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Opinioni

Italia e Francia, così simili così diverse

Italia e Francia sono due paesi simili per storia, cultura, economia e passioni. Ma sono anche due paesi che restano profondament diversi, come una breve vacanza in Costa Azzurra può facilmente mostrare a chi voglia fare un piccolo confronto estivo.
A cura di Luca Spoldi
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Italia e Francia, così simili eppure così diverse. Basta una breve vacanza oltralpe per rendersene conto. I due paesi condividono una moneta, l’euro, una radice neolatina, un amore per la buona cucina e il buon bere, piuttosto che un’industria turistica che rappresenta per entrambi i paesi una risorsa importante. Eppure basta arrivare a Nizza o a Marsiglia per rendersi conto delle differenze evidenti (ma non inevitabili) tra i due paesi. Prendete le spiagge: in Francia a Nizza come nel più piccolo dei comuni della Costa Azzurra le spiagge in concessioni a hotel e lidi si contano sulle dita di una mano o poco più, la grande maggioranza dei litorali balneabili sono liberamente accessibili, ma attenzione, a differenza che in Italia ogni spiaggia è vigilata (da polizia e vigili del fuoco), molte hanno docce altrettanto gratuite, tutte hanno parcheggi (a pagamento, ma con tariffe accessibili, di solito attorno ai 3,5 euro al giorno con la possibilità di carnet di dieci ingressi a 25 euro l’uno), bar, ristoranti a bordo spiaggia.

In Italia le spiagge libere sono “per sfigati”, poco o nulla servite, non custodite, spesso sporche, raramente con parcheggi o ristoranti facilmente accessibili. La differenza? Che se una famiglia viene a fare vacanze in Italia i primi 10-20 euro al giorno vanno al gestore del lido per discesa, ombrellone e lettini, almeno un’altra decina se ne andrà in caffè, gelati o snack, alla fine di un paio di settimane di vacanza 400-500 euro  saranno finiti nelle tasche del gestore del lido e non saranno stati distribuiti tra ristoranti, edicole, negozi di souvenir o altre attività presenti sul territorio. Come riesca la Francia a garantire un livello di servizio pubblico eccellente (spiagge pulite, attrezzate e sicure) là dove l’Italia offre spesso un servizio privato mediocre è l’ennesimo “mistero” che da analista finanziario non riesco a spiegarmi, forse qualche collega più ferrato sulla differente fiscalità francese in materia di litorali e coste potrà venirmi in aiuto.

Ma le differenze tra Italia e Francia non si limitano alle spiagge o alla tutela del territorio, che in Francia è pienamente sfruttato, a volte pure troppo perché non è raro vedere case tuttora in costruzione direttamente sulle scogliere o sul litorale, cosa che in Italia, per fortuna, sarebbe vietato, anche se poi spesso in Italia simili “mostruosità” vengono ugualmente costruite nella speranza di poter poi fruire di qualche condono edilizio. Se girate città come Marsiglia o Aix en Provence non sarà comune essere importunati da mendicanti (che esistono ma sono una presenza molto più discreta che in molte città italiane, spesso solo nei pressi delle chiese o di qualche monumento), mentre anche schiamazzi e risse sono un evento abbastanza raro. Forse anche perché gli orari dei pubblici esercizi sembrano essere regolati in modo più deciso che in Italia, a volte con dei risultati paradossali.

Sarà un effetto indiretto della crisi, sta di fatto che tranne che nelle grandi città come Parigi o Marsiglia (o località turistiche famose come Canne, Antibes o Nizza) è inconsueto che possiate cenare dopo le 21-21,30, molte volte dopo le mezzanotte troverete aperti solo pochi alimentari (che effettuano aperture non stop) e qualche bistrot, mentre ristoranti e brasserie saranno già chiusi o staranno servendo gli ultimi clienti prima di tirare giù la serranda. Mentre in Italia è frequente trovare bar, birrerie, ristoranti, gelaterie e pizzerie assortite (a proposito: la pizza ha ormai colonizzato totalmente la Francia, ve la proporranno un po’ tutti, dalle panetterie ai ristoranti) che “tirano” ben oltre la mezzanotte. Insomma: il turismo in Costa Azzurra ha tratti molto diversi da quello nella confinante Liguria o da quello che potrete trovare in Toscana, nel Lazio o nella Campania, piuttosto che nell’Emilia Romagna.

La sensazione, nel complesso, è che per cultura o per leggi e regolamenti la Francia sappia offrire un “pacchetto” di servizi nel campo dell’accoglienza e dell’intrattenimento turistico più ricco e variegato di quello italiano, anche se i costi francesi sono leggermente più elevati di quelli italiani. Col che il vostro analista sempre si chiede: siamo noi italiani che siamo caduti in basso o sono i francesi che riescono a mascherare meglio i loro problemi e difetti (che pure esistono)? Comunque sia la sensazione che l’Italia stia attraversando un periodo sottotono è sempre netta e non solo da Parigi.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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