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Libia: libere elezioni entro sei mesi, secondo il governo di Gheddafi. Ma i combattimenti continuano

Il futuro di Gheddafi è diventata una questione cruciale tra il regime e l’opposizione, che, con l’appoggio della Nato, ha chiesto la sua partenza.
A cura di Biagio Chiariello
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La Libia sosterrà libere elezioni, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, entro sei mesi dalla fine del conflitto. E' l'auspicio del Ministro degli Esteri, Abdul Ati al-Obeidi. Contattato nel suo ufficio di Tripoli da Guardian, BBC, ITN e Washington Post, il politico ha riferito che il regime è disposto ad accettare un governo provvisorio nazionale prima che le elezioni siano allestite. Obeidi asserisce che le discussioni sulle nuove riforme includeranno "se Muammar Gheddafi deve rimanere e in che ruolo, e se debba andare in pensione".

Il futuro di Gheddafi è diventato una questione cruciale tra il regime e l'opposizione, che ha chiesto la sua partenza. Obeidi ha detto: "Tutto sarà messo sul tavolo del confronto." Colpisce il tono conciliante del Ministro libico che alla domanda su come gli sforzi diplomatici possano colmare il divario tra il governo libico e quello dei ribelli, risponde: "Non porteremo avanti la nostra causa piuttosto che la loro, ma si tratterà di capire come possiamo stare insieme in quanto fratelli". Ha poi aggiunto che il governo libico "fa sul serio su un cessate il fuoco adeguatamente verificabile da osservatori stranieri". Ha, tuttavia, criticato la decisione della Gran Bretagna di organizzare un'evacuazione per la liberazione dei ribelli libici intrappolati a Misurata: "Ciò prolungherà soltanto i combattimenti", ha detto Obeidi.

Va detto che il tono accomodante del Ministro libico verso l'opposizione era in netto contrasto con la belligeranza dimostrata da altri funzionari governativi che parlano abitualmente dei ribelli come "bande armate" e "terroristi".E nonostante i discorsi di tregue e accordi di pace,le  forze di governo libico hanno continuato il loro assalto alla città assediata di Misurata, dove dall'inizio della guerra si sono contati almeno 1.000 morti. I testimoni descrivono di bombardamenti intensi da parte delle milizie fedeli a Gheddafi con razzi Grad, razzi katyusha e bombe a grappolo.

Nel frattempo il secondogenito e virtuale delfino del Raìs, Saif Al-Islam si è detto "quasi certo" della vittoria del regime di Tripoli sui ribelli. "La situazione cambia di giorno in giorno a nostro favore", ha aggiunto. Ha poi giurato che il regime "non vuole vendicarsi" con i ribelli, in particolare a Bengasi, sede del Consiglio nazionale transitorio.

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