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Ius soli, news sulla riforma della cittadinanza

Ius Soli, rinvio a un passo. Boschi: “Oggi non abbiamo i numeri per l’approvazione”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenendo alla Festa dell’Unità di Roma, ha sottolineato che per l’approvazione dello Ius Soli al Senato il Pd non ha i numeri, suggerendo velatamente il rinvio del provvedimento alla prossima legislatura.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo il dietrofront di Ap sullo Ius Soli, annunciato dal fondatore del partito di maggioranza di governo e ministro degli Esteri Angelino Alfano e ribadito stamane dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l'ipotesi di una celere approvazione della legge al Senato sembra ormai definitivamente sfumata. Sebbene il Partito Democratico abbia più volte cercato di trovare una quadra allo scopo di favorire la definitiva approvazione del disegno di legge – approvato alla Camera e rimasto in seguito in sospeso a causa delle continue refrettarietà sia delle opposizioni sia degli alleati di maggioranza – stando alle dichiarazioni rese oggi dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, sembra ormai certo il rinvio del provvedimento alla prossima legislatura: "È complicato trovare i numeri in Parlamento. Lo dico con dispiacere perché è una legge giusta ed è una legge equilibrata, ma sappiamo che avere i numeri per approvare lo ius soli è complicato. Oggi non abbiamo i numeri ma se alle prossime elezioni il Pd avrà una maggioranza numericamente più importante, lo ius soli sarà in cima al nostro programma", ha dichiarato Boschi alla Festa dell'Unità di Roma.

Come anticipato, la posizione espressa da Boschi è molto simile a quella enunciata nel pomeriggio dal ministro Finocchiaro, che ha sottolineato la mancanza di numeri certi per l'approvazione a Palazzo Madama. "Tutti sappiamo, lo ha detto anche Zanda, che lo ius soli rientra negli obiettivi di questo governo. Se ci sarà necessità, con la mediazione, di tenere dentro la maggioranza, bene. Ma che resti un obiettivo da affrontare dopo il Def non c'è ombra di dubbio. Al Senato sullo ius soli c'è uno scarto di trenta voti tra chi è a favore e chi contro, che va colmato con la politica. Il punto è che senza Ap quei trenta voti mancano, con o senza la fiducia. Quei voti si trovano senza crociate o guerre di religione, senza darsi botte in testa ogni cinque minuti ma con la politica e il compromesso. È poco eroico ma è lavorare a una mediazione e trovare una sintesi è l'unica cosa che può sbloccare la situazione".

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