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Renzi presenta il programma del Pd: “Porteremo la disoccupazione giovanile sotto il 20%”

Matteo Renzi presenta il programma del Pd a Bologna, lanciando cento piccoli passi che partono da cento cose già realizzate negli scorsi cinque anni. Tra le nuove proposte inserite nel programma il salario minimo e la pensione di garanzia per i giovani. In tema di lavoro l’obiettivo è scendere a un tasso di disoccupazione sotto al 9% con quella giovanile sotto al 20%.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il segretario del Pd Matteo Renzi presenta a Bologna il programma del partito in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, lanciandolo con quello che definisce un esperimento: tre versioni diverse del programma. Una corposa, di circa 60 pagine, una più sintetica di circa 15 pagine e infine una per punti, esattamente 100 punti. E ognuno di questi 100 punti parte da un presupposto: un obiettivo realmente raggiunto durante i cinque anni di governo a guida Pd. Qui il programma per intero del Pd.

Renzi, tra i cento punti, ne elenca alcuni molti ambiziosi in tema di occupazione ed economia. L’obiettivo in tema di disoccupazione è quello di scendere sotto al 9%: “Non diciamo piena occupazione, siamo realisti”. Poi ci sono il punto 96 e il 97 del programma: “Abbiamo iniziato con la disoccupazione giovanile sopra al 44%, adesso è al 32%. Quindi vogliamo scendere sotto al 20% nell’arco della prossima legislatura. Siamo scesi di 12 punti in questa, faremo altrettanto nella prossima”. In tema di occupazione l’obiettivo è arrivare a 24 milioni di occupati, come previsto dal punto 98.

Poi Renzi si sofferma sul rapporto tra debito e Pil, arrivato al 132%: l’obiettivo è raggiungere il 100% nell’arco di un decennio. Invece, per quanto riguarda il Pil, il segretario del Pd sottolinea che a inizio legislatura era negativo e adesso è +1,6%: “Vogliamo che l’Italia abbia una crescita superiore al 2%”.

La prima è una versione malloppo – spiega Renzi parlando delle tre versioni del programma – una versione nerd per tutti quelli che vorranno entrare nel merito dei singoli punti. Sono 60 pagine e danno il senso di quello che vogliamo fare. Poi c’è una versione più sintetica, di una quindicina di pagine, che consegneremo assieme a quella corposa”. “Poi – aggiunge – una terza che dà un metodo nuovo: quelli lanciano per aria le proposte assurde, dicono che faranno il reddito di cittadinanza – che è un incentivo a licenziare – con i soldi del monopoli, noi proponiamo cento piccoli passi in avanti per l’Italia. Cento piccole cose concrete, cento piccole cose realizzabili partendo da cento cose che abbiamo fatto”.

Renzi sostiene che prima di lanciare delle promesse e degli slogan devi rendere conto dei tuoi risultati e su quello devi essere giudicato. Quindi, “per ciascuno dei punti che proponiamo ci saranno cento cose che abbiamo realizzato e che dobbiamo presentare agli italiani. Oggi facciamo un esperimento particolare”. E il segretario del Pd risponde preventivamente a chi potrebbe muovere la critica che si tratti di un programma che ai cittadini non interessa perché troppo specifico: “Noi scommettiamo sugli italiani, non è vero che la gente non ha voglia di approfondire, che tutti si fermano di fronte ai titoli, che trionfano le fake news. Se c’è questo i prossimi trenta giorni saranno divertenti perché potremo parlare di cose concrete e non astratte”.

Le proposte: la pensione di garanzia per i giovani

A presentare i primi punti è Tommaso Nannicini, tra i principali autori del programma. Nannicini parla di quattro punti fondamentali, riguardanti la credibilità, l’Europa, uno sguardo verso il futuro e il tema delle pensioni. Ripercorre così alcune delle proposte anticipate negli scorsi giorni come quelle riguardanti gli incentivi per assumere a tempo indeterminato e il salario minimo, oltre alla riduzione del cuneo fiscale dal 33 al 29 per cento. Ma anche una novità riguardante le pensioni: “C’è anche la pensione di garanzia per i giovani – spiega -. Il 40% dei lavoratori giovani dice che la cosa che crea più angoscia è non avere una pensione adeguata. Per noi è importante prendersi cura del futuro e delle ansie. Non si mette mano al sistema previdenziale solo con un approccio da ragioniere ma bisogna capire che chi sta adesso in questo sistema non ha nessuna garanzia, quindi la nostra proposta è prenderci cura di questa ansia. Un intervento concreto per chi oggi è un lavoratore ma un giorno avrà diritto a una pensione adeguata”.

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