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La laurea non paga più in Italia, lo dice l’Ocse

Ancora cattive notizie per i “dottori” italiani. Secondo un rapporto dell’Ocse la differenza tra chi ha una laurea e chi ha solo un diploma si sta inesorabilmente riducendo nel nostro Paese. E di conseguenza diminuisce anche l’interesse dei giovani per l’Università.
A cura di Biagio Chiariello
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Laurea e lavoro in Italia: due cose che ormai procedono sempre più distaccate. Ce lo fa capire lo studio ‘Education at a glance' dell'Ocse. Secondo i dati dell'organizzazione parigina, la differenza di retribuzione nel lavoro tra un "dottore" e un diplomato nel Belpaese si sta riducendo sempre più:  gli italiani laureati tra i 25 e i 34 anni guadagnano infatti solo il 22% in più rispetto a chi nella stessa classe di età ha conseguito un diploma di maturità, quando invece la media Ocse è del 40% in più. All'opposto, i lavoratori tra i 55 e i 64 anni guadagnano il 68% in più rispetto ai coetanei che hanno solo un diploma della scuola superiore (anche se la media Ocse e' del 73% in più). E non è certo un caso se negli ultimi tempi tra gli studenti medi superiori sembra essere diminuito l'interesse ad avviare un percorso accademico: la percentuale di giovani interessata ad iscriversi a studi universitari durante l'arco della loro vita è aumentata dal 39% nel 2000 al 50% nel 2002 e al 56% nel 2006, prima di diminuire al 48% nel 2011 contro una media Ocse del 60%. Tra il 2003 e il 2009, inoltre, la percentuale di quindicenni che vorrebbe laurearsi è diminuita di 11 punti percentuali, dal 52% al 41%.

In Italia spesa per studente ferma da 15 anni – Il rapporto ‘Education at a glance' ci dice anche che l'Italia "è l'unico Paese dell'area Ocse che dal 1995 non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria", cresciuta di appena lo 0,5% in termini reali su 15 anni (1995-2010), contro una media che supera il 60%. Per quanto riguarda le scuole primarie, la spesa per studente resta comunque appena superiore alla media Ocse, mentre è in linea con la media per le secondarie. Situazione totalmente opposta, invece, per l'istruzione universitaria, dove l'Italia ha aumentato la spesa complessiva per studente del 39%, contro una media Ocse del 15%. Il motivo di questo incremento è però "ampiamente riconducibile" ad un aumento "dei finanziamenti provenienti da fonti private", e non dei fondi pubblici destinati al settore, spiega l'organizzazione parigina. Peraltro la spesa per studente universitario in Italia resta comunque inferiore alla media (9.580 dollari contro 13.528). In tutto ciò va pure considerato che è aumentato il numero di studenti per insegnante", in particolare attraverso "un moderato aumento del numero di ore annue di insegnamento" per i docenti, e "una simultanea diminuzione delle ore di istruzione per gli studenti" sottolinea l'Ocse.

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