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L’Europa sta pensando a una nuova tassa sulla plastica

L’Ue sta valutando una nuova tassa sulla plastica per fare cassa: non è ancora chiaro a quale parte della filiera si applicherebbe l’imposta.
A cura di Annalisa Cangemi
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Non bastava la tassa sui sacchetti biodegradibili: i consumatori dovranno forse affrontare un'imposta aggiuntiva. Come già annuciato la scorsa settimana, l'Ue sta valutando una nuova tassa sulla plastica."Stiamo guardando alla fattibilità" – ha detto il portavoce della Commissione europea Alexander Winterstein –"L'approccio è quello dell'apertura mentale. Ci sono opinioni diverse sulla fattibilità e per questo la stiamo valutando".

Proprio oggi l'Ue ha presentato oggi la strategia anti-plastica che porterà ad una riduzione, entro il 2030, del consumo di sacchetti monouso e microplastiche, oltre a rendere tutti gli imballaggi riciclabili. E la tassa sulla plastica sarebbe parte di questo piano. L'obiettivo è un'economia sempre più circolare, attraverso un'etichettatura più chiara per distinguere polimeri compostabili e biodegradabili e regole per la raccolta differenziata sulle imbarcazioni e il trattamento dei rifiuti nei porti. Sono attese poi entro gennaio misure per ridurre l'impatto delle bottiglie d'acqua in plastica. La lotta dell'Ue all'economia di tipo "lineare", che porta a scarti alla fine della vita del prodotto, è pensata anche per far quadrare i conti, dopo che la Brexit ha creato un buco di 14 miliardi l'anno, come conseguenza del mancato contributo economico di Londra al budget europeo.

Ogni anno, i consumatori producono 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% viene raccolto per il riciclaggio. In tutto il mondo, la plastica rappresenta l'85% dei rifiuti in spiaggia. Tassare quindi la plastica sarebbe anche un modo per fare cassa, lo ha detto anche il commissario europeo al Bilancio Guenther Oettinger quando ha diffuso la notizia. Non è ancora chiaro però in quale parte della filiera si applicherà l'imposta: seguendo il principio del "chi inquina paga" dovrebbe essere applicato alle imprese più che agli acquirenti dei prodotti. In ogni caso potrebbero essere previste esenzioni per ragioni di "pubblica utilità" ha detto il commissario al Bilancio, come nel caso dei contenitori del latte.

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