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Pistorius: il 21 ottobre l’annuncio della pena, l’accusa chiede 10 anni

L’avvocato di Oscar Pistorius ha chiesto per il suo assistito una pena ai servizi sociali, affermando che la prigione non sarebbe una punizione appropriata per l’atleta. Pistorius è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp.
A cura di Susanna Picone
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Dieci anni da scontare in carcere per l’accusa, servizi sociali per la difesa. Questo è quanto hanno chiesto rispettivamente il pm Gerrie Nel e l’avvocato Barry Roux, nel corso dell’ultima udienza del processo a Oscar Pistorius, colpevole dell’omicidio di Reeva Steenkamp. La decisione del giudice Thokozile Masipa arriverà martedì prossimo, il 21 ottobre. Oscar Pistorius, che è stato già riconosciuto colpevole di omicidio colposo per l’assassinio della fidanzata, dovrà dunque attendere ancora qualche giorno per conoscere il suo futuro. “La pena minima che sarebbe soddisfacente per la società sarebbe di dieci anni”, ha detto il rappresentante dell'accusa, il pm Gerrie Nel, nella sua requisitoria finale. L'avvocato di Pistorius ha invece chiesto l'affidamento dell’ex atleta ai servizi sociali. Barry Roux ha chiesto “una pena utile alla società”, affermando che il suo assistito è sinceramente pentito di quello che ha fatto e che desidera soltanto “fare del bene il più possibile”.

A suo dire Pistorius ha già sopportato pene durissime dal giorno della morte della fidanzata Reeva: prova rimorso per aver ucciso involontariamente la modella sudafricana e ha dovuto subire l'umiliazione per essere stato presentato come un assassino a sangue freddo davanti al mondo intero. “Nessuna punizione può essere peggiore di quello che ha passato in questi 18 mesi – ha detto l'avvocato -. Il dolore di Oscar non si cancellerà mai. Il trauma emotivo è la peggior punizione”. L’avvocato di Pistorius, che già nelle udienze dei giorni scorsi ha cercato di convincere il giudice a non mandare in carcere il campione paralimpico anche perché più vulnerabile per la sua disabilità, ha ricordato alcuni precedenti della giurisprudenza sudafricana dove persone che hanno ucciso familiari nelle medesime circostanze di Pistorius non hanno ricevuto una pena o sono stati condannati a pene non carcerarie.

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