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Frattini sul Rubygate: “Violazione della privacy, possibile un ricorso a Strasburgo”

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini attacca la Procura di Milano e inizia a ventilare l’ipotesi di un ricorso di Berlusconi alla Corte europea di Strasburgo per violazione della privacy.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Ministro degli Esteri Franco Frattini

Il Pdl fa quadrato attorno al proprio leader, impantanato più che mai nell'inchiesta milanese del bunga bunga e, ora, tirato in ballo anche dalle dichiarazioni di Sara Tommasi. Dopo il documento approvato ieri dall'Ufficio di Presidenza del Pdl, col quale si attaccava la Procura di Milano definendola "una sorta di avanguardia politica rivoluzionaria", oggi a difendere a spada tratta il Presidente del Consiglio c'ha pensato il Ministro degli Esteri Franco Frattini.

Il ministro denuncia il fatto che, nell'ambito del caso Ruby, Berlusconi sia stato vittima di una clamorosa violazione della privacy da parte della Procura milanese e ribadisce ancora una volta la linea del suo partito: "Si tratta di un problema su cui il Pdl ha posto una questione politica: non pensiamo che sia immaginabile un cambiamento per via giudiziaria del governo democraticamente eletto".

Continua insomma il muro contro muro con la magistratura. Ma non finisce qui. Frattini, sulla già citata violazione della privacy nei confronti del Presidente Berlusconi, ha ventilato anche l'ipotesi di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, dato che "quando un cittadino si sente danneggiato ha diritto a rivolgersi al giudice competente per ottenere tutela" e che "c'é una giurisprudenza molto ricca in materia".

Non tardano ad arrivare le reazioni dell'opposizione. In particolare, Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al Senato, ha così commentato le parole del Ministro Frattini: "Ricorrere alla Corte dei diritti dell'uomo? Per quali violazioni? Io, a differenza di Berlusconi credo che questo paese non debba temere alcuna sede di giustizia. Il problema è che Berlusconi vuole uccidere le libertà dell'Italia per salvare esclusivamente se stesso". E poi rincara la dose: "é chiaro a tutti i cittadini che Silvio Berlusconi non può più essere il presidente del consiglio di una Repubblica democratica. Reca offesa alla dignità, all'autorevolezza, al decoro dell'Italia e degli italiani".

Anche Nino Lo Presti di Futuro e Libertà insiste sul danno d'immagine che l'Italia sta avendo da questa vicenda: "Berlusconi– ha detto- con la sua condotta sta provocando enormi danni all'immagine dell'Italia"; ecommenta in questo modo la minaccia del cavaliere di far causa allo Stato: "Mi auguro che la promessa di Berlusconi cada nel vuoto. In caso contrario sarò costretto a promuovere una causa collettiva contro di lui, perché restituisca alla mia patria la dignità che merita".

E intanto Fabrizio Cicchitto chiarisce che sulla questione intercettazioni c'è stato un fraintendimento: il Pdl, come riferisce, non ha nessuna intenzione di varare un decreto. Quindi se verrà ritenuto opportuno, si procederà portando avanti il vecchio disegno di legge.

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