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Un 16enne ucciso e un 14enne ferito gravemente in sparatoria nella zona occupata a Seattle

Due adolescenti sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco nelle scorse ore dopo essersi avvicinati ala cosiddetta “Chop zone” di Seattle, l’area vicino al Congresso occupata dai manifestanti che protestano per la morte di George Floyd. Un 16enne è stato dichiarato morto sul posto nonostante l’intervento dei soccorsi medici mentre un 14enne è rimaso ferito gravemente.
A cura di Antonio Palma
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Ancora violenze, spari e morte nella cosiddetta “Chop zone” di Seattle, la Capitol Hill Organized Protest allestita nell’area vicino al Congresso occupata dai manifestanti che protestano per la morte di George Floyd. Due adolescenti sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco nelle scorse ore e uno di loro è morto a seguito delle ferite riportate. La vittima è un 16enne, dichiarato morto sul posto nonostante l’intervento dei soccorsi medici, mentre il ferito è un 14enne, trasportato d’urgenza in ospedale dove è stato ricoverato in gravissime condizioni. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 3 di lunedì, dall’area occupata qualcuno ha sparato contro un Suv  che si era solo avvicinato a una barriera di cemento che circonda l'area di protesta.

Purtroppo non è affatto il primo episodio del genere nella zona, inizialmente sede di centinaia di manifestanti pacifici ma che ben presto si è trasformata in luogo di violenze. Quella di oggi in effetti è la quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni nella zona occupata dai manifestanti. Altre quattro persone infatti sono state colpite da colpi di arma da fuoco tra cui un giovane 19 anni che è stato ucciso. Una violenza crescente che ha spinto amministrazione locale e funzionari di polizia a chiedere un immediato intervento per sgomberare la zona. “Quando è troppo è troppo” ha tuonato il capo della polizia di Seattle condannato l’accaduto. La direttrice del Seattle Police Department, Carmen Best, ha accusato dimostranti e abitanti di "non essere collaborativi con le nostre richieste di aiuto" e ha descritto l'area come "non sicura, per nessuno".

La zona era stata fondata circa tre settimane a seguito degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine durante le proteste contro la brutalità della polizia scatenata dall'uccisione di George Floyd. Gli scontri sono culminati con la polizia che ha abbandonato l'edificio nella zona e i manifestanti pacifici che hanno riempito gli spazi. Recentemente, con la raffica di violenze notturna, il numero di manifestanti è diminuito drasticamente. Secondo i media locali la zona  è pacifica e tranquilla di giorno, con volontari che distribuiscono cibo gratuitamente ma di notte è presa di persone armate che controllano le strade.

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