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Veterana di guerra, ferita e malata: convince tutti, incassa fondi e donazioni ma era tutto falso

È l’incedibile storia che vede come protagonista una 32enne statunitense che comprando medaglie online è riuscita a truffare decine di veterani e associazioni di categoria incassando più di 250mila dollari.
A cura di Antonio Palma
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Per tanti veterani di guerra era diventata quasi un simbolo, una giovane donna che aveva prestato servizio tra i marines combattendo in Iraq e Afghanistan, rimanendo ferita e ammalandosi anche di cancro ai polmoni a causa delle esposizioni alle fosse di combustione dei campi militari Usa. In realtà non era niente di tutto questo e la donna non aveva mai nemmeno imbracciato un fucile ma si era inventa tutto solo per incassare fondi e donazioni riservati ai veterani di guerra.

È l’incedibile storia che vede come protagonista Sarah Jane Cavanaugh, una 32enne statunitense che con questo trucco è riuscita a truffare decine di veterani e associazioni di categoria incassando più di 250mila dollari tra fondi e benefici previsti per veterani e donazioni.

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La 32enne del Rhode Island è andata avanti per lungo tempo a raccontare la sua finta storia di veterana ferita del Corpo dei Marines con diagnosi di cancro fino a quando i primi dubbi, alla fine dello scorso anno, hanno smantellato il suo castello di carte. La donna è stata incriminata e infine, martedì scorso, condannata a quasi sei anni di carcere e a restituire e rimborsare le somme incassate.

Secondo quanto ricostruito dell’inchiesta a suo carico, tutto sarebbe iniziato quando lavorava come assistente sociale presso il Veterans Affairs Medical Center di Providence. Avendo a che fare tutti i giorni con documenti di veterani feriti, ha deciso di assumerne il ruolo. Ha usato la sua posizione per accedere ai documenti appartenenti a un vero marine malato di cancro e poi li ha falsificati per dichiarare di aver prestato servizio nell'esercito e si essersi ammalata.

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Per assicurarsi che tutto funzionasse, Cavanaugh ha persino acquistato online divise e medaglie, indossandole pubblicamente durante eventi e raduni. Ha persino chiesto ai colleghi in palestra di allacciarle i lacci delle scarpe in quanto le ferite legate alla guerra le impedivano di allacciarli da sola.

Una messinscena cui molti avevano creduto tanto che era riuscita sfilare denaro persino allo stesso veterano a cui aveva rubato per primo i dati medici e a essere nominata anche rappresentante di una associazione di veterani. Così è riuscita ad avere soldi per fare la spesa, pagare bollette e assicurazione sanitaria ma anche ad ottenere un cane. La truffa è venuta a galla solo quando, all’ennesima richiesta di fondi, una associazione ha condotto un controllo dei precedenti servizi militari scoprendo che non aveva mia prestato servizio.

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