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Iraq: Obama si schiera col nuovo premier al Abadi e annuncia altri raid

Il presidente iracheno Masum ha incaricato l’esponente sciita ma il premier uscente Al Maliki resiste ancora. Intanto, mentre il Pentagono riferisce di nuovi raid aerei, i jihaisti avanzano a nord.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE: Cade elicottero e rimane ferita la donna che denunciò i massacri. Un elicottero che trasportava viveri e aiuti per i profughi yazidi in Iraq è caduto nei pressi delle montagne di Shenkal nel distretto di Sinjar. A bordo del velivolo iracheno anche la deputata locale Vian Dakhil, l’unica rappresentante degli yazidi nel parlamento iracheno che proprio qualche giorno fa aveva denunciato al mondo la tragedia del suo popolo gridando: "Aiutateci, ci stanno sterminando". La donna sarebbe stata ferita nell'impatto ma sarebbe ancora viva. Sull'elicottero che si è schiantato vi erano circa venti persone tra cui il pilota rimasto ucciso.  A dare la notizia alcuni giornalisti occidentali che si trovavano sullo stesso velivolo e che sono stati feriti solo lievemente, una giornalista del New York Times, la 56enne Alissa Rubin, e il fotografo freelance che viaggiava con lei, Adam Ferguson, di 35 anni. Una fonte del governo regionale del Kurdistan ha spiegato che i soccorritori hanno trasferito i sopravvissuti allo schianto in una base militare dei peshmerga e da qui, in ambulanza, a Dohuk, vicino a Erbil. Le autorità curde hanno imputato a un guasto tecnico il motivo dello schianto, ma i jihadisti hanno rivendicato di aver abbattuto l'elicottero.

La situazione politica in Iraq, mentre continua l’avanzata dei jihaisti dello Stato islamico, rimane tesa. Ieri il presidente curdo Fuad Masum ha incaricato lo sciita Haidar al Abadi, vicepresidente del Parlamento uscito dalle elezioni dello scorso 30 aprile, di formare un governo di unità nazionale che unisca sunniti e sciiti in funzione anti-Isis. Il premier designato, nel suo primo discorso, ha annunciato di dover collaborare “per essere uniti contro questa barbara campagna terroristica lanciata in Iraq e per fermare tutti i gruppi terroristici”. Da parte degli Usa di Obama è arrivato il sostegno al cambiamento politico in Iraq: per Obama l'Iraq ha compiuto infatti un “passo in avanti promettente” con l'incarico affidato a Haider al Abadi. Contemporaneamente il Pentagono ha annunciato di aver lanciato quattro nuovi radi aerei contro i militanti dello Stato islamico, colpendo checkpoint e camion degli islamisti intorno alle montagne del Sinjar per favorire la fuga della minoranza yazida obiettivo degli jihadisti.

Il premier uscente Al Maliki resiste

Il presidente Obama ha parlato con il premier designato al Abadi, e con lui ha concordato sull'importanza di formare un nuovo governo inclusivo, che rappresenti tutte le comunità, il più presto possibile. E oltre a Obama anche il Segretario di Stato Kerry ha espresso la sua soddisfazione per il cambiamento politico in Iraq. La nomina di al Abadi –ha detto Kerry – dimostra che “è stato completato con successo” il terzo passo verso la formazione del governo in Iraq dopo l'elezione dei presidenti di Parlamento e Repubblica. Il nuovo governo “sia rappresentativo del popolo iracheno e inclusivo delle religioni ed etnie. Gli Usa sono con gli iracheni contro il terrorismo”. Anche la Ue ha accolto con favore la nomina di un nuovo primo ministro. Ma in Iraq Al Maliki non intende fare un passo indietro: il premier non vuole infatti rinunciare al terzo mandato e ha parlato di “pericolosa violazione della costituzione”. La situazione è insomma incandescente in quanto le mosse di Al Maliki non escludono scenari da golpe.

L'avanzata dello Stato Islamico in Iraq

In Iraq continua intanto l’avanzata dello Stato Islamico. I jihadisti hanno conquistato Jalawla, a 130 km dalla capitale, dopo che avevano dovuto cedere il passo ai Peshmerga curdi a Makhmur e Guwair, coperti dai raid americani. Fuggiti da Sinjar, nelle mani nei jihadisti, gli yazidi vivono un dramma senza precedenti. Migliaia affrontano il viaggio verso il confine siriano per mettersi in salvo. La deputata Vian Dakhil ha parlato di 50 bambini morti al giorno sulle montagne intorno a Sinjar, bloccati e in trappola, senza cibo e senz’acqua.  Della difficile situazione in Iraq hanno parlato al telefono anche il presidente Obama e il premier italiano Matteo Renzi: i due leader politici hanno sottolineato l’urgenza “degli sforzi per rispondere” all’Is e di assicurare “l'assistenza umanitaria ai più vulnerabili e la protezione dei civili sul monte Sinjar”. Nel frattempo il ministro degli esteri italiano, Federica Mogherini, ha riferito che si sta valutando insieme ai principali partner europei la possibilità di un sostegno al governo curdo.

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