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I forconi avanzano coi trattori da Latina a Roma e scoppia il caso antisemitismo

Quinto giorno di proteste: un gruppo di dimostranti si sta dirigendo verso la Capitale. Intanto il leader Andrea Zunino dice che “Italia schiava di banchieri ebrei”. Lo sdegno delle Comunità Ebraiche: “Affermazioni deliranti”
A cura di Biagio Chiariello
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Ore 17.05 – Grillo a Letta: “Mai incitato insubordinazione”. Il leder del Movimento 5 Stelle risponde alle parole del Presidente del Consiglio Enrico Letta a proposito delle proteste del Movimento dei Forconi: “Nessuno ha incitato all’insubordinazione le forze dell’ordine, a meno che insubordinazione significhi togliersi il casco e sfilare con la gente esasperata”.

Ore 15.15 – Sette persone denunciate per violenza – Violenza privata è l'accusa che ha portato alla denuncia nei confronti di sette manifestanti che, nel primo giorno di protesta dei Forconi, a Barletta, avrebbero aggredito commercianti e ambulanti che si erano rifiutati di tenere chiusi i loro negozi.

Non si ferma la rivolta dei Forconi giunta ormai al quinto giorno. Dopo i disordini e le tensioni a Torino, Milano e Genova e in molte altre città italiane, oggi un gruppo di manifestanti, partito da Latina, alla guida di alcuni trattori, ha deciso di muovere verso Roma. "Continueremo la protesta per il tempo che serve in maniera civile come abbiamo fatto fino ad ora. Il nostro obiettivo è mandare a casa questa classe politica che ha fatto il male dell'Italia", ha detto il leader dei Forconi, Danilo Calvani. E' stato invece sgomberato l'accampamento dei dimostranti che a Ventimiglia impediva l'accesso alla frontiera con la Francia.

Nel frattempo è scoppiato il caso antisemitismo in riferimento alla protesta. "Parole deliranti che richiamano, senza alcun pudore e vergogna, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza e negazione dei diritti più elementari". Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha commentato le dichiarazioni del portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino che aveva definito l'Italia come "schiava dei banchieri come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo sono ebrei, ma è una cosa che devo approfondire". Secondo Gattegna, queste parole rappresentano "un senso di disagio sempre più profondo", che si alimenta coi "più biechi e violenti stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell'ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l'intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese".

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