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Sorelline rapite a Tenerife, sospese le ricerche in mare del padre e della piccola Anna

Un tribunale delle isole Canarie (Spagna) ha autorizzato la sospensione delle ricerche in mare di Tomás Gimeno, l’uomo sospettato di aver rapito e ucciso le due figliolette a fine aprile a Tenerife prima di gettare i loro corpi in acqua e di suicidarsi. Lo riportano l’agenzia di stampa Efe ed altri media iberici. Il corpo della più grande, Oliva (6 anni), è stato trovato il 10 giugno scorso.
A cura di Biagio Chiariello
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Le ricerche in mare di Tomás Gimeno, l'uomo sospettato di aver rapito e ucciso le due figliolette, Anna e Olivia, a fine aprile a Tenerife, nelle isole Canarie, prima di gettare i loro corpi in acqua e di suicidarsi, sono state sospese. Lo riportano l'agenzia di stampa Efe ed altri media iberici, evidenziando come la Corte Superiore di Giustizia delle Isole Canarie (TSJC) abbia dato disposizione alla nave oceanografica Ángeles Alvariño di lasciare la zona coperta per le ricerche dei due corpi, dopo che un rapporto dei responsabili delle ricerche in mare ha concluso che non è possibile continuare l'esplorazione dei fondali più in là dei punti a cui sono arrivati fino al momento.

Trovati il corpo del padre e di una delle due sorelline

Con l’aiuto di un sonar a scansione laterale e di un robot senza pilota, l’equipaggio di Angeles Alvariño lo scorso 10 giugno era riuscito a trovare il corpo della maggiore delle due sorelline — Olivia, di 6 anni — in fondo al mare, all'interno di una borsa sportiva appesantita dall’ancora della barca di suo padre. Le autorità avevano rinvenuto in mare anche alcuni oggetti appartenenti a Tomás Gimeno ma non il suo corpo, né quello dell'altra bimba (Anna, di un anno).

Olivia Gimeno, il cui corpo è stato ritrovato il 10 giugno
Olivia Gimeno, il cui corpo è stato ritrovato il 10 giugno

Perché le ricerche sono state sospese

A parte il “rischio molto alto” di perdere il robot subacqueo, il cui costo supera il milione di euro, l’orografia ha reso la ricerca “notevolmente meno efficace” in quest’area, perché “a causa del numero di crepe e anfratti e della profondità degli stessi, a volte centinaia di metri, non permettono affatto di assicurare che nelle zone già viste ci potesse essere il corpo di Tomás o qualche altro oggetto della barca”.

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