Treviri, 5 morti investiti da un suv guidato da un ubriaco. Tra le vittime una bimba di 9 settimane
Non è stato un attacco terroristico con motivazioni politiche o religiose, né un atto deliberato da parte di un folle: il Range Rover nero che ieri pomeriggio è sfrecciato a 70 chilometri orari nel centro di Treviri travolgendo e uccidendo cinque persone e ferendone almeno altre quindici, alcune delle quali in modo grave, era guidato da un 51enne residente in città ubriaco e con probabili problemi psichici. L'uomo è stato arrestato dalla polizia subito dopo la tragedia e è attesa per oggi una perizia psichiatrica nei suoi confronti. "Non vi sono indizi che lascino pensare a un movente politico, terroristico o religioso", ha spiegato il procuratore Peter Fritzen in conferenza stampa. Il soggetto arrestato risponde infatti di omicidio in quattro casi e di lesioni gravi a danno di una serie di persone.
Chi sono le vittime della tragedia di Treviri
Stando a quanto accertato nel corso delle indagini finora svolte l'uomo nel primo pomeriggio di ieri si è messo al volante del suo suv dopo essersi ubriacato: si è quindi diretto verso il centro di Treviri investendo ad alta velocità i pedoni che in quel momento stavano passeggiando. Cinque persone sono morte. Si tratta di una bambina di 9 settimane, suo padre di 45 anni e altre tre donne di 25, 52 e 73 anni, tutti residenti a Treviri. La madre del bambino è sopravvissuta e, secondo le autorità, è ricoverata in ospedale insieme a un altro figlio, di un anno e mezzo. Il 51enne al volante del suv è stato arrestato dopo quattro minuti dalla prima telefonata fatta alla polizia: se in un primo momento si era temuto in un attentato, nel corso delle ore questa ipotesi è stata esclusa ed è emerso che l'uomo aveva un tasso alcolemico quasi tre volte superiore al limite massimo consentito. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto che negli ultimi tre giorni aveva vissuto in auto.
Il sindaco di Treviri: "Il giorno peggiore dalla fine della Seconda Guerra Mondiale"
Il sindaco Wolfram Leibe ( SPD ) ha definito quello di ieri il "giorno più nero per la città" dalla fine della Seconda Guerra Mondiale". Questa mattina le cinque vittime saranno commemorate a Porta Nigra ma già da ieri sera nella cattedrale della città un centinaio di persone si sono raccolte in preghiera per i morti, i feriti e i loro parenti. Dopo la tragedia, il centro cittadino è stato isolato per ulteriori indagini. Nella notte sono stati completati i lavori sulla scena del crimine ed è stata riaperta la zona pedonale.