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Paura per il virus Mers: allertati i militari italiani all’estero

Allarme sanitario fra le truppe italiane in missione per i possibili contagi da Mers. Mentre per l’OMS non c’è emergenza, sono oltre 400 le vittime nella sola penisola araba.
A cura di Antonio Musella
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 Il tutto il mondo medici e scienziati rilanciano l'allarme per l'aumento dei contagi della Mers, ovvero un virus simile alla Sars – la cui epidemia causò 800 vittime nel 2003 – che si sta diffondendo soprattutto nei paesi arabi. L'allarme riguarda anche cittadini italiani per la precisione i militari delle forze armate italiane impegnati all'estero. Un dispaccio interno in possesso di Fanpage dimostra come la preoccupazione delle autorità militari sia altissima rispetto al rischio di contagio.

Stato di allerta tra le forze armate – Ed eccolo il testo del dispaccio interno alle forze armate che ci racconta la preoccupazione che si respira nelle stanze di comandi generali. Ad emetterlo è il CINCAV – Comando della Squadra navale della Marina militare. I soggetti a rischio contagio del virus Mers – Cov risultano essere i militari impegnati in missioni nei seguenti paesi : Egitto, Israele, Arabia Saudita, Libano, Giordania, Iraq, Baherein, Iran, Kwuait, Quatar, Siria, Oman, Yemen, Emirati Arabi e Palestina. Secondo le autorità sanitarie militari chi è stato entro i 14 giorni a contatto con soggetti potenzialmente infetti è a rischio contagio. La Mers, che fino ad ora in Europa ha fatto registrare un solo caso di contagio in Olanda proprio pochi giorni fa, si manifesta con stato febbrile persistente associato a sintomi respiratori o in alternativa polmonite associata a sindrome da stress respiratoria. Secondo le informazioni divulgate ai nostri militari all'estero, questi sintomi uniti alla permanenza in uno dei paesi elencati, spinge a definire un soggetto potenzialmente affetto da Mers. Il dispaccio inviato alle nostre forze armate all'estero si conclude con la raccomandazione di comunicare al Comando centrale qualsiasi aggiornamento ritenuto utile.

Arabia Saudita paese più colpito, per l'OMS non c'è emergenza – E' il regno saudita il paese più colpito dall'epidemia di Mers. Si registrano infatti 495 contagi e 141 decessi dovuti alla Mers dallo scoppio dell'epidemia datato settembre 2012. Casi di contagio sono stati registrati anche nei paesi vicini fra cui la Giordania, l'Egitto, il Libano e anche negli Stati Uniti, ma la maggior parte delle persone colpite avevano viaggiato o lavorato in Arabia Saudita di recente. Lo scorso 14 maggio l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un messaggio rassicurante stabilendo che " Non esiste per il momento un’emergenza globale per la salute pubblica". Per gli scienziati al momento non ci sono prove della trasmissione del virus "da uomo a uomo". Nonostante il messaggio rassicurante l'OMS non trascura la " aumento preoccupante dei casi di contagio, per le scarse azioni di prevenzione e di controllo" soprattutto nei paesi del Medio Oriente e della penisola arabica. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sostenuto che "saranno valutati senza allarmismo gli elementi messi a disposizione dalla comunità scientifica" garantendo il massimo della vigilanza da parte delle autorità sanitarie. Gli esperti dell'OMS si riuniranno nuovamente a giugno per valutare il "caso Mers" ma in caso di particolare aumento dei contagi gli scienziati potrebbero riunirsi d'urgenza. Le Mers, come la Sars, deriva da un coronavirus anomalo che si diffonde tra le specie animali la cui identità però non è ancora nota. I coronavirus sono responsabili del 20% delle polmoniti virali.

Preoccupazione tra i militari – Dopo il dispaccio del CINCAV è aumentata la preoccupazione tra i militari, soprattutto quelli impegnati nelle operazioni di contrasto all'immigrazione o nei paesi ad alto rischio di contagio. Sul tema è intervenuto il Partito per i diritti dei Militari con un comunicato stampa. "Mi auguro che i ministri della salute, della difesa e degli esteri siano al più presto in grado di fornire immediate rassicurazioni sui dispositivi di prevenzione che certamente hanno già messo in atto" sostiene Luca Marco Comellini del Partito dei Militari.
"Diversamente sarebbe chiaro che ci troveremmo alla mercè dell’improvvisazione, e quindi della buona sorte" si legge ancora nel comunicato di Comellini.

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