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Opinioni

La sorte di Berlusconi, tra voto palese e segreto, dipende sempre dal Pd

Nonostante la Giunta per le Elezioni non si sia ancora espressa, già si ragiona intorno alle modalità con cui il Senato voterà sulla decadenza di Berlusconi. E i falchi attaccano: “Il voto palese è una bestialità”.
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Cominciamo da una considerazione necessaria, ribadita dal costituzionalista Onida in una recente intervista a La Repubblica: "Il modo in cui si vota nelle Camere non è prescritto dalla Costituzione, se non per particolari oggetti, come l'elezione del Presidente della Repubblica, che deve avvenire a scrutinio segreto, o i voti di fiducia, che devono invece essere palesi, per appello nominare. Per il resto, le stesse Camere si autodeterminano". Il punto è però che il regolamento del Senato prevede che "quando si vota sulle persone", il voto debba essere segreto; un concetto ribadito dallo stesso Presidente dell'Aula Pietro Grasso, che in poche parole spiega anche quale potrebbe essere il decorso alternativo: "Si applicheranno i regolamenti del Senato e non è previsto il voto palese. Sulla carta poi è aperta ogni possibilità: normalmente sono le forze politiche a stabilire come andare avanti". Insomma, o si cambia il regolamento o il voto sarà segreto (la lettura di Onida, secondo cui non si tratterebbe di un voto "sulla persona" ma sulla composizione dell'organo parlamentare è invece contestata da molti).

Su questa possibilità dunque si gioca una fetta importante della partita. E sulla eventualità di tale modifica si discute (sui tempi) e ci si attacca (sul merito). Comincia Gasparri, con una nota durissima: "È l'allucinante conferma dell'aggressione premeditata e illegale che in ogni campo si attua contro Silvio Berlusconi. Il regolamento è chiaro. Su vicende come queste il voto segreto è previsto ed è stato scelto in tantissimi precedenti. Immaginare una modifica del regolamento contra personam è una bestialità che comunque non consentiremmo mai. Pertanto la discussione è inutile e vergognosa. Inutile perché non avrà conseguenze pratiche. Vergognosa perché dimostra che anche in Parlamento come in tribunale nei confronti di Berlusconi si vuole affermare il principio di colpevolezza a prescindere dai fatti. Le regole sono chiare, come è chiara la volontà persecutoria di quanti vorrebbero l'eliminazione politica e personale di Berlusconi che non avverrà".

Di opposto avviso il capogruppo del Movimento 5 Stelle Nicola Morra, che rileva: "Siamo per la trasparenza assoluta e questa della modifica al regolamento ci sembra una via semplice, netta e chiara. In effetti, è semplicemente una questione di volontà politica, di scelta da parte dei partiti. Se Grasso convoca subito la Giunta per il regolamento per discutere la nostra proposta siamo contenti". Una constatazione che chiama necessariamente in causa il Partito Democratico, che senza alcun dubbio è la "grande incognita" del voto in Aula sulla decadenza di Berlusconi. È vero che dal Nazareno sono arrivati segnali chiari sulla volontà dei democratici di votare per la decadenza di Berlusconi da senatore, ma allo stesso tempo è altrettanto vero che l'ultimo decisivo voto a scrutinio segreto, quello per il Presidente della Repubblica, ha evidenziato l'incapacità di tenere una posizione comune ed una linea condivisa. E su questa frattura (che pure c'è all'interno del Pd fra chi è pronto anche a sacrificare Letta pur di chiudere i conti con il Cavaliere e chi invece ritiene che la sopravvivenza del Governo sia la missione cruciale del partito) che puntano le colombe pidielline. Ed è chiaro che col voto palese cambierebbe tutto.

Sarà per questo che Epifani prova a non farne una questione di principio: "Deciderà chi deve decidere, l'importante è votare secondo la legge e secondo coscienza". Già, la preoccupazione però è che nel segreto dell'urna (al netto del suggerimento di Gotor di "votare con l'indice alzato", in modo da rendere allo stesso modo palese il voto col procedimento elettronico) la coscienza sia molto più sensibile ad un certo tipo di richiami…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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