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La lettera di Berlusconi all’Europa tra decreto sviluppo, pensioni e incertezze

Nella missiva inviata a Bruxelles, il Cavaliere avrebbe parlato dell’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, del decreto sviluppo e della riforma delle pensioni.Basterà a convincere l’Europa?
A cura di Alfonso Biondi
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Nella missiva inviata a Bruxelles, il Cavaliere avrebbe parlato dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, del decreto sviluppo e della riforma delle pensioni.Basterà a convincere l'Europa?

Cara Europa ti scrivo. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato a Bruxelles la tanto attesa lettera. Attesa dalle istituzioni europee, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier francese Nicolas Sarkozy, ma soprattutto dagli italiani che aspettano di capire come si muoverà l'esecutivo per tappare le falle di una nave che imbarca acqua. Nelle quattordici pagine giunte a Bruxelles, non ancora rese note agli organi di informazione, il Cavaliere non avrebbe elencato in maniera specifica le misure che verranno adottare per risanare i conti pubblici, ma si sarebbe solamente limitato a ribadire l'impegno del pareggio di bilancio nel 2013. Per il Capo del governo la priorità resta quella, costi quel che quel costi.

Decreto sviluppo

Nella missiva si parlerebbe anche dell'ormai famoso decreto sviluppo, provvedimento sul quale il governo tergiversa da tempo. Nello specifico Berlusconi avrebbe parlato di riduzione dei dipendenti pubblici, di una revisione dei licenziamenti per motivi economici (in questo caso al lavoratore andrebbe un indennizzo e non ci sarebbe diritto di reintegro), di abolizione delle tariffe minime, di liberalizzazione dei pubblici servizi locali. E poi rilancio delle infrastrutture, norme di semplificazione, maggiore attenzione all'occupazione femminile e giovanile. Tutto molto generico.

Pensioni

Tra le 14 pagine inviate a Bruxelles non potevano ovviamente mancare le pensioni, nervo scoperto della maggioranza di governo. Il Cavaliere avrebbe assicurato che entro il 2026 l'età pensionabile verrà innalzata a 67 anni, ma sulle misure da mettere in cantiere per raggiungere tale obiettivo non avrebbe detto nulla. L'ipotesi potrebbe essere quella di anticipare al 2012 (prima era stato stabilito il 2014) il percorso graduale dell'età pensionabile da 60 a 65 anni delle donne del settore privato. Ieri, poi a Ballarò, il Ministro Gelmini aveva parlato del raggiungimento dei "67 anni per donne e uomini del settore pubblico e di quello privato, aumentando gradualmente  l'età pensionabile dal 2012 al 2025".

Basterà a convincere l'Europa?

Oltre al decreto sviluppo, alle pensioni e all'obiettivo del pareggio di bilancio, Berlusconi avrebbe anche ricordato quanto di buono fatto dalla sua maggioranza con i decreti di luglio e agosto che prevedono correzioni dei conti pubblici per 145 miliardi di euro. Ora la palla passerà all'Europa. L'impressione, però, è che Bruxelles non si accontenterà delle garanzie date dal Cavaliere. All'Italia potrebbero essere chiesti altri sforzi, in primis quello di operare per una sostanziale diminuzione del debito pubblico.

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