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In pensione a 67 anni e licenziamenti facili, ecco il testo della lettera di Berlusconi alla Commissione Europea

La lettera del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai vertici Ue con l’impegno a intraprendere misure concrete per lo sviluppo lascia perplessi gli analisti. Proposte consistenti oppure un disperato tentativo di occultare la fragilità dell’Esecutivo con l’innalzamento dell’età pensionabile ai 67 anni e facilitazioni sui licenziamenti.
A cura di Alessio Viscardi
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In pensione a 67 e licenziamenti facili

Misure drastiche per uscire dalla crisi oppure goffo tentativo di mascherare le incapacità del governo? Discordante il giudizio sulla lettera che il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha inviato ai vertici dell’Unione Europea in risposta all’ultimatum lanciato da Fancia e Germania per le misure economiche. Aumento dell’età pensionabile a 67 anni e introduzione della possibilità di licenziare per esigenze economiche, ma si tratta di impegni di carta e presi nella piena consapevolezza che il direttorio Merkel – Sarkozy non potrà far altro che dare fiducia al Paese – perché se cade l’Italia, si trascina dietro tutta la zona Euro.

In pensione a 67 anni sì, ma a partire dal 2026, mentre dal 2013 saranno rivisti i requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità. Dal piano di dismissione del patrimonio pubblico italiano – si legge nella lettera redatta dal presidente del Consiglio – verrà generato un introito di 5 miliardi di euro all’anno a partire dal 30 novembre. Infine, il Governo si ripromette di approvare entro il 2012 la riforma della legislazione del lavoro – introducendo la possibilità per le imprese di licenziare i lavoratori per ragioni economiche. Di compenso, sono previste procedure di controllo più stringenti sui contratti di lavoro dei para-subordinati, utilizzati spesso “per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato”.

“Il Governo monitorerà costantemente l'andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente”, il presidente Berlusconi assicura anche di essere consapevole della gravità del momento storico che vive l’Ue:

“Siamo sicuri che, con l'impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l'intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un'Europa più forte e più coesa”.

Progetti per dieci opere immediatamente cantierabili che potranno beneficiare di defiscalizzazione di Irap e Ires. Il Cipe semplificherà le procedure di approvazione dei progetti e gli appalti saranno divisi in lotti più piccoli, in modo da impiegare le tante PMI italiane a corto di commesse.

Quattro direttrici animeranno l’azione dell’Esecutivo per i prossimi mesi, in particolare entro dicembre saranno rimossi tutti i vincoli alla libera concorrenza nell’attività economica – soprattutto nel settore dei servizi, il che dovrebbe garantire livelli di produzione maggiori e costi inferiori. Entro febbraio, verrà definito un nuovo contesto normativo e istituzionale che garantisca il “dinamismo” delle imprese. In aprile saranno adottate misure per l’accumulazione di capitale fisico e umano, mentre a giugno sarà completata la riforma del mercato del lavoro. Obiettivo primario è “aggredire il dualismo Nord-Sud” che penalizza tutta l’economia della penisola – basti pensare che il Pil del Mezzogiorno è in fondo alle graduatorie europee.

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