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La figlia di Riina lancia il caffè ‘Zù Totò’ e cerca fondi online: “Aiutateci a risollevarci”

A pochi giorni dalla morte dell’amato padre, la figlia Maria Concetta e il genero Antonino Ciavarello, recentemente arrestato per truffa nella sua casa di San Pancrazio salentino, hanno deciso di usare il brand di famiglia per commercializzare un nuovo prodotto.
A cura di Biagio Chiariello
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Una linea di prodotti ispirata all’ex capo dei capi di Cosa Nostra, Totò Riina, e intitolata “Zu Totò”. L’idea è venuta al genero Antonino “Tony” Ciavarello e alla figlia del boss, scomparso da qualche giorno, Maria Concetta: usare il brand di famiglia per produrre una nuova marca di caffè in cialde. L'annuncio della coppia è arrivato su Internet. L’operazione, secondo quanto scrive il sito d'informazione locale, "Lo Strillone", è partita nei giorni scorsi sul profilo Facebook dello stesso Ciaravello con un post successivamente rimosso: “Se facciamo produrre le cialde di caffè ru zu Totò, lo comprate?”. Il genero di Riina da qualche si trova agli arresti domiciliari (nella sua casa di San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi) per scontare un residuo di condanna a sei anni, inflitta dai giudici siciliani a causa di una truffa commessa a Termini Imerese nel 2009. E proprio l'indirizzo dell'abitazione nella piazza principale del paese è quello indicato come sede della nascente impresa.

La figlia di Riina cerca fondi online

I due coniugi hanno già avviato una campagna di crowdfounding (ricerca fondi online) su di un sito specializzato: “Vogliamo commercializzare alcuni prodotti a marchio Zù Totò – si legge sul sito – iniziamo con le cialde di caffè, facciamo questa prevendita per raccogliere ordini e capitali che servono per avviarci, visto che ci hanno sequestrato tutto senza motivo e stiamo praticamente senza…. lasciamo stare, ci rifaremo se ci aiutate. Grazie in anticipo della fiducia, attendiamo numerosi i vostri ordini e poi, il tempo di costituire nuova ditta e vi spediremo quanto pre-ordinato”.

Il genero dell'ex boss è agli arresti domiciliari

Il sequestro “senza motivo” è quello disposto dalla Dda di Palermo la scorsa estate per un valore di 1.5 milioni di beni. E l’iniziativa dei coniugi Ciaravello-Riina sarebbe già finita all'attenzione delle autorità competenti. La prima questione da chiarire è la veridicità della pagina che annuncia la vendita dei prodotti dedicati al boss, considerato che i soli nomi di Maria Concetta Riina e del marito non sono una firma a garanzia del fatto che siano effettivamente proprio loro a lanciare questa idea.

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