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Armi chimiche a Gioia Tauro: sindaci sul piede di guerra, ma il porto non chiuderà

I sindaci della piana di Gioia Tauro pronti a dare battaglia sul transito delle armi chimiche di Assad. “Mettono a repentaglio la mia vita” dice il primo cittadino Renato Bellofiore. Ma il ministro Lupi nega la chiusura.
A cura di B. C.
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UPDATE –  La replica del ministro Lupi ai sindaci: "Il porto non chiuderà" – "Il porto di Gioia Tauro non chiude", altrimenti "occorre farlo per le operazioni analoghe che vi si svolgono tutto l'anno. Anche in questo preciso momento si sta lavorando" a materiali chimici nello scalo calabrese. Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi replica ai sindaci che avevano chiesto la chiusura del porto. Lupi ha chiarito che "per quanto classificati come pericolosi i materiali provenienti dalla Siria rientrano nelle classi già trattate negli scali italiani" e che "i nostri porti sono in generale dotati degli strumenti e mezzi atti a garantire la sicurezza".

Come documentato oggi da Fanpage.it, nel porto calabrese di Gioia Tauro sono transitate le armi chimiche provenienti dalla Siria. Sono destinate alla distruzione e anche per questo i sindaci del circondario non l'hanno presa bene.  "Mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone", dice il primo cittadino di Gioia Tauro, Renato Bellofiore. "È gravissimo – aggiunge -. Forse il ministro Bonino non sa cos'è la democrazia". "È gravissimo – ha aggiunto – La solita scelta calata dall'alto. Siamo considerati una popolazione di serie B. Tra l'altro, qui non c'è un ospedale attrezzato".

Le autorità locali hanno già organizzato un vertice per discutere sulla questione al termine del quale sarà molto probabilmente decisa la chiusura del porto, come afferma Domenico Madaffari, sindaco di San Ferdinando, comune in cui ricade il 75% del porto calabrese: "Stiamo valutando di emettere un'ordinanza per chiudere il porto. Vedrò con i colleghi di Gioia e Rosarno cosa si può fare con molta calma. Voci danno arrivo nave domani". È un’"insensibilità verso il porto", ha detto il presidente della Provincia di Reggio Calabria, l’ex Pdl Giuseppe Raffa, sostenendo che "l’area di Gioia Tauro è già a grosso rischio perché ci sono insediamenti industriali, come l’inceneritore, che hanno già destato preoccupazioni".

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