A quando può risalire l’impronta vicino a Chiara Poggi e perché non basta per incastrare Sempio: parla l’ex Ris

Le nuove indagini sul delitto di Garlasco hanno svelato un dettaglio finora rimasto nascosto: secondo una nuova perizia della Procura di Pavia l'impronta palmare individuata sulle scale che portano alla cantina dove è stato trovato il corpo senza vita di Chiara Poggi sarebbe di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi e attualmente indagato.
L'impronta in questione, il reperto 33, non è un elemento completamente nuovo: non è stata infatti individuata oggi, ma era nota da sempre. Ad acquisirla e repertarla furono infatti i RIS di Parma durante le prime ispezioni effettuate a casa Poggi nell'agosto 2007, dopo pochi giorni dall'omicidio di Chiara. Ciò che è nuovo è appunto l'attribuzione a Sempio. Secondo questa nuova perizia infatti l'impronta 33 avrebbe 15 minuzie (qui abbiamo spiegato cosa sono le munizie) compatibili con quella di Sempio.
È bene specificare che l'impronta, nonostante dalle immagini diffuse in esclusiva dal TG1 martedì 20 maggio possa sembrare di colore rosso, non presenta sangue, come confermarono i test effettuati dai RIS di Parma nel 2007. Il colore nelle immagini è infatti dovuto al reagente utilizzato dai RIS, la ninidrina, per rendere visibili eventuali impronte. Inoltre, in molti si sono chiesti se è possibile o meno risalire al momento esatto in cui l'impronta è stata lasciata. Fanapge.it lo ha chiesto a Salvatore Spitaleri, ex RIS Messina presso il CIS, il Centro Investigazioni Scientifiche.
Fino a quanto tempo possono essere rilevate le impronte con il metodo impiegato dai Ris in casa Poggi, compreso il famoso reperto 33?
Non c'è un tempo limite. Si possono rilevare anche impronte digitali risalenti a mesi prima. La stessa impronta 33 può essere molto vecchia, nel senso che la persona che l'ha lasciata – secondo la perizia di Pavia Andrea Sempio, ma secondo me anche questo punto non è ancora chiuso – potrebbe averla lasciata in un qualsiasi momento si sia trovata a casa dei Poggi, luogo che Andrea Sempio frequentava perché amico del fratello di Chiara, Marco.
Quindi l'impronta non è databile?
No. Sempio (se sarà confermato) potrebbe averla lasciata uno, due, tre, ma anche più mesi prima. Non abbiamo un modo per datarla, come si fa ad esempio con la datazione al carbonio con i reperti organici antichi.
Per questo dice che non è contestualizzabile con la dinamica dell'omicidio?
Oltre a non presentare tracce di sangue, non è nemmeno in concomitanza con le impronte di scarpe Frau 42 rilevate accanto al cadavere: è chiaro che non è compatibile con la dinamica omicidiaria.
Cosa ci dice allora il fatto che questa impronta sia di Andrea Sempio, qualora verrà confermato?
A mio avviso, assolutamente nulla. Anche perché, oltre al fatto che può risalire a mesi prima, non è contestualizzabile con l'omicidio per una serie di fattori. Sempio frequentava la casa quindi potrebbe averla lasciata in qualsiasi altro momento. Inoltre, oltre a non essere insanguinata, la sua posizione non coincide con il punto in cui sono state trovate le impronte insanguinate delle scarpe Frau 42, attribuite all'assassino. Per questo l’impronta non ha nessun valore investigativo.
E dove si trova?
L'impronta 33 si trova all'incirca vicino al corpo di Chiara Poggi e data la posizione dell'impronta delle scarpe sappiamo che chi ha ucciso Chiara non è sceso oltre quel punto perché altrimenti avrebbe sporcato di sangue anche il resto delle scale. In sostanza non ci sono elementi per pensare che l'impronta 33 possa essere lasciata lì dall'omicida il giorno in cui Chiara è stata uccisa.
Cosa significa?
Una parte dell'impronta, ovvero il reperto 33, come sappiamo, è stata esaltata con la ninidrina e repertata dai carabinieri dei RIS di Parma nel 2007. Si tratta di un'impronta palmare lasciata sulla parete delle scale, probabilmente perché la persona a cui appartiene scendendo le scale che girano a sinistra istintivamente deve essersi appoggiata con la parte esterna del palmo della mano destra, ovvero quella opposta al pollice, sul muro, probabilmente dopo aver perso un istante l’equilibrio, anche perché sono scale strette.
Quali test sono stati effettuati allora dai RIS di Parma sull'impronta?
I carabinieri dei RIS, dopo averla individuata con la ninidrina, hanno grattato con un bisturi la parte meno leggibile dell'impronta, l'hanno grattata con un bisturi e l'hanno consegnata ai biologi nella speranza che questi potessero tirar fuori del DNA, ma invece non c'era nulla.
Anche se il sangue comunque sarebbe stato visibile a occhio nudo, i RIS hanno comunque effettuato i test necessari per escluderne la presenza. Ma anche l'Hexagon OBTI – un test immunocromatografico per l'identificazione del sangue umano – ha dato esito negativo. Questo ha confermato che il sangue su quell'impronta non c'era.
Secondo lei quindi l'attribuzione dell'impronta 33 ad Andrea Sempio non apre nuovi scenari?
Assolutamente no. Se Andrea Sempio non avesse mai frequentato quella casa, certo sarebbe stato un elemento di interesse, perché quell'impronta sarebbe stata sospetta, ma essendo un amico del fratello, abituato a frequentare la casa, non aggiunge nulla al caso, perché se una persona frequenta una casa, lascia centinaia di impronte. La difficoltà di chi fa questo lavoro non è soltanto trovare le impronte – quelle se ne trovano a centinaia – ma anche contestualizzarle, ovvero legarle alla dinamica dell'omicidio, altrimenti non dicono nulla, sono inutili. Poi rispetto ai sospetti su Sempio, dobbiamo tenere in mente sempre un dettaglio cruciale.
Quale?
Le impronte delle scarpe Frau sono numero 42 ed è stato stabilito in sentenza che quelle sono le scarpe dell'assassino. Questo è stato questo uno degli elementi per cui Stasi è stato condannato, perché lui aveva comprato tre mesi prima proprio questo modello di scarpe. Ora, Sempio porta il 44. Capisco che un assassino per depistare le indagini metta una scarpa più grande del suo numero, ma non indossa certo una scarpa due numeri più stretti.
