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Marea nera a Genova, riversate 700 tonnellate di petrolio. Iplom: “Recupereremo il 90%”

L’azienda si impegna a rimuovere il 90% del petrolio dall’alveo dei due torrenti Fegino e Polcevera entro domani, cioè prima del probabile arrivo delle piogge.
A cura di Davide Falcioni
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E' una vera e propria corsa contro il tempo quella dovranno sostenere i tecnici della Iplom: prima che le condizioni meteo peggiorino, cioè molto probabilmente sabato, l'azienda si impegna a rimuovere il 90% del petrolio dall'alveo dei due torrenti Fegino e Polcevera. Si tratta di 2.200 tonnellate di emulsione, compresi i 680mila litri di greggio emessi dall'oleodotto genovese, che dovranno essere "bonificati" prima dell'arrivo delle piogge, che rischierebbero di compromettere una situazione già assai critica favorendo l'arrivo del petrolio in  mare, compromettendo ulteriormente la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali ma anche la balneabilità e di conseguenza la stagione turistica. I vertici della Iplom, convocati ieri al tavolo tecnico in Prefettura, hanno assicurato che entro oggi riusciranno a ripulire il torrente Fegino e il suo affluente Rio Pianego, i due corsi d'acqua che scorrono tra le abitazioni, per poi passare alla rimozione del greggio del Polcevera, alla cui foce le idrovore filtrano idrocarburo da lunedì mattina. In questo quadro la Regione Liguria sembra essere fiduciosa: "Lo stato di emergenza probabilmente non sarà necessario – comunica il presidente Giovanni Toti  – Il piano presentato da Iplom, salvo verifiche delle prossime 12 ore, è giudicato soddisfacente da tutti i tecnici. Le forze messe in campo a oggi sono buone: a onor del vero mancano alcune verifiche sui mezzi marini impegnati nel contenimento delle eventuali fuoriuscite che verrà fatta da capitaneria di porto congiuntamente ai tecnici Iplom questo pomeriggio. Ma da ieri la situazione è decisamente cambiata, ha preso una svolta buona".

Iplom, dopo l'incidente a rischio 252 posti di lavoro

Intanto l'incidente di domenica sera rischia di mettere in serio pericolo il lavoro di centinaia di tecnici. Come riporta Il Secolo XIX, tra i 252 lavoratori della Iplom corre la paura: per questo si incontreranno domani (venerdì) in assemblea per discutere del futuro e dello spettro della cassa integrazione. Dopo il massiccio sversamento di petrolio la produzione potrebbe bloccarsi, visto che con un solo oleodotto non si può operare: "La condotta più importante, con tubi di 16 pollici di diametro (40 centimetri), serve per pompare il greggio da Multedo verso Fegino e Busalla, e rimarrà sotto sequestro sino alla fine dell’indagine avviata dalla Procura genovese", spiega il Secolo XIX.

Legambiente: "Da Genova una lezione chiara: superare le fonti fossili"

Sui luoghi dell'incidente stamattina anche un sit-in di Legambiente, che hanno esposto uno striscione con scritto “La terra è l’unica che abbiamo e non è in vendita”: "Il blitz di oggi vuole ricordare – ha spiegato il numero uno di Legambiente Liguria, Santo Grammatico – che le fonti fossili causano danni rilevanti a livello locale, ma sono responsabili dei mutamenti climatici e dell’innalzamento della temperatura della Terra. Inoltre, il petrolio sversato nei rii e torrenti genovesi proviene dalla Nigeria: ricordiamo le tante guerre in atto collegate allo sfruttamento dei giacimenti e le discriminazioni vissute in quei paesi a causa dell’oro nero. Da Genova la lezione è chiara: è necessario superare l’utilizzo delle fonti fossili per consentire la convivenza di cittadini e sistemi ecologici con le attività produttive e il lavoro, emancipando interi territori da un vincolo all’industria pesante che non può essere perenne, condannando intere generazioni".

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