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Italiani rapiti in Libia, Viminale precisa: “Non si tratta con scafisti”

Il ministro Alfano non ha escluso alcuna pista riguardo al sequestro dei quattro italiani in Libia: “L’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti”, ha sottolineato l’ufficio stampa del Viminale. Mattarella: “Siamo tutti nel mirino”.
A cura di Susanna Picone
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Il rapimento dei quattro tecnici italiani in Libia può essere una richiesta di scambio con degli scafisti detenuti? “Non credo che possiamo escludere una pista, ma facciamo lavorare chi ha titolo a farlo e a farlo nel silenzio”, è quanto ha detto ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano a Skytg24. Il ministro non ha escluso alcuna pista riguardo al rapimento ma “l’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti”, ha poi sottolineato l'ufficio stampa del Viminale. “Leggendo i siti delle principali testate, notiamo un eccesso di enfasi per una dichiarazione dal contenuto ordinario, generico, di rito in casi di questo genere – si legge in una nota del Viminale -. Il ministro Alfano non ha accreditato alcuna ipotesi di scambi con scafisti. Si è limitato a non escludere nessuna pista, invitando anzi a lasciare lavorare in silenzio chi di competenza. Si ribadisce e si puntualizza dunque: nessuna pista esclusa, l'unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti.”

Il presidente Mattarella: “Tutti nel mirino” – Sul sequestro di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla, dipendenti della società di costruzioni e manutenzione di impianti energetici Bonatti, è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Tutti sono nel mirino: è nel mirino qualunque paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto delle vite umane”, ha spiegato Mattarella ai giornalisti che a Malta gli chiedevano se ci fosse un'offensiva fondamentalista in particolare contro l’Italia.

Milizia islamista Fajr Libya: “Non li abbiamo presi noi” – Intanto il portavoce di Fajr Libya, la milizia islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli, ha affermato che non sono loro i responsabili del rapimento dei quattro italiani. “Non sappiamo chi li ha rapiti”, ha detto Alaa Al Queck, “ma sappiamo che gli italiani si trovano nel sud-ovest e che entro 10 giorni saranno liberi”. Alla domanda se il rapimento ha delle motivazioni politiche, o legate al pagamento di un riscatto, Al Queek ha aggiunto: “Ignoriamo i rapitori e dunque non ne conosciamo il motivo del gesto, ma quando lo sapremo lo riveleremo”. Fajr Libya “sta cooperando con il ministero dell'Interno libico sulla vicenda”.

“Portati nel deserto” – Di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla non si hanno più notizie da domenica sera e finora non è ancora arrivata alcuna rivendicazione del sequestro. Il quotidiano online libico Akhbar Libia24, citando fonti di Sabrata, cha scritto che i quattro rapiti “sarebbero stati portati in una zona desertica dove è facile trovare nascondigli”. Secondo le fonti, i rapitori “hanno fatto scendere gli italiani dalla loro macchina, e li hanno fatti salire in un'auto obbligandoli a lasciare i loro telefoni cellulari”. L’autista dell'auto degli italiani “è stato legato e abbandonato nel deserto”.

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