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L’Imu alla Chiesa? Il governo se ne è dimenticato

Il decreto che andrà a regolamentare il pagamento della tassa sugli immobili ancora non esiste. Il Ministero dell’Economia sembra temporeggiare. E c’è tempo fino alla fine dell’anno. In caso contrario, anche per il 2013 il Clero sarà esentato dalla nuova ICI.
A cura di Biagio Chiariello
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Alcuni parlano di temporeggiamento, altri di cavilli burocratici o, perché no, di semplice dimenticanza. Fatto sta che la Chiesa potrebbe non pagare l’Imu nel 2013. Eppure la questione tanto dibattuta nei mesi scorsi sembrava risolta: a febbraio il premier Monti dichiarava che la nuova Ici sarebbe stata applicata anche agli edifici del clero, esentando dalla tassa sugli immobili solo le scuole non commerciali. Ma della tanto attesa misura, che aveva ottenuto il via libera presso la commissione Industria del Senato, non c’è più traccia. Secondo quanto scrive Milano Finanza, il decreto del ministro dell'Economia, atteso per fine maggio, è ancora in fase di studio. Se nulla dovesse essere fatto per gennaio, la Chiesa continuerebbe ad essere esentata dal balzello "lacrime e sangue" per gli italiani.

Ma la risposta del Tesoro non si è fatta attendere. «Nessuna proroga all'imposta, il decreto arriverà a breve e poi dovrà passare l'esame del Consiglio di Stato» scrive Repubblica, citando il Ministero guidato da Vittorio Grilli. I ritardi sarebbero da attribuire alla complessità «della materia».Ma la tiritera sull'approvazione del decreto «non pregiudica la corretta applicazione della norma, anche perché la scadenza della prima rata è il 16 giugno 2013». Questo dice il Ministero. Repubblica, però, scrive che per avvalersi dell'esenzione dall'Imu c'è bisogno di una «apposita dichiarazione», come riportato nel Cresci-Italia. E tale documento va consegnato entro il 2012, se si vuole essere affrancati dalla tassa sugli immobili per l'anno successivo. Ma, come detto, il ministero non ha ancora predisposto il modello apposito.

In particolare il decreto dovrebbe stabilire le modalità di calcolo della tassa di quelle attività miste religiose-commerciali, delle scuole e degli ospedali gestite da organismi e società legate al Vaticano. In base all'articolo 91 bis del Cresci-Italia, l'esenzione all'Imu «si applica in proporzione all'utilizzazione non commerciale dell'immobile quale risulta da apposita dichiarazione». Il problema sta proprio qui. Non è semplice individuare tali superfici; proprio per questo motivo Grilli avrebbe pensato ad un “rapporto proporzionale”, decidendo ad esempio di considerare il 10% dell’edificio ad attività commerciale ed il restante no profit. Questo dovrebbe fare il decreto. Ma il decreto non c'è. E se non ci sarà entro la fine dell'anno, verrà a mancare un gettito (stimato dall'Anci) di 600 milioni di euro, parte di quei 6 miliardi di euro con cui "l'Italia farebbe miracoli".

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