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La differenza di salario tra donne e uomini “è il più grande furto della storia”

Anuradha Seth, consigliera economica dell’Undp, lancia l’allarme, ricordando che le lavoratrici guadagnano in media il 23% in meno rispetto ai colleghi. Ovunque e in qualsiasi settore.
A cura di Redazione
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Ovunque, qualsiasi sia il ruolo, le donne guadagnano mediamente meno degli uomini. A lanciare l'allarme è Anuradha Seth, consigliera economica dell'Undp, Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, che ha ricordato che il divario tra il salario delle donne e quello degli uomini è del 23% in media; il che vuol dire che in alcuni paesi il distacco è decisamente superiore. Complessivamente, però, non ci sono dubbi per Anuradha Seth: "È il più grande furto della storia", tanto più che "non esiste un solo paese, né un solo settore in cui le donne abbiano gli stessi stipendi degli uomini". Se la partecipazione della popolazione femminile al mondo del lavoro è in crescita, nondimeno il ritmo appare eccessivamente lento: secondo l'Onu la parità salariale, di questo passo, arriverà forse tra settant'anni.

Perché le donne vengono pagate di meno

Alla base della discriminazione salariale non vi è una sola, univoca causa. Ogni paese presenta un mix di ragioni diverse: si va da un accesso ridotto all'istruzione pubblica, ad una minore rappresentazione nelle dirigenze aziendali, passando per una limitata partecipazione al mercato del lavoro o, semplicemente, al guadagno di un salario minore per svolgere esattamente le stesse mansioni dei colleghi maschi. Fattore spesso determinante è la presenza o meno di figli, dato che la maternità comporta spesso una retribuzione minore. Nel 2015, secondo i dati dell'Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro), mentre nel mondo il 76,1% degli uomini in età lavorativa svolge un impiego, tra le donne la percentuale scende a 49,6 punti. Il risultato, oggi, è che per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna ne incassa solo 0,77.

I paesi della discriminazione salariale

Il divario cambia di paese in paese, e all'interno delle stesse nazioni può variare anche in base al rapporto statistico preso in esame. È il caso della Spagna, dove per l'Ocse il divario è dell'11,% nel 2014, contro il 24% dell'Ugt. Tra i paesi dell'Ocse ci sono paesi che si avvicinano molto alla parità salariale, come il Costa Rica o il Lussemburgo dove il divario sarebbe del 5%; mentre la Corea del Sud porta i valori al 36%. La popolazione femminile delle grandi economie internazionali non se la passano meglio secondo i dati 2015 dell'Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): le donne guadagnano il 25,7% in meno in Giappone, il 18,9% negli Usa, il 17.1% nel Regno Unito e il 15,7% in Germania. E in Italia? I dati più recenti risalgono al 2014, quando il divario era del 5,5%: meno, molto meno di altri. Ma la discriminazione resta.

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