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La proposta del Pd: fino a 400 euro al mese per le famiglie con figli a carico

Il Pd, nel suo programma, lancia un sostegno universale alle famiglie con una misura fiscale che prevede la detrazione Irpef da 240 euro al mese per chi ha figli a carico minorenni. La misura diventa di 80 euro al mese per i figli tra i 18 e i 26 anni. Proposto anche uno strumento di sostegno per i neo-genitori per l’iscrizione al nido o per la baby sitter per il proprio figlio sotto i 3 anni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Pd punta sulle famiglie e specialmente su quelle con figli minorenni: la proposta più dispendiosa dal punto di vista economico presente nel programma del Partito Democratico riguarda infatti un sostegno universale alle famiglie. Si tratta di una misura fiscale unica (in grado di raggiungere anche gli incapienti) che prevede una detrazione Irpef di 240 euro mensili per i figli a carico se hanno meno di 18 anni. La misura si riduce per chi ha tra i 18 e i 26 anni, con 80 euro al mese. Il costo totale si aggira intorno ai 9 miliardi, secondo quanto preventivato dal Pd. E la misura dovrebbe valere per tutti coloro che hanno un reddito da zero a 100mila euro l’anno.

Un’altra proposta è quella di istituire uno strumento triennale di 400 euro al mese per ogni figlio fino a 3 anni per il nido o per la baby sitter, un provvedimento che richiede 1,1 miliardi. Nel programma presentato in cento punti si evidenzia un esempio dell’applicazione dell’assegno mensile per le famiglie con figli a carico: “Una famiglia con un solo reddito da lavoro dipendente di 35mila euro all’anno e con due figli minorenni avrà 1.400 euro di reddito disponibile in più”.

C’è chi annuncia di voler metter 60 miliardi in una fantomatica flat tax – annuncia Tommaso Nannicini durante la presentazione del programma avvenuta oggi a Bologna – noi invece vogliamo investire 10 miliardi sulle famiglie con figli, un assegno universale che coprirà tutte le famiglie con un sistema forte di welfare. Tutti gli impegni di spesa sono inferiori alle risorse mobilitate nelle ultime quattro leggi di bilancio”.

Esenzione del canone Rai per i meno abbienti

Nel programma del Pd c’è anche un punto riguardante il canone Rai: “Abbiamo  abbassato il costo del canone Rai da 113 euro a 90 euro attraverso l'inserimento del canone in bolletta e la lotta all'evasione – si legge -. Vogliamo scendere ulteriormente garantendo la qualità del servizio pubblico ma azzerando il canone alle categorie meno abbienti”.

Lavoro: buonuscita per i precari non stabilizzati

Al centro dei cento punti del programma c’è anche il lavoro, con l’obiettivo di ridurre il suo costo attraverso un taglio strutturale di quattro punti dei contributi: dal 33% al 29%. A questa misura si accompagna una “buonuscita compensatoria” per i contratti a tempo determinato che non vengono stabilizzati. L’obiettivo – già dichiarato più volte da Matteo Renzi – è che il lavoro a tempo indeterminato costi meno perché vale di più. Inoltre, viene prevista anche una tessera gratuita di sei mesi per viaggiare sui treni per chi perde il posto di lavoro.

La patente fiscale a punti

Il Pd propone anche di istituire una patente fiscale a punti con una serie di “vantaggi tributari e non” per chi paga le tasse regolarmente. L’obiettivo del Partito Democratico è quello di arrivare a raggiungere la quota dei 30 miliardi di euro raccolti grazie alla lotta all’evasione, introducendo un “modello fiscale che valorizzi il contrasto d’interesse, nella logica veicolata dal messaggio scaricare tutto, scaricare tutti”. Inoltre Renzi ha già annunciato di voler estendere la misura degli 80 euro a chi lavora con partita Iva e agli autonomi.

Torna lo Ius Soli

Nel programma del Pd torna anche uno dei punti più controversi dell’ultima legislatura e in particolare degli ultimi mesi della sua vita: lo Ius Soli. “Approvata la legge sulle unioni civili – si legge – vogliamo approvare la legge sul diritto di cittadinanza per i minori nati e cresciuti in Italia”.

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