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Il deputato PD e la “clausola anti M5S”: via il ballottaggio per evitare “l’effetto Parma”

La denuncia dei parlamentari del M5S: “Il PD vuole modificare l’Italicum togliendo il ballottaggio per paura di perdere le elezioni”. Il capogruppo democratico Rosato però nega: “Iniziativa di un singolo, la legge elettorale va benissimo così e non si cambia”.
A cura di Claudia Torrisi
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Il Pd ha paura di perdere le elezioni e vuole modificare l'Italicum per impedire al Movimento 5 stelle di vincere. È la denuncia dei parlamentari grillini, dopo la scoperta, tra le pagine della proposta di modifica della legge elettorale, a firma del deputato del Pd Lauricella, di quella che è stata definita la "clausola anti M5s". Nel testo, depositato lo scorso 28 ottobre, si propone di sopprimere il ballottaggio al secondo turno e assegnare un premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40% dei consensi; nel caso in cui nessuno la raggiunga, si applicherebbe il proporzionale puro, mantenendo lo sbarramento al 3%.

Quello che ha fatto più discutere della proposta di Lauricella, però, è stato il dichiarato intento della modifica, esplicitato a pagina 3 del documento:

Il sistema che prevede il premio di maggioranza alla lista che ottiene il 40 per cento dei voti al primo turno e, in mancanza, il ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto più voti al primo turno può essere un problema. Tenuto conto degli astenuti che potrebbero – anche in parte – decidere di votare al secondo turno e considerato che l’elettore, al ballottaggio, segue tutt’altra logica, sganciata dalle indicazioni di partito che sollecita dinamiche del tutto diverse dal primo turno, la soluzione del ballottaggio dovrebbe essere ripensata. Mantenendo il secondo turno di ballottaggio il rischio sarebbe – in caso di alchimie politiche imprevedibili al secondo turno – un "effetto Parma" (per non citare gli altri casi più recenti) di dimensioni nazionali.

Il proposito, insomma, è eliminare alla base la possibilità che si verifichi "l'effetto Parma", cioè che si riproponga a livello nazionale lo scenario che nel 2012 vide il grillino Federico Pizzarotti strappare al ballottaggio la città emiliana al Partito Democratico, pur partendo da un risultato ampiamente inferiore al primo turno.

Alla scoperta da parte degli esponenti del Movimento 5 stelle della pagina tre della proposta, si è scatenato un vespaio di polemiche. Il primo a commentare è stato il senatore cinque stelle Nicola Morra, che su Facebook ha ribattezzato la frase di Lauricella  "clausola anti M5s"

"Non hanno nemmeno la decenza di nasconderlo", ha scritto  il senatore Vito Crimi, "Ecco che l’effetto Parma (ma anche Livorno, Bagheria, Ragusa, Pomezia, Quarto, Augusta e via dicendo) di cui hanno tanta paura, diventa parte della relazione ad un disegno di legge di modifica dell'Italicum".

La parlamentare grillina Giulia Di Vita ha fotografato la proposta con la frase incriminata e l'ha postata su Twitter chiedendo lumi allo stesso Lauricella

Sul punto è intervenuto anche Beppe Grillo, che dal suo blog ha tuonato che “l'unico obiettivo del Pd è impedire al M5S di andare al governo, e lo fa come i bari, cambiando la legge elettorale. Metteranno il premio di coalizione al posto di quello di lista? E se il M5S continua a crescere e il Pd a sprofondare e supera la coalizione cosa si inventano? Il premio condannati? Chi ha più condannati ha la maggioranza? Il Pd vincerebbe a mani basse senza bisogno di coalizione. La legge elettorale va inserita nella Costituzione per sottrarla ai partiti bari e garantire democrazia e rappresentanza ai cittadini”.

Che non si tratti di uno scivolone, ma di una mossa ponderata e voluta lo si evince dalla reazione del firmatario della proposta:

L'ascesa del M5s anche a livello nazionale, del resto, non è un timore infondato: secondo un sondaggio Emg per il Tg di La7, in caso di ballottaggio al secondo turno tra Pd e M5s, il partito di Grillo avrebbe la meglio (50,6 contro 49,4%).

Nel Pd, comunque, non sembrano essere tutti concordi. Ai microfoni di "Un giorno da pecora" Ettore Rosato, capogruppo alla Camera, ha risposto che "la legge elettorale non si cambia, va benissimo così: chi vince, governa. Non condivido questo suo pensiero per me la legge va bene così, con il ballottaggio e tutto il resto. Noi siamo convinti di vincere anche ora e con questa riforma".

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