovvio. Il rischio salute non esiste". Secondo Virano, "circa un 30% della popolazione eviterebbe di dover fare i conti con questa opera. Poi ci sono quote molto più limitate che ritengono che quest'opera debba essere fatta e c'è una minoranza più ristretta che ritiene di doversi ‘battere sul campo' e ricerca lo scontro anche per significati che vanno al di là della questione".

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