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I fascisti dovrebbero inchinarsi alla cultura dell’Antico Egitto e invece la maltrattano

Non si placano le polemiche per lo scontro tra Fratelli d’Italia e il direttore Christiano Greco. Ma i fascisti dovrebbero rassegnarsi: il Museo Egizio di Torino è un vanto per il nostro Paese. E la cultura dell’Antico Egitto lo è per l’umanità. Loro, al contrario, non lo sono di niente e di nessuno.
A cura di Redazione Cultura
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La notizia è quella che, più o meno, conosciamo tutti. Fratelli d'Italia, la (corta) terza gamba del centrodestra alla prossima tornata elettorale, ha dichiarato: "Se vinceremo le elezioni licenzieremo il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco". Motivo: la decisione della direzione del museo di introdurre delle agevolazioni tariffarie per tre mesi in favore di coloro che parlano l'arabo. Ciò, nel sofisticato sistema di pensiero della leader del partito di estrema destra, Giorgi Meloni, significa essere "razzisti nei confronti degli italiani". Il buon Christian Greco, da parte sua, era sceso in strada per incontrarla, donarle un libro e spiegarle, nei dettagli, la sua decisione. Azione che, naturalmente, per chi non riesce nemmeno a usare la parola fascista in segno di condanna, per chi non fa altro che sobillare i peggiori istinti degli italiani, non fa che cavalcarne le paure a ogni piè sospinto, non varrà nulla perché basata sulla ragione, sul pensiero, sul confronto. Strumenti sconosciuti ai fascisti.

Nel senso che basterebbe ascoltare le più che ragionevoli parole del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, che ha giustamente derubricato la sua iniziativa ad attività promozionale come ve ne sono tante, periodicamente, nei musei italiani e non solo, per rendersi conto che in alcun modo agevolare per tre mesi le persone che parlano l'arabo può essere considerato segno di razzismo nei confronti degli italiani. In un mondo normale sarebbe persino fiato sprecato doverlo ribadire, ma viviamo in Italia, siamo in campagna elettorale e tutto questo, per quanto insensato sia, esiste e bisogna provare a farci i conti. Purtroppo un illuminista contro un estremista di destra, ancorché in campagna elettorale, non ha scampo.

Eppure la storia della cultura egizia, che il Museo Egizio di Torino rappresenta nel migliore dei modi possibili, trattandosi di un'eccellenza italiana, andrebbe fatta rispettare con maggiore convinzione. Anche ai fascisti. Perché c'è e ci sarà sempre più da ricordare in tutta quella millenaria cultura che nella miserevole propaganda politica e nei pregiudizi razziali. Che si rassegnino, i fascisti. Il Museo Egizio di Torino è un vanto per il nostro Paese. E la cultura dell'Antico Egitto lo è per l'umanità. Mentre loro, i fascisti, per chi o cosa lo sono?

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