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Quattro corpi decapitati e appesi al ponte, accanto un sacco con le teste: orrore in Messico

Il terribile rinvenimento nella città di Culiacan, nello Stato di Sinaloa dove da tempo infuria una vera e propria guerra tra bande di narcotrafficanti con decine di vittime spesso trucidate con metodi barbari. Poco lontano i corpi di altre 16 persone uccise e gettate in un furgone abbandonato.
A cura di Antonio Palma
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Quattro corpi decapitati e appesi a un ponte stradale e accanto un sacco di plastica con dentro le teste, è il nuovo raccapricciante gesto di violenza messo in atto dai cartelli della droga nella città di Culiacan, in Messico. Il terribile rinvenimento è avvenuto lunedì nello Stato di Sinaloa dove da tempo infuria una vera e propria guerra tra bande di narcotrafficanti con decine di vittime spesso trucidate con metodi barbari.

I quattro cadaveri senza testa sono stati trovati legati al ponte dell'autostrada che porta fuori dalla città, appesi per i piedi, una pratica purtroppo comune tra le bande criminali, come ha affermato l'ufficio del procuratore dello stato di Sinaloa. Secondo le autorità, tutti i corpi presentavano segni di ferite da arma da fuoco. Sulla scena del crimine sono state trovate poi anche le teste mozzate all'interno di un sacco.

Nella stessa zona scoperti anche altri 16 corpi di persone uccise e stipate all'interno di un veicolo abbandonato lungo la strada. Le autorità hanno affermato che vicino ai corpi è stato lasciato un biglietto, apparentemente proveniente da una delle fazioni del cartello, anche se il contenuto del biglietto non è stato reso noto. L'ondata di violenza tra i cartelli, che ha causato la morte di quasi 20 persone in meno di un giorno, purtroppo è solo l’ultimo di una serie di efferati omicidi che hanno travolto la città di Culiacan.

La sanguinosa guerra per il controllo del territorio ha sconvolto la cittadina del Messico occidentale da quando l'anno scorso è esploso il conflitto tra i due gruppi Los Chapitos e La Mayiza, due fazioni rivali del cartello di Sinaloa. Una guerra innescata dal drammatico rapimento del leader di uno dei gruppi da parte del figlio del famigerato capo Joaquín " El Chapo " Guzmán, che lo consegnò poi alle autorità statunitensi a bordo di un aereo privato.

Da allora, i combattimenti tra le fazioni pesantemente armate sono diventati la nuova normalità per i civili di Culiacán. Ogni giorno in città compaiono cadaveri, e le case sono crivellate di colpi mentre uomini mascherati in motocicletta sorvegliano le vie principali. La polizia sembra impotente mentre il conflitto, secondo i dati ufficiali, ha già causato la morte di oltre 1.200 persone.

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