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Opinioni

Il masterplan per il Sud? Abbiamo scherzato, non serve più

Al Sud non servono soldi ma “il guanto positivo della sfida: uscire dalla cultura della lamentazione e chiudere le partite aperte da tempo”. Lo dice Renzi. Il masterplan? Basta quello che c’è nella legge di stabilità.
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"Il 15 o il 16 settembre mi piacerebbe che il Pd uscisse con un vero e proprio masterplan per il Sud”. Solo qualche settimana fa eravamo tornati su questa dichiarazione agostana di Matteo Renzi, timorosi che si trattasse dell’ennesima promessa rimasta sulla carta, dell’ennesimo annuncio destinato a non concretizzarsi mai.

In effetti, a leggere le prime anticipazioni sulla legge di stabilità sembrava proprio così. Con la legge finalmente a disposizione, poi, i dubbi sembravano crescere: a parte qualche intervento sporadico, qualche risorsa aggiuntiva dedicata a particolari questioni (Terra dei fuochi e Napoli – Bari, e tra mille criticità), non c’è alcuna traccia del piano straordinario per il Sud su cui tanto si è fantasticato.

Tutto corretto, obietterà qualcuno: non è in sede di legge di stabilità che ci si riprometteva di agire, ma sulla cabina di regia per i fondi europei, sulla decontribuzione selettiva, sulle deroghe al patto di stabilità, sull’efficientamento della spesa.

Ancora una volta, però, avevamo sbagliato tutto. Il masterplan non c’è, semplicemente perché non ce ne è bisogno. E basta ciò che il Governo ha messo in legge di stabilità. Lo dice Renzi nella sua nuova e-news:

Mi scrive il sindaco di Bari, Antonio De Caro: "Matteo, ma ti rendi conto? Abbiamo parlato per mesi delle anticipazioni del rapporto Svimez sul Sud. Oggi esce il rapporto e scopriamo che i dati tornano a essere positivi. Di poco, ma positivi. Fallo emergere, se puoi. Siamo proprio un paese di matti:-)" Non siamo un paese di matti, ma certo che alcuni temi sono affrontati secondo schemi ideologici. Se si parla del sud, dobbiamo sempre parlarne male. Altrimenti non vale. E lo vedo anche adesso, durante la discussione sulla legge di stabilità. Non c'è nulla per il Mezzogiorno, si urla. Non c'è nulla, ma ci sono per la prima volta i soldi per eliminare le ecoballe e far rinascere la Terra dei fuochi. Non c'è nulla, ma ci sono le misure per salvare Ilva e il futuro industriale del Mezzogiorno. Non c'è nulla, ma ci sono i soldi e gli strumenti per finire finalmente la Salerno Reggio Calabria. Non c'è nulla, ma c'è la possibilità di anticipare di due anni la Napoli-Bari e in prospettiva collegare l'Alta Velocità a quella meraviglia che è il Salento. Non c'è nulla, ma ci sono i soldi per Matera capitale europea della cultura 2019. Non c'è nulla, ma ci sono i soldi per l'Aquila dopo che per anni si erano fatti solo annunci

Insomma, ci aspettavamo nuove risorse e un piano organico e strutturato? Avevamo capito male. Volevamo una seria riflessione sul Mezzogiorno? Inutile discuterne ancora, basta con le chiacchiere. Immaginavamo che la riflessione aperta dal PD producesse idee, visioni, un cambio di marcia radicale? Avevamo frainteso tutto. Chiedevamo cifre, progetti, impegni precisi e risorse certe? Avevamo ragionato secondo gli schemi del passato.

Ce lo spiega sempre Renzi: “Il punto è che per il mezzogiorno non basta stanziare soldi ma va lanciato in positivo il guanto della sfida: dimostrare che si può uscire dalla cultura della lamentazione, non inventandosi cattedrali nel deserto ma semplicemente chiudendo le tante partite aperte da decenni. Non servono nuove vagonate di progetti, basta fare le cose che sono lasciate a metà da troppo tempo”.

Ecco, non soldi ma “il guanto positivo della sfida: uscire dalla cultura della lamentazione”. Cosa significa nel concreto, non è chiarissimo: vuoi mettere come suona bene?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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