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Un sottomarino con a bordo 53 persone è scomparso a nord di Bali: incerto il destino dell’equipaggio

Sempre più preoccupante la situazione dei 53 marinai a bordo del KRI Nanggala-402, di fabbricazione tedesca. Il sottomarino è stato individuato a una profondità assai superiore a quella per cui è stato costruito La Marina militare indonesiana ha chiesto l’aiuto di Singapore e Australia. Individuata in mare una macchia di petrolio…
A cura di Biagio Chiariello
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Un sottomarino della marina indonesiana con a bordo 53 persone è scomparso mentre si trovava nelle acque a nord dell’isola di Bali, in Indonesia: si tratta del KRI Nanggala-402, di fabbricazione tedesca, impegnato in un'esercitazione che prevedeva il lancio di siluri quando, alle 3 del mattino ora locale, avrebbe chiesto l'autorizzazione a immergersi in acque più profonde. "Dopo che è stato dato il permesso secondo la procedura, il sottomarino ha perso il contatto e non è stato possibile raggiungerlo", ha dichiarato il ministero della Difesa.

Intrappolato a 700 metri di profondità

Un ammiraglio della marina militare indonesiana, Julius Widjojono, ha detto alla CNN Indonesia che il sottomarino potrebbe essere sceso fino a 700 metri, una profondità superiore rispetto a quella per la quale è stato costruito. Secondo Widjojono il serbatoio del carburante potrebbe essere stato danneggiato dalla pressione dell'acqua. Effettivamente, attraverso la ricerca aerea invece sono state trovate delle fuoriuscite di petrolio nella zona in cui il sottomarino si era immerso. Nelle operazioni sono impegnate anche navi da guerra oltre che mezzi aerei; la Marina ha subito lanciato una richiesta di soccorso internazionale alla quale "hanno risposto diversi Paesi vicini tra i quali Singapore, Australia e India". Anche il ministro degli Esteri australiano Marise Payne ha annunciato che il Paese si sta muovendo per prestare soccorso.

I precedenti

Non era mai accaduto prima dopo che l’Indonesia perdesse uno dei suoi sottomarini, come ha ammesso alla Bbc un portavoce della Marina. Ma incidenti analoghi si sono verificati in più occasioni. Uno dei più gravi fu quello del K-141 Kursk, il sottomarino nucleare russo impegnato in un’esercitazione militare nel mare di Barents e affondato il 12 agosto 2000 a seguito dell’esplosione di due dei siluri con i quali era equipaggiato. Tra i 118 membri dell’equipaggio non ci fu nessun sopravvissuto. Molti persero la vita subito dopo l'incidente altri sopravvissero qualche giorno nonostante i tentativi russi di soccorso. Quando finalmente una nave norvegese riuscì ad agganciare il sottomarino era troppo tardi.

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