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Strasburgo, lsis rivendica: “Cherif Chekatt uno di noi”. Arrestato fratello in Algeria

Con la morte del 29enne autore dell’attentato di Strasburgo non si fermano le indagini per ricostruire quanto accaduto. Gli investigatori vogliono scoprire ora chi abbia armato il 29enne e soprattutto se l’uomo avesse dei complici. Per questo in Algeria è stato fermato il fratello maggiore che aveva lasciato la Francia proprio poco prima dell’attentato. Intanto l’Isis ha rivendicato l’attacco.
A cura di Antonio Palma
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La fuga di Cherif Chekatt, il killer del sanguinoso attentato di Strasburgo, è finita nella serata di giovedì così come era iniziata: tragicamente e a colpi di arma da fuoco. Lo stesso 29enne infatti ha perso la vita dopo essere stato raggiunto dai colpi sparati dai poliziotti che erano alla sua ricerca da giorni. Con la sua morte però non si concludono le indagini sulla strage nella cittadina francese  che ha fatto 3 morti e 13 feriti tra cui alcuni in gravissime condizioni come l'italiano Antonio Megalizzi. Gli inquirenti infatti vogliono scoprire ora chi abbia armato il 29enne e soprattutto se l'uomo avesse progettato l'attentato con altre persone e se avesse appoggi per la fuga. Proprio nell'ambito delle indagini sull'attentato, infatti, nelle scorse ore il fratello maggiore di Cherif è stato arrestato in Algeria su richiesta delle autorità francesi. Lo riferisce il quotidiano parigino Le Parisien, spiegando che l'uomo aveva lasciato la Francia proprio poco prima dell'attentato del fratello.

L'uomo fermato è il 34enne Sami Chekatt e, sempre secondo il quotidiano francese, anche lui era schedato come il fratello  con la ‘fiche S', vale a dire incluso nell'elenco delle persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza dello Stato in quanto radicalizzati. Visti i suoi spostamenti sospetti e il rapporto con Cherif, gli investigatori francesi vogliono capire ora se era a conoscenza del "progetto terroristico" del 29enne e stanno cercando di accertare anche se l'uomo abbia  fornito "supporto logistico" al fratello. In realtà  Sami Chekatt non è il primo membro della famiglia ad essere arrestato dopo l'attentato di Strasburgo. durante la fuga e la caccia all'uomo scatenate dalle forze di polizia francese, infatti, gli inquirenti avevano fermato anche i genitori ed altri due fratelli di Cherif residenti in Francia, sempre con lo scopo di capire se gli stavano dando appoggio ma in quel caso anche per fargli terra bruciata intorno e arrivare alla sua cattura.

Resta da capire il perché Cherif Chekatt sia entrato in azione a Strasburgo e se ci siano collegamenti con l'operazione avvenuta la stessa mattina della strage in cui ha evitato la cattura. Secondo indiscrezioni, la polizia era giunta a  lui per un giro di furti e rapine ma durante la perquisizione scattata in casa gli agenti avevano ritrovato anche armi ed esplosivo. Se quel materiale serviva per altri colpi o per un attentato in grande stile resta tutto da appurare. Intanto poche ore dopo l'uccisione di Cherif Chekatt, Amaq, l'agenzia di propaganda dell'Isis, ha rivendicato l'attacco e l'appartenenza del 29enne al gruppo estremista islamico. "Era un nostro soldato che ha portato avanti l'operazione per vendicare i civili uccisi dalla coalizione internazionale in Siria" hanno scritto sui loro canali online, come rivela Site. Anche in questo caso però la rivendicazione  e l'appartenenza dell'uomo allo stato islamico restano tutte da accertare visto che ormai le rivendicazioni avvengono sempre a posteriori e la polizia francese non ha ha trovato alcun riscontro su legame con cellule legate al radicalismo jihadista.

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