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Governo al capolinea, Maroni: La maggioranza non c’è più

Nuovi abbandoni tra le fila del Pdl, anche la Carlucci passa all’Udc. Tra malumori interni e continui inviti alle dimissioni, ore decisive per Berlusconi e il suo Governo, che da domani sarà impegnato in Parlamento sul rendiconto dello Stato.
A cura di Antonio Palma
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Tra nuovi abbandoni del Pdl e continui inviti alle dimissioni, ore decisive per Berlusconi e il suo Governo, che da domani sarà impegnato in Parlamento sul rendiconto dello Stato

Il Governo Berlusconi è al capolinea, è questa la netta impressione che si percepisce dopo le ultime notizie provenienti dalla maggioranza. Ad avere la medesima sensazione è il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che in un’intervista televisiva è stato perentorio "la maggioranza non c'è più, inutile accanirsi". Dopo gli abbandoni del Pdl da parte di alcuni scontenti, ieri un’altra giornata nera per l’Esecutivo. A tarda serata un altro annuncio di addio di una dei fedelissimi, Gabriella Carlucci, forzista della prima ora e fino ad oggi ferrea sostenitrice del Premier, passata tra le file dei centristi dell’Udc.

In molti ormai auspicano un passo indietro di Berlusconi che permetta di formare un Governo di larghe intese guidato da qualche personalità accettata da entrambi gli schieramenti in Parlamento, soprattutto per attuare le riforme promesse a Bruxelles. Berlusconi però sembra non condividere l’ipotesi ed è ancora convinto di ottenere la maggioranza in Aula, almeno per resistere fino a fine anno. In realtà, oltre ai fuoriusciti dal partito molti sono quelli pronti a fare altrettanto nelle prossime ore e a non garantire il loro appoggio quando si voterà alla Camera. In settimana, infatti, ci saranno molte prove decisive in Parlamento, domani il nuovo voto sul rendiconto dello Stato su cui il governo già e andato sotto il mese scorso, e non è esclusa una mozione di sfiducia delle opposizioni, forti dei nuovi numeri alla Camera.

Gli stessi uomini vicino al Premier ormai premono su di lui perché salga al Colle e rassegni le dimissioni, soprattutto per evitare di essere sfiduciato in Aula. Lo stesso Ministro Maroni ricorda che è inutile arroccarsi senza avere i numeri “per poi fare la fine di Prodi”, cioè cadere sul voto di fiducia convinti di farcela. Questa notte intanto nuovo vertice del Pdl con il sottosegretario Gianni  Letta, il segretario del Pdl Alfano e i capigruppo di Camera e Senato per fare il punto della situazione e valutare tutte le possibili conseguenze. Berlusconi cerca comunque di resistere, perché convinto che andare alle elezioni a Gennaio possa avvantaggiare la coalizione; quello che al Premier non va giù è un governo di larghe intese, anche perché non accetterà mai di allearsi con il centrosinistra e il Pd.

A non voler alcun tipo di compromesso è anche la Lega che, come ha ricordato Maroni, preferisce in ogni caso le elezioni nell’ipotesi che la maggioranza non fosse più tale in Parlamento. Nelle prossime ore si sapranno definitivamente quali sono le mosse di Berlusconi, se andrà da Napolitano o cercherà di resistere preparandosi ad un duro scontro in Parlamento.

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