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“O lo uccidi, o lo abbandoni”, il dramma senza fine delle mamme di bimbi disabili in Kenia

In Kenya, le donne con un figlio disabile vengono spinte dai mariti o dai parenti ad uccidere il piccolo ritenuto “posseduto” o colpito dalla stregoneria. Quelle che si rifiutano, sono costrette ad abbandonarlo in un orfanotrofio dove le condizioni di vita sono terribili. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Ong Disability Rights International.
A cura di Mirko Bellis
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Un gruppo di bambini disabili in un orfanotrofio di Nairobi (Disability Rights International)
Un gruppo di bambini disabili in un orfanotrofio di Nairobi (Disability Rights International)

“Uccidilo o abbandonalo”, è la crudele alternativa delle mamme di figli disabili in Kenya. Donne spinte dai loro mariti e parenti ad ammazzare il piccolo appena nato perché considerato “posseduto” o colpito dalla stregoneria. Quelle che si rifiutano, sono costrette ad abbandonarlo in un orfanotrofio dove le condizioni di vita dei piccoli sono terribili. A questo vanno incontri i bambini con disabilità a Nairobi come nelle città rurali e costiere, secondo un rapporto di Disability Rights International (Dri), un'Ong che si batte per i diritti delle persone con disabilità.

Nelle strutture di accoglienza i piccoli sono spesso vittime di abusi (Disability Rights International)
Nelle strutture di accoglienza i piccoli sono spesso vittime di abusi (Disability Rights International)

Attraverso uno studio durato due anni, i ricercatori hanno intervistato circa novanta madri con figli disabili. E il quadro che è emerso è spaventoso.  I bimbi vengono uccisi appena nati, altri sono abbandonati nei boschi, fatti morire di fame o sepolti vivi. Una della donne ha raccontato che le è stato consigliato di uccidere il piccolo infilandogli degli aghi nelle vene. Un’altra mamma è stata convinta dalla sua famiglia ad ammazzare il figlio di 2 anni e mezzo che soffriva di paralisi celebrale infantile. In altri casi, invece, la vita del bambino è affidata ad uno stregone: se non riuscirà a guarirlo, lo ucciderà.

Il personale addetto ai bimbi disabili è poco preparato (Disability Rights International)
Il personale addetto ai bimbi disabili è poco preparato (Disability Rights International)

In Kenya – sottolinea il rapporto – una credenza comune considera i figli disabili “maledetti”, colpiti dalla stregoneria. C’è chi è convinto che sia una punizione per la donna “infedele” oppure perché è sottoposta al malefico di un incantesimo. “La stregoneria può essere vista anche come una sorta di eredità genetica”, ha dichiarato Marta Santos Pais, rappresentante delle Nazioni Unite sulla violenza contro i minori. “Ciò porta ad una maggiore stigmatizzazione e isolamento sociale non solo del bambino, ma a volte di tutta la sua famiglia. Queste accuse – ha aggiunto Santos Pais – spesso sfociano in violenza e persino nell'omicidio”.

Negli orfanotrofi in Kenya le cure mediche e il cibo sono insufficienti (Disability Rights International)
Negli orfanotrofi in Kenya le cure mediche e il cibo sono insufficienti (Disability Rights International)

Per i bambini che riescono a scampare dalla morte, il destino riserva loro una vita di stenti in uno dei tanti orfanotrofi che esistono nel Paese africano. Sono circa 1.500 le strutture pubbliche e private keniote destinate ad accogliere i piccoli disabili abbandonati dalle loro famiglie. Ma gli orfanotrofi – precisa l'Ong – sarebbero molti di più e spesso agiscono senza nessun controllo. In questi centri d’accoglienza, le condizioni di vita dei bimbi sono terribili: strutture sovraffollate e sporche, in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo in isolamento; personale insufficiente e poco preparato; negligenza delle cure mediche. "Mangiano quello che possiamo permetterci di dargli, a seconda del denaro disponibile”, ha affermato il direttore di un orfanotrofio. Inoltre, I bambini disabili accolti negli orfanotrofi sono spesso vittime di abusi a livello emotivo, fisico e persino sessuale. “Se sopravvivono all'infanzia – ha dichiarato uno degli autori dello studio –probabilmente passeranno il resto della loro vita negli istituti e la morte sarà l’unica via d’uscita”.

Per quelle donne che decidono di tenere con sé il figlio, gli aiuti pubblici sono insufficienti. E quando si rivolgono agli ospedali devono sopportare anche la discriminazione dei medici. “Il tuo bambino è un rifiuto e lo sarà per tutta la vita”, si è sentita dire da un dottore una madre di un piccolo con disabilità. Molte madri non riescono a trovare un’occupazione e per quasi tutte c’è un altro problema: nessuno può prendersi cura del figlio se loro vanno al lavoro. Ma oltre all'aspetto economico pesa ancora di più l’emarginazione: più della metà delle intervistate, infatti, ha detto di sentirsi “sola” e “triste”. “La mia famiglia mi ha rinnegato, mi hanno cacciata via”, ha raccontato una donna. I bambini non possono frequentare la scuola e gli altri genitori non permettono ai propri figli di giocare con un disabile perché temono che “possano contagiarsi”.

Senza il sostegno del governo, della comunità o della famiglia – avverte l'Ong – è quasi impossibile per le madri di bambini con disabilità sopravvivere. Ecco perché – sottolineano i ricercatori – per queste donne l’infanticidio o l’abbandono del figlio diventano le uniche possibilità.

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